Marisa Ferrari, il simbolo degli anni ruggenti dell'emittenza foggiana

Marisa Ferrari con il figlio Flavio, la nuora, Antonella Caruso e i nipoti
Ho conosciuto assai poco la signora Marisa. Lei è andata via da Teleradioerre poco prima che iniziasse la mia breve e travagliata avventura di direttore editoriale di quella emittente, allora ancora ubicata in via Bari. Fu un periodo difficile e tormentato, per il passaggio di proprietà che la televisione aveva vissuto e per la necessità di far quadrare i conti in una stagione di vacche magre per la raccolta pubblicitaria.
Insomma c'era molta tensione, ma il ricordo della signora Marisa aleggiava costante negli studi di via Bari. Anzi, a dirla tutta, quel ricordo era tra le poche cose che unisse tutti, L'avevano stimata sinceramente, per la sua grandissima professionalità, e avevano voluto veramente bene. La domanda quotidiana, dopo il suo abbandono era: ma che avrebbe fatto in questa situazione? 
Marisa Ferrari è stata una pietra miliare della stagione più bella, più ricca e più feconda dell'emittenza foggiana,  e per ricordarla non potrebbe esservi penna migliore di quella di Maurizio De Tullio che, oltre che essere uno storico dell'informazione locale, ha vissuto direttamente quei tempi ruggenti. Addio signora Marisa, ci mancherà. Un abbraccio affettuoso ai colleghi Flavio Ferrari e Antonella Caruso. (g.i.)
* * *
Non sono molte le volte in cui ho pianto, a dirotto, apprendendo di una persona cara che se n’è appena andata. Mi è successo qualche ora fa quando la cara Anna Maria Zampino, via mail, mi ha chiesto se avessi saputo della scomparsa di Marisa Ferrari.
No, non lo sapevo ed è stato come sapere che se ne è andata una parte di te. Perché così è stata Marisa Ferrari per me, una specie di seconda mamma in quei bellissimi e intensi anni che trascorsi, dal novembre del 1976 al settembre del 1979, aTeleradioerre”, prima in radio e poi in tivvù.
Per tutti era “Marisa”, ma non per me, che fino all’ultima volta che l’ho sentita – due anni fa, a Natale – era la “Signora Marisa”, per il deferente rispetto che ho sempre nutrito e portato per certe persone. Lei era una di queste, una delle pochissime.
Quando arrivai a T.R.E., tramite Michele Campanaro, col quale traslocai insieme a Marilena Vitto, da “Radio Foggia 101 di Matteo Tatarella, la “Signora Marisa” ancora non c’era. Segretaria era Loredana Riccio, che non ricordo quando e perché andò via.

Io lavoravo in redazione e inizialmente curavo due rubriche settimanali in radio (la TV era ancora in via sperimentale, rigorosamente in b/n). Erano i tempi di Marcello Mari(ella), dei fratelli Sergio e Ciro Santoro, Franco De Mauro (cotitolare dell’emittente col grande Renato Forlani), il figlio Ugo, Tonia Pasquariello, i fratelli Mata e Stefano Rigenerato, Gioacchino Rosa Rosa, Dario Fares, Gloria Picucci, Gino Caserta, i due fratelli Palazzo, Giuseppe Ciarambino, Tonio Sereno, Michela Quirito, Leonardo Cèndamo (oggi parroco e preside), Alfonso De Capraris, Pasquale Marinaccio e qualche altro che non ricordo. Poco dopo arrivarono i tecnici Franco Borgia, Mario Loprieno, Raimondo Gelormini e Nicola Nardella. Direttore responsabile era Salvatore De Angelis.
Poi arrivò la stagione televisiva e col suo avvio ci fu l’ingresso di Micky De Finis, Davide Leccese, Bruno Orsini, Vittorio Salvatori, Gianfranco Sammartino, Gabriele Arminio, Sergio Salvato, Nuccio De Carlo ed altri, e con l’adesione di T.R.E. ad alcuni circuiti questi garantivano la trasmissione di programmi preregistrati di successo (come “Superclassifica Show”, “Centocittà”, editi entrambi dal settimanale “Sorrisi & Canzoni TV”). Il resto è storia che non mi appartiene più perché, come detto, lasciai “Teleradioerre” alla fine dell’estate del 1979 per la rinata “Radio Luna”.
E Marisa?
La “Signora Marisa” quando arriva non solo lo fa introducendo un’eleganza e una professionalità inedite, ma da subito s’impone per doti di umanità e disponibilità che me la fecero immediatamente “innamorare”. E quando era il caso sapeva anche imporsi ma lo faceva sempre con quel garbo senza pari, quello stile che noi foggiani ce lo scordiamo…
Era non solo la classica segretaria (che qualche ‘segreto’ doveva pur gestire) ma aveva doti organizzative che non t’aspettavi da una persona che non aveva mai fatto quel nostro lavoro.
Precisa nella tempistica, nel trovare le risposte quando le cercavi e ti sembrava che tutto fosse perso, non posso dimenticare – tra le tante cose fatte insieme in quei due anni – un bellissimo e impegnativo (data la scarsità di mezzi adeguati) video musicale, girato in occasione della sua tappa foggiana del cantautore romano Flavio Giurato (fratello del più noto Luca), oggi ancora sulla breccia. Ne uscì fuori un prodotto più che dignitoso che venne richiesto da molte altre TV italiane.
Come non posso dimenticare quando mi preannunciava che avrei condotto un programma importante come “Centocittà” o “Bazar” (la versione foggiana di “Portobello”) o le interviste in diretta radiofonica con alcuni dei bei nomi che all’epoca si affacciavano o facevano tappa a “Teleradioerre” (diventata la leader delle TV locali), personaggi come Alice e Pupo. O quando la feci impazzire per una diretta scalcagnata che col grande Raimondo Gelormini facemmo (dall’auto condotta da quest’ultimo) in occasione del Giro ciclistico di Puglia.
Nell’estate del 1978 ebbi uno scontro con Forlani e me ne andai, sbattendo la porta. Sulle questioni di principio non transigevo (come oggi), anche se il ‘patron’ in quel caso aveva ragione. Lei fece di tutto per farmi cambiare idea, senza riuscirvi. Godevo di un discreto successo all’epoca. Mi vollero fortemente a “Radio Lucciola”, una piccolissima emittente senza arte né parte (restò in vita solo qualche anno) e vi restai per due mesi. La voglia di rientrare a T.R.E., dove mi volevano tutti bene, era però forte e anche grazie ai suoi auspici vi feci ritorno. Mi riabbracciò forte, raccomandandomi di non fare più queste cose. Ma l’anno dopo feci definitivamente le valigie per “Radio Luna”, e lei se la prese molto, senza per questo sentirsi ‘tradita’, e continuando a stimarmi.
Ricordi che rimandano a sorrisi languidi e sguardi malinconici. Perché Marisa, la “Signora Marisa”, faceva sempre di tutto per offrirci un sorriso, limare i rapporti con Forlani quando a volte si facevano tesi per qualche rivendicazione. Eppure sapevamo che conduceva una vita tutt’altro che agiata, con un passato non facile di cui non parlava mai con piacere.
E poi un giorno la vedo arrivare con un ragazzino di 11 anni, di cui ignoravo l’esistenza. Si chiamava Flavio. Era il suo secondogenito. Poco dopo ci presenta Stefania, la più grande. Qualche volta, quando ci pensavo, mi chiedevo cosa ci facessero qui, a Foggia, queste tre persone così poco simili a noi, per presenza, stile e temperamento. E infatti non sarà un caso che Stefania se n’è partita a razzo per la sua Desenzano e Flavio è normalmente in giro per l’Italia e il mondo, col suo lavoro di apprezzato tecnico televisivo.
Nel breve e delicato ricordo che ne ha fatto Micky De Finis sul sito di “Teleradioerre”, si accenna alla nascita napoletana della “Signora Marisa”, proveniente dall’alta borghesia di quella città. Questo lo ignoravo perché per me era sempre stata una bellissima e dolcissima signora bresciana che in molte cose ricordava mia madre, veronese.
Ho il rimpianto – che mi roderà a vita – di non essere andato a trovarla per tempo, quando glielo promisi. Stava invecchiando lentamente ma serenamente, con l’affetto dei nipotini foggiani, i due figli di Flavio e della giornalista Antonella Caruso, mia compagna di avventure politiche nella bella e prolifica F.G.C.I. del triennio ’84-87.
Mi piace salutare questa colonna della “Teleradioerre” dei bei tempi, col messaggio che le ha dedicato suo figlio Flavio, al quale va il mio abbraccio più affettuoso, insieme a Stefania, Antonella, Stefano e Francesca.
“Finalmente ora puoi vedere coi tuoi occhi tutti i paesi del mondo che finora hai potuto visitare solo attraverso le cartoline che ti spedivo, mentre facevo il lavoro al quale tu mi hai fatto appassionare tanti anni fa.”
Ciao Signora Marisa. Rimani te stessa anche ora dove sei. E ‘lassù’ continua a distribuire il sorriso che, identico a quello che ho incrociato nel 1977, hai donato quaggiù a ognuno di noi in tutti questi anni, rimasto invariato come dimostra la recente foto postata dal caro Flavio.

A più tardi, Signora Marisa”.
Maurizio De Tullio

Commenti

Unknown ha detto…
Sono stato "in onda" su TRE dal 79 all'86. Ho conosciuto Marisa e la sua umanità, la delicatezza del rapporto con l'altro anche fuori dalla radio. Con lei ho condiviso una difficile ristrutturazione della radio che ci portò a vincere il Premio Italia. Avevamo a quel tempo l'80% di share. Il tempo dei network era lontano.Mi ha addolorato la sua scomparsa e quella di un tempo magnifico trascorso su un piccolo mixer, tra migliaia di dischi ed una laurea bruciata. Un pensiero Stefania che non vedo da moltissimi anni, a Flavio ed Antonella di cui conosco molte cose per una serie di intrecci che la vita sa organizzare.
Un abbraccio Marisa ( il signora cadde ben presto).
Enrico Ciccarelli ha detto…
Una persona di livello superiore. Simbolo non solo di quella bella e vivace stagione che Maurizio ha ricordato, ma di una sensibilità, di una ricchezza interiore e di una nobiltà d'animo rare a trovarsi.
Unknown ha detto…
Ciao Maurizio, ti ringrazio tanto per come hai narrato la mia mamma. Stefania
Anonimo ha detto…
Ovviamente l'emozione (che perdura, mentre aggiungo queste parole) mi ha fatto dimenticare persone care e brave, che incrociai nei miei anni in quella indimenticabile "Teleradioerre", come il grande Pio D'Orta (che oggi, per più d'un motivo, abbraccio forte), Gianni Strano (economo dell'azienda), Gianfranco Filauro, Michele Maielli, Lello Scarano e Mara Di Bitonto. E un insostettabile, oggi, Claudio Taggio, noto dirigente comunale. Poi, certo, arrivarono anche Enrico Ciccarelli, che non ebbi però tra i colleghi del mio tempo, così come anche Anna Langone, Filippo Santigliano e decine di altri bravi professionisti della parola, dell'immagine e della regia, venuti dopo, come l'attuale artista di fama mondiale Felice Limosani.
Mi piacerebbe, però, leggere anche il saluto di Renato Forlani perché senza di lui non staremmo qui a parlare di giornalismo radiotelevisivo, di piacevole intrattenimento, di sport (che allora non era dominato dal calciocentrismo odierno) e - naturalmente - non staremmo qui a ricordare la grande, brava e dolcissima "Signora Marisa".
Ringrazio Anna Maria Bisciotti per le belle parole che mi dedica, che mi hanno fatto riconciliare con una certa memoria storica, avendo lavorato con impegno e amore in quei tre anni a "Teleradioerre", tanto da far coniare a uno come Davide Leccese il termine medico-mediatico "Maurizite". Peccato non essere nemmeno stato citato nel lungo elenco di collaboratori che transitarono in quella T.R.E. e che tuttora permane, menco del mio nome, nella scheda presente su vWikipedia.
Mi piacerebbe, prima di ritrovare la "Signora Marisa", che qualcuno provvedesse per tempo...
E grazie a Flavio e Stefania, che vorrei salutare quanto prima di persona.
(Maurizio De Tullio)
Gloria Picucci ha detto…
C'ero anch'io! C'ero ai tempi di Ciro Santoro, Franco De Mauro, Renato Forlani, proprio all'inizio di Teleradioerre. C'era il direttore Salvatore De angelis e io pubblicai i miei primi articoli. Facevo la conduttrice! Poi è arrivato Maurizio de Tullio (grazie per avermi menzionato) e c'era la Signora Ferrari, una presenza discreta ma indispensabile. E tutto il gruppo dei tecnici ed "Esperti" dei vari generi musicali.
A parte tutta la retorica del rimpianto del passato, veramente ci divertivamo! Lavoravamo tanto, ad orari improponibili, nulla di registrato, microfoni e telefono sempre aperti... ma lo facevamo con passione e caparbietà.
Stavamo costruendo il nostro futuro ed era una gioia!
Ricordo quel periodo come uno dei più belli della mia vita.
Grazie, Teleradioerre e tutti quelli che si ricordano di me
e arrivederci, signora Marisa!

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