La scomparsa della vecchia Foggia... un pezzo di cuore che se ne va
Claudio Foggiano Doc, alias di Claudio Sottile, gia assessore e consigliere comunale del capoluogo dauno, lancia l'allarme, sulla bacheca del gruppo Amici della Domenica, su Palazzo Trifiletti.
"Stanno transennando e chiudendo un pezzo di corso Garibaldi, probabilmente per mettere in sicurezza palazzo Trifiletti e l'ex cinema Garibaldi - scrive Claudio- . Segniamoci la data, quando li rivedremo e soprattutto come li rivedremo?"
Il rischio che Sottile paventa tra le righe è che lasciati a se stessi, i due stabili già duramente provati, possano precipitare in condizioni di dissesto tali da obbligare la demolizione, spianando la strada a interventi edilizi.
Il bello, anzi, il brutto, è che qui non stiamo parlando di uno squinternato palazzo di periferia, ma di due immobili che hanno profondamente segnato la storia della città. Palazzo Trifiletti viene ritenuto un autentico gioiello architettonico, con il suo cortile caratterizzato da una larga ed elegante scalinata sorretta da due colonne, ed abbellito da fregi ed affreschi di notevole valore artistico, ornamenti ricercati.
Venne realizzato dalla famiglia Giovene, di origine partenopea ed ha conosciuto nel corso dei secoli diversi proprietari. Com'è sovente successo nella storia dei palazzi foggiani, quando la proprietà ha cominciato a frazionarsi eccessivamente, è cominciato un processo di declino ed abbandono che ha toccato il culmine nel 1980, quando a seguito del terremoto dell'Irpinia che lo danneggiò, l'amministrazione comunale lo dichiarò inagibile.
L'immobile venne occupato abusivamente ed abitato ancora per alcuni anni, fino a quando non crollò parzialmente il tetto, e il comune fece sgomberare quanti vi dimoravano. Qualche anno dopo, l'ingresso venne murato per garantire un minimo di decoro: l'atrio si era ormai trasformato in un ricettacolo di rifiuti.
L'anno scorso Vincenzo Saponaro e il sito Foggia in Guerra promossero una petizione per chiedere "alle autorità competenti, in particolare al Comune e alla Provincia di Foggia, l'avvio del progetto di riqualificazione e restauro della struttura che può essere adibita a museo della guerra, vista l'importanza del capoluogo Dauno che lo stesso ha ricoperto durante il secondo conflitto mondiale e della posizione del palazzo, su corso Garibaldi, a pochi metri dal Comune, area tanto importante durante i bombardamenti del 1943 e simbolo della vita cittadina nella storia."
Ha cercato di riportare in vita Palazzo Trifiletti anche l'associazione Jacob, con una mobilitazione che intendeva sensibilizzare la città sulla necessità di salvare questo prezioso bene: l'idea era di aprirvi uno spazio informativo e di partecipazione destinato ai giovani foggiani.
Ecco invece le transenne che coinvolgono anche un altro storico spazio cittadino: il Cinema Teatro Garibaldi chiuso ormai da una decina di anni. L'Università aveva pensato di utilizzarlo come proprio spazio, ma non se n'è fatto niente ed anche per questo storico cinema foggiano, di proprietà della famiglia Cicolella, è iniziato il processo di degrado.
Il malinconico transennamento non rappresenta certo un buon viatico per salvare questi due pezzi pregiati della storia della città. Non prelude a niente di buono. Rappresenta un'altra amara tappa del processo di declino di Foggia, del suo cuore, della sua identità. Che pare inarrestabile. Che pena, che tristezza.
"Stanno transennando e chiudendo un pezzo di corso Garibaldi, probabilmente per mettere in sicurezza palazzo Trifiletti e l'ex cinema Garibaldi - scrive Claudio- . Segniamoci la data, quando li rivedremo e soprattutto come li rivedremo?"
Il rischio che Sottile paventa tra le righe è che lasciati a se stessi, i due stabili già duramente provati, possano precipitare in condizioni di dissesto tali da obbligare la demolizione, spianando la strada a interventi edilizi.
Il bello, anzi, il brutto, è che qui non stiamo parlando di uno squinternato palazzo di periferia, ma di due immobili che hanno profondamente segnato la storia della città. Palazzo Trifiletti viene ritenuto un autentico gioiello architettonico, con il suo cortile caratterizzato da una larga ed elegante scalinata sorretta da due colonne, ed abbellito da fregi ed affreschi di notevole valore artistico, ornamenti ricercati.
Venne realizzato dalla famiglia Giovene, di origine partenopea ed ha conosciuto nel corso dei secoli diversi proprietari. Com'è sovente successo nella storia dei palazzi foggiani, quando la proprietà ha cominciato a frazionarsi eccessivamente, è cominciato un processo di declino ed abbandono che ha toccato il culmine nel 1980, quando a seguito del terremoto dell'Irpinia che lo danneggiò, l'amministrazione comunale lo dichiarò inagibile.
L'immobile venne occupato abusivamente ed abitato ancora per alcuni anni, fino a quando non crollò parzialmente il tetto, e il comune fece sgomberare quanti vi dimoravano. Qualche anno dopo, l'ingresso venne murato per garantire un minimo di decoro: l'atrio si era ormai trasformato in un ricettacolo di rifiuti.
L'anno scorso Vincenzo Saponaro e il sito Foggia in Guerra promossero una petizione per chiedere "alle autorità competenti, in particolare al Comune e alla Provincia di Foggia, l'avvio del progetto di riqualificazione e restauro della struttura che può essere adibita a museo della guerra, vista l'importanza del capoluogo Dauno che lo stesso ha ricoperto durante il secondo conflitto mondiale e della posizione del palazzo, su corso Garibaldi, a pochi metri dal Comune, area tanto importante durante i bombardamenti del 1943 e simbolo della vita cittadina nella storia."
Ha cercato di riportare in vita Palazzo Trifiletti anche l'associazione Jacob, con una mobilitazione che intendeva sensibilizzare la città sulla necessità di salvare questo prezioso bene: l'idea era di aprirvi uno spazio informativo e di partecipazione destinato ai giovani foggiani.
Ecco invece le transenne che coinvolgono anche un altro storico spazio cittadino: il Cinema Teatro Garibaldi chiuso ormai da una decina di anni. L'Università aveva pensato di utilizzarlo come proprio spazio, ma non se n'è fatto niente ed anche per questo storico cinema foggiano, di proprietà della famiglia Cicolella, è iniziato il processo di degrado.
Il malinconico transennamento non rappresenta certo un buon viatico per salvare questi due pezzi pregiati della storia della città. Non prelude a niente di buono. Rappresenta un'altra amara tappa del processo di declino di Foggia, del suo cuore, della sua identità. Che pare inarrestabile. Che pena, che tristezza.
Commenti