Quando Foggia somigliava a una metropoli, grazie alla sua stazione ferroviaria
In questi giorni si parla molto della stazione ferroviaria di Foggia, a rischio di penalizzazione qualora andasse in porto l’idea del bypass nel progetto attuativo dell’alta capacità ferroviaria Napoli-Bari. La linea che fin dai tempi più remoti della storia ferroviaria italiana collega Napoli a Foggia verrebbe dirottata verso una nuova piccola stazione da costruirsi a Cervaro, con quali disagi per i viaggiatori foggiani non è difficile immaginare.
Se l’idea dovesse andare in porto, si tratterebbe dell’ultimo atto di una serie che ha visto progressivamente marginalizzata la stazione ferroviaria foggiana, a vantaggio del capoluogo regionale. Questo processo è stato sinteticamente ma esaurientemente raccontato qualche giorno fa su Lettere Meridiane da Alfredo Signorile.
Girovagando per la rete, mi sono imbattuto per caso in due fotografie molto suggestive che testimoniano non soltanto l’importanza, ma anche la bellezza della stazione di Foggia, quando si trovava al centro di importanti investimenti da parte delle Ferrovie dello Stato e prima che la furia devastatrice dei bombardamenti alleati la radesse al suolo.
Le ho trovate in un bel forum specializzato di cose ferroviarie, in una pagina interessante, dedicata alle ferrovie italiane durante la guerra. Inutile dire che lo spazio occupato dal nodo di Foggia sopravanza quello di tutte le altre stazioni. A pubblicarle è Piero Chionna.
Scattate dai tecnici del Ministero dei Trasporti, risalgono al 1930, ovvero al periodo in cui cominciava a prendere corpo il progetto della Grande Foggia che vide fiorire nel capoluogo dauno una massa notevole di opere pubbliche: il Palazzo degli Uffici, il Palazzo degli Studi, il Palazzo della Bonifica, la fontana di Piazza Cavour, simbolo della costruzione dell’Acquedotto Pugliese.
Le immagini - scrive Chionna - "mostrano il deposito locomotive di Foggia come appariva all'epoca della sua inaugurazione avvenuta nel 1930, durante i primi esperimenti di elettrificazione a 3000 Vcc condotti in Italia lungo la linea Foggia-Benevento. Nelle immagini si notano le nuove E626 in sosta."
Non si può guardare queste fotografie senza un pizzico di commozione. Il deposito locomotive era la cifra visibile dell’importanza nevralgica del nodo ferroviaria foggiano. Bello, grande, tanto da far pensare - a guardarlo oggi - che non si tratti di Foggia ma della stazione di una metropoli.
Poi sarebbero arrivate le bombe degli alleati e una politica sempre più baricentrica…
Se l’idea dovesse andare in porto, si tratterebbe dell’ultimo atto di una serie che ha visto progressivamente marginalizzata la stazione ferroviaria foggiana, a vantaggio del capoluogo regionale. Questo processo è stato sinteticamente ma esaurientemente raccontato qualche giorno fa su Lettere Meridiane da Alfredo Signorile.
Girovagando per la rete, mi sono imbattuto per caso in due fotografie molto suggestive che testimoniano non soltanto l’importanza, ma anche la bellezza della stazione di Foggia, quando si trovava al centro di importanti investimenti da parte delle Ferrovie dello Stato e prima che la furia devastatrice dei bombardamenti alleati la radesse al suolo.
Le ho trovate in un bel forum specializzato di cose ferroviarie, in una pagina interessante, dedicata alle ferrovie italiane durante la guerra. Inutile dire che lo spazio occupato dal nodo di Foggia sopravanza quello di tutte le altre stazioni. A pubblicarle è Piero Chionna.
Scattate dai tecnici del Ministero dei Trasporti, risalgono al 1930, ovvero al periodo in cui cominciava a prendere corpo il progetto della Grande Foggia che vide fiorire nel capoluogo dauno una massa notevole di opere pubbliche: il Palazzo degli Uffici, il Palazzo degli Studi, il Palazzo della Bonifica, la fontana di Piazza Cavour, simbolo della costruzione dell’Acquedotto Pugliese.
Le immagini - scrive Chionna - "mostrano il deposito locomotive di Foggia come appariva all'epoca della sua inaugurazione avvenuta nel 1930, durante i primi esperimenti di elettrificazione a 3000 Vcc condotti in Italia lungo la linea Foggia-Benevento. Nelle immagini si notano le nuove E626 in sosta."
Non si può guardare queste fotografie senza un pizzico di commozione. Il deposito locomotive era la cifra visibile dell’importanza nevralgica del nodo ferroviaria foggiano. Bello, grande, tanto da far pensare - a guardarlo oggi - che non si tratti di Foggia ma della stazione di una metropoli.
Poi sarebbero arrivate le bombe degli alleati e una politica sempre più baricentrica…
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