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Visualizzazione dei post con l'etichetta ghetto

Anche Internazionale ci casca sul Gran Ghetto e Rignano, ma poi si corregge

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Ci è cascata anche Internazionale , prestigiosa rivista che settimanalmente pubblica una selezionata raccolta di servizi ed articoli tratti dal meglio della stampa democratica di tutto il mondo, attribuendo, erroneamente, la collocazione del Grand Ghetto a Rignano Garganico. È accaduto nella didascalia della foto e nella cartina che accompagna l’eccellente saggio di Sergio Goffredo e Susi Meret , tratto da Open Democracy , di cui ci siamo occupati qualche giorno fa, in un’apposita lettera meridiana . L’articolo è corretto, ma risulta sbagliata la didascalia della foto, che potete vedere qui sopra, e di conseguenza è arbitrario anche il coinvolgimento di Rignano nella cartina, pubblicata a fianco della foto. Ho scritto a Internazionale la mail che segue: “Sono un vostro lettore affezionato. Vi seguo fin dal primo numero della rivista, e considero Internazionale un modello di obiettività, autonomia e correttezza dell'informazione. Sono pertanto rimasto sorpreso rilevando a...

Ghetto e caporalato nel mirino di openDemocracy: lo Stato assente o quasi

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Foto   Liminal geographies Il Grand Ghetto del Tavoliere e i traffici nazionali ed internazionali che vi ruotano attorno sono finiti nel mirino di openDemocracy , piattaforma indipendente di confronto e discussione sui grandi temi di politica internazionale e cultura, che tra le sue firme annovera personaggi del calibro di Kofi Annan , segretario dell’Onu, il nobel per la pace Shirin Ebadi e l’eccentrico finanziere ed imprenditore George Soros . OpenDemocracy è un bell’esperimento di democrazia digitale, finanziato da organizzazioni filantropiche, tra cui la Ford Foundation e la Rockefeller Brothers Fund . Non è un caso che l’articolo saggio di Susi Meret e Sergio Goffredo sia quanto di più obiettivo, politicamente corretto e interessante mi sia capitato di leggere attorno al Ghetto e ai complessi fenomeni del traffico di manodopera agricola nel Mezzogiorno d’Italia. Pubblicato con licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 , l’articolo è stato rip...

La scomparsa del dirigente regionale che sgombrò il Grand Ghetto. L'omaggio di Madetu.

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Se n'è andato, improvvisamente e dolorosamente, Stefano Fumarulo , dirigente della Regione Puglia e consigliere di fiducia del presidente Michele Emiliano . Fumarulo, che si era particolarmente e personalmente impegnato per la chiusura e lo sgombero del Grand Ghetto del Tavoliere, è stato colto da un infarto nel garage della propria abitazione barese, mentre si apprestava a prendere l'auto che l'avrebbe portato a Borgo Mezzanone, per partecipare alla manifestazione indetta dalla Cgil e dalla Flai Cgil pugliesi. Alla Regione Puglia, operando alle dirette dipendente di Emiliano, dirigeva la   Sezione Sicurezza Cittadino, Politiche per le migrazioni ed antimafia sociale . Il nostro disegnatore satirico, Madetu , e Lettere Meridiane gli rendono omaggio con la vignetta che pubblichiamo qui sotto. Tenera e toccante, che sa un po' di Spoon River . RIP.

Il Grand Ghetto tra bufale e silenzi

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Mettiamola sul ridere. Per i giornalisti sembra proprio difficile collocare il Grand Ghetto dov’era realmente (nel Tavoliere, in agro di San Severo, non a Rignano Garganico, né a Foggia). Anche Bruno Vespa ci è cascato, situando il Grand Ghetto nel capoluogo. Almeno non ha infierito sulla povera Rignano Garganico, da anni esposta al pubblico ludibrio per un ghetto che non è mai esistito. Almeno, non a Rignano e neanche a Foggia. L’errore non è sfuggito ad osservatori attenti come Giuseppe Vaccariello , notissimo tecnico di calcio, ma anche cittadino molto affezionato alla sua città, in prima persona impegnato in iniziative che favoriscono l’integrazione tra i foggiani e gli immigrati. Vaccariello ha pubblicato sulla sua bacheca l’immagine della puntata di Porta a porta andata in onda la sera del grave incendio. “Ennesima figuraccia della nostra città a livello nazionale - commenta Giuseppe -, ennesima stortura giornalistica. Nessuno interviene, nessun politico difende questo terr...

In un film la verità sul Grand Ghetto (e gli altri)

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Sul ghetto - o più precisamente sui ghetti - che punteggiano il Tavoliere c’è un enorme problema di corretta informazione. Che non riguarda soltanto l’erronea localizzazione del Grand Ghetto (che non è a Rignano, come tutti si ostinano a dire….) ma, più in generale, tutte le dinamiche che attraversano il fenomeno. Indubbiamente complesso da capire, e di conseguenza difficile da raccontare. Sfuggente, perfino per quanto concerne il suo corretto dimensionamento. Chi pensava che smantellato il Grand Ghetto tra Foggia e San Severo il problema fosse risolto ha di che ricredersi. Tonio Scopelliti , medico che milita nelle organizzazioni umanitarie cattoliche, l’altra sera in una intervista a Rai News ha avvertito: “Di ghetti ce n'è almeno un’altra ventina nell’intera provincia di Foggia.” Una mappa dell’immigrazione pubblicata qualche giorno fa dal quotidiano Repubblica ha messo in evidenza che la provincia di Foggia è quella dove si concentra il maggior numero di immigrati, dopo ...

Ghetto di Rignano, la bufala del secolo

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Il Grand Ghetto prima di essere sgomberato e bonificato Fino a ieri pensavo si trattasse di sciatteria. Oggi non più. È protervia. Intollerabile supponenza di chi sbaglia sapendo di sbagliare e mente sapendo di mentire, ma è troppo pigro o troppo arrogante per ammetterlo. In ogni caso, è una vergogna che tratteggia i contorni della più grande bufala mai propalata dai mass media del Bel Paese. Solo che nessuno lo dirà mai, anzi - sono pronto a scommetterlo - c’è chi ergendosi a maestro difenderà i bugiardi e mi accuserà di pedanteria o di facile moralismo o di prossimità con chi, come i grillini, nutre qualche (fondato) dubbio sulla serietà dei media. Qui c’entra solo la verità. Anche ieri, da Sky a Mediaset, passando per i maggiori quotidiani nazionali, le vicende che hanno ancora una volta infiammato ed insanguinato il Grand Ghetto del Tavoliere (che sorge nella campagna di San Severo, tra San Severo e Foggia e che nulla ha da spartire con Rignano Garganico) è stato impropriame...

L'omaggio di Emiliano a Rignano Garganico

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"Basta con il ghetto e non pronuncio il nome del comune cui è spesso associato perché capisco il disagio di quella comunità nel vedersi accomunata a questa bruttura che getta discredito su tutta la Puglia." Il governatore regionale pugliese Michele Emiliano riconosce la legittimità e la validità delle ragioni e della protesta che da anni le istituzioni e la comunità civile di Rignano Garganico stanno portando avanti. Intervenendo alla convention tarantina in cui la Cgil ha presentato la sua piattaforma programmatica regionale, il presidente del governo regionale ha dedicato ampio spazio alla questione del Grand Ghetto rivendicando alla Regione l'avvio del percorso culminato con il sequestro dell'area e sollecitando il Ministero dell'interno a definire al più presto le misure necessarie per procedere al suo definitivo smantellamento. Apprezzabile la sensibilità e il rispetto manifestati dal governatore nei confronti di Rignano Garganico che, com'è not...

Suor Paola nel ghetto, in prima linea contro il caporalato

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Una volta nella campagne di Cerignola c’era Giuseppe Di Vittorio a difendere i braccianti, a lottare per la loro emancipazione. Un secolo dopo, nonostante le conquiste, lo sfruttamento non è stato ancora sradicato. Di diverso c’è soltanto il colore della pelle. Di uguale c’è la fame, la miseria, la necessità di lavorare che ti costringe a stare sotto il giogo dei caporali. Una volta c’era Giuseppe Di Vittorio, oggi a difendere questa povera gente c’è una donna che indossa la tonaca: suor Paola Palmieri , della congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli ,  responsabile della Casa della Carità della diocesi di Cerignola.  Per i circa 800 migranti che vivono nel ghetto di Cerignola, cinquanta casolari diroccati a Tre Titoli, è semplicemente “mamma Africa”. La sua costante presenza è diventata un punto di riferimento e nello stesso tempo una speranza. Questa bella storia di coraggio e di dedizione è raccontata in un reportage, pubblicato oggi, d...

L'ultima intervista di Guglielmo Minervini

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Guglielmo Minervini Ci sono due modi per affrontare il problema dell’immigrazione. Con gli scoop, le scomuniche, come fa certa stampa di (pseudo)sinistra e certi politici di destra. Oppure provandoti a cambiare il mondo. La forza del progetto Capo Free, Ghetto Off , sognato, vagheggiato, inseguito da Guglielmo Minervini sta proprio nella sua capacità visionaria. Rivoluzionaria nel senso nonviolento di questa parola, ben conosciuto da chi sa commuoversi davanti al mistero della Croce. Non si può smantellare il Grand Ghetto soltanto con l’esercito e con la polizia. E neanche soltanto con il supporto della solidarietà. Occorre una visione. Occorre smantellare l’economia illegale che trae profitto sullo sfruttamento dei lavoratori immigrati e delle piccole imprese agricole che muoiono di fame come i braccianti. Bisogna cambiare la logica della grande distribuzione, dell’industria agroalimentare. In una parola bisogna cambiare l'economia, farla diventare migliore. Rimetterla al ...

Daniele Calamita: "Ciao Guglielmo, i tuoi sogni saranno da oggi i nostri"

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Ho conosciuto Guglielmo Minervini in occasione di Capo Free Ghetto Off , il nobile ma sfortunato tentativo che la giunta regionale guidata da Vendola aveva intrapreso per superare la vergogna del Grand Ghetto (e degli altri ghetti che punteggiano il Tavoliere e la Puglia). Qualche giorno prima della convocazione ufficiale della Regione Puglia (mi occupavo allora alla Provincia delle politiche del lavoro) ricordo le telefonata piena di entusiasmo e di ottimismo che mi giunse da Daniele Calamita . Segretario provinciale della Flai Cgil, il sindacato di categoria dei braccianti, aveva sposato con tutto l'impegno e il coraggio possibile l'iniziativa regionale, il cui coordinamento era stato affidato a Minervini, nella sua qualità di assessore regionale alla protezione civile. Calamita era convinto che la posta in palio non fosse soltanto la chiusura dei "ghetti", ma una nuova filosofia del lavoro agricolo, il superamento del lavoro nero e del caporalato. "Se c...

Cronache dalla periferia del mondo (di Antonio Fortarezza)

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Ho parlato già in altre lettere meridiane dello sguardo di Antonio Fortarezza, della sua capacità di "guardare le cose ad altezza d'occhi" come gli angeli di Wender ne Il cielo sopra Berlino . Saper guardare implica il prender parte, la rinuncia al ruolo dell'osservatore. Sporcarsi le mani.  Antonio ama guardare e raccontare gli invisibili: malati di mente, immigrati che si spaccano la schiena raccogliendo pomodori, bellezze archeologiche sottratte alla vista e alla loro funzione.  L'ho conosciuto in occasione di un memorabile convegno sulla salute mentale. L'ho apprezzato lo scorso anno, quando è stato anima ed animatore del convegno sulla Filiera non etica , sulla vergogna del Grand Ghetto . Per guardare e raccontare, bisogna immergersi nelle cose. Ecco come Antonio Fortarezza  racconta una delle storie rimosse dalla "narrazione" della Capitanata. Il Grand Ghetto . Che siano parole o immagini, lo sguardo, la sua rara capacità di portare...

Il Ghetto di Foggia approda al festival di Nuova Delhi (e sul Google Cultural Institute)

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Grazie al Ghetto (si fa per dire, ovviamente) Foggia sbarca al Dehli Photo Festival e la foto dell’immigrato dal volto volutamente oscurato ed assente, finisce sulla galleria Art Project del Google Cultural Insitute .  L’immagine, che nell’autunno del 20125 è stata esposta assieme ad una serie di altre foto scattate in quello che viene definito il “Grand Ghetto” del capoluogo dauno, nel prestigioso festival indiano, uno dei più importanti del mondo, è provocatoriamente intitolata On the Identity of a Tomato Picker “Sull’identità di un raccoglitori di pomodori”.  Ma è proprio l’identità quella che manca: il bracciante immigrato è fotografato senza volto, in un provocatorio tentativo di rivelarne l’identità più vera e profonda. L’autore è Dario Bosio , giovane fotografo genovese, laureato in Giornalismo e media all’Università di Firenze. “Questa serie di fotografie è stata scattata  presso il ' Grand ghetto ' di Foggia, dove migliaia di immigrati africani lav...

Moralizzare l'oro rosso. Foggia ci prova.

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Capo Free Ghetto Off è stato tra i progetti più ambiziosi ed innovativi promossi dal governo regionale guidato da Nichi Vendola . Si prefiggeva l’obiettivo si smantellare i tanti ghetti che nel Tavoliere e nel resto del territorio regionale hanno abbruttito l’immagine della Puglia, favorendo nuove esperienze di aggregazione e di integrazione per i lavoratori immigrati che vivono nei ghetti, e nello stesso tempo cercando di estirpare il fenomeno dello schiavismo e del caporalato. Se l’obiettivo era ambizioso, ancora più ardita era la strategia pensata per conseguirlo: coinvolgere i diversi attori della filiera dell'oro rosso, compresi i produttori e la grande distribuzione. Combattere l’orrore dello sfruttamento e dell’alienazione con la solidarietà e l'etica, per esempio educando i consumatori a privilegiare i prodotti che si fregiano del bollino etico. Ho preso parte al progetto in quanto dirigente del settore lavoro della Provincia di Foggia, ed è stata un’esperienza forte...