Avrei voluto amarti

Facciamo un gioco. La poesia su Foggia che pubblico di seguito mi piace molto. Moltissimo. Perché è assai ben scritta e, pur non essendo io un critico letterario, la trovo poeticamente molto efficace e pregnante. E poi perché svela e racconta uno stato d’animo assai diffuso , che sento anche molto vicino al mio modo di vedere Foggia, di viverla. Di amarla e di detestarla. Mi piace davvero molto il sottotitolo, che è al tempo stesso una dedica: "Ad una città senza Comunità" . Il male più profondo di Foggia sta proprio in questo: nel suo essere una città (o più precisamente omile , per dirla con Danilo Dolci ) che non riesce a divenire una comunità civile. Non vi rivelo il nome dell’autore, e sta qui il gioco. Però lascio le note che accompagnano i versi e che in un certo senso ne tradiscono l’identità. Leggete questa bella poesia, amatela, condividetela e ditemi chi, secondo voi, ne è l’autore. * * * E ora che son qui speso agli anni e che posso dirlo ...