La resa del guerriero alla bruttezza dilagante
Non so se gli alberi hanno un’anima. Ma a guardare quel che resta di questo cedro del libano che si ergeva nel giardino dell’Arpa (l’agenzia regionale preposta alla tutela ambientale…) verrebbe fatto di dire sì. Sembra quasi che i rami si trasformino in braccia, che si aprono in un gesto amaro di resa. Un guerriero che, stanco di combattere, alza le mani e si arrende alla cultura della bruttezza che dilaga a Foggia. Un muto grido di dolore. Ma questa volta pare che a determinare la drastica potatura non siano state le ragioni di sicurezza invocate per l’abbattimento dei pini pericolanti ai Cavalli Stalloni, in via Guglielmi e a Parco San Felice. In un post pubblicato sul suo profilo facebook, Giuseppe Messina ricostruisce la sconcertante vicenda: Il "guerriero" stilizzato e lo "stucchio" - scrive Messina, riferendosi ad un secondo albero, che potete vedere nell'immagine a fianco - appartengono alle buonanime di due splendidi cedri del Libano, alti non ...