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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Manfredonia sorpassa Castel del Monte. Ma adesso bisogna fare sistema.

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Manfredonia sorpassa Castel del Monte. L’offerta culturale della città sipontina è stata la più apprezzata dai visitatori pugliesi in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio , che si sono celebrate nello scorso week end, il 23 e il 24 settembre. A dirlo sono i dati diffusi dall’Ufficio Statistica del Polo Museale della Puglia: con i 2.206 visitatori che si sono registrati al Castello ed i 1.717 del Parco Archeologico di Siponto, Manfredonia svetta in cima alla classifica regionale delle presenze, precedendo - e scusate se è poco - Castel del Monte (2.600 presenze), Canne della Battaglia di Barletta (532), Museo Nazionale Archeologico di Altamura (520), Castello di Bari (479), Galleria Nazionale di Bitonto (349), Museo Archeologico Egnazia (345), Museo Archeologico Ruvo (335), Castello di Trani (229), Museo Archeologico Gioia (177), Palazzo Sinesi di Canosa (169), Chiostro San Domenico di Taranto (62), Castello di Copertino (59). Non è la prima volta che Manfredonia sopravan

Altro che Legge 194. Oggi l'aborto si fa in rete

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I servizi per l’interruzione volontaria chirurgica della gravidanza latitano: in tutta la Capitanata, sono solo 4 i ginecologi non obiettori. Le cose non vanno meglio per l’aborto farmacologico: dopo aver destato inizialmente un certo interesse, il ricorso alla pillola RU486 è calato drasticamente, perché nelle strutture sanitarie non viene garantita la privacy necessaria. In compenso è esponenzialmente cresciuto il fai da te. L’aborto clandestino è una piaga del passato, ma è stato sostituito dall’acquisto on line di pillole: sono rischiose per la salute, ma garantiscono la riservatezza e l’anonimato, che sono negati dai servizi pubblici. Questo il quadro, assai poco confortante, disegnato nel corso del convegno promosso dai coordinamenti femminili della Cgil e dello SPI Cgil (il sindacato di categoria dei pensionati), dall'associazione Link e dall'Unione degli Studenti in occasione della giornata di azione globale per l'accesso all'aborto sicuro e globale. Il diritto

Dio non è mai indifferente (di don Tonino Intiso)

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Nel suo eremo di via del Risorgimento, don Tonino Intiso prega, pensa, si preoccupa per gli amici che non gli telefonano e non gli danno notizie, legge giornali e libri, raccogliendo pazientemente le tracce di Dio nella storia quotidiana, compilando rassegne stampa, schegge di pensieri. Qualche tempo fa, mi fece leggere una riflessione che nelle sue intenzioni dovrebbe costituire l’ incipit del catalogo della sua ormai sterminata produzione. È una sorta di preghiera contemporanea, uno squarcio su un'oasi di pensiero, in un mondo che procede ad una velocità sempre più accelerata, ma che probabilmente ha smarrito il senso dell’andare, e della meta. Mentre leggevo il suo scritto, don Tonino mi invitò a riflettere sulla immagine che vedete in alto. Certo di fargli cosa gradita, li offro a mia volta agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane invitando quanti volessero mettersi in contatto con don Tonino, a scrivermi in posta elettronica. Al termine trovate il link per scaricar

Tutta la bellezza che abbiamo perduto

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Il libro "Foggia Imperiale" di Benedetto Biagi è tra quelli che hanno maggiormente contributo alla cattiva fama del tema della Foggia fridericiana presso gli storici e gli studiosi. Scrittore, intellettuale e promotore dell'Università popolare che vide la luce a Foggia nel primo dopoguerra, Biagi lo scrisse durante il fascismo, mentre volgeva al culmine il progetto della " grande Foggia " voluto dall'amministrazione comunale guidata da Gaetano Postiglione e sostenuto dal regime. È un libro esagerato, a tratti forzato, e fortemente ideologico, come lascia chiaramente intendere la conclusione, in cui Biagi scrive: "Colle sante memorie illustrate, rievocatrici di un passato di gloria, vive il grande Imperatore nell’anima del popolo di Foggia. Le mura, la reggia, il castello, la pescheria, il pozzo rotondo sono scomparsi, ma non è scomparso il ricordo di tanta grandezza. […] Nella piazza intitolata al nome della Cesarea Maestà sente aleggiare lo s

Faragola siamo noi: parte la campagna di crowdfunding, il video di Antonio Fortarezza

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“Più di mille anni di storia sembrano andati in fumo in una notte”. Giuliano Volpe , archeologo e presidente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e paesaggistici del MiBACT, commenta amaramente il rogo di Villa Faragola ad Ascoli Satriano, che qualche settimana fa ha provocato ingenti danni ad una delle aree archeologiche più belle e suggestive della Puglia. Ma non tutto è perduto. Faragola può e deve risorgere dalle sue ceneri, come l’araba fenice. E mentre il Mibact annuncia un intervento di somma urgenza per 500.000 euro, la Fondazione Apulia Felix , guidata dallo stesso Volpe, mobilita l’opinione pubblica e lancia una raccolta fondi per consentire la rinascita di questo autentico gioiello archeologico. Probabilmente di proprietà di un ricco senatore romano che possedeva grandi quantità di terreni agrari nel Mezzogiorno, la villa conobbe il periodo di massimo fulgore tra il IV e il VI secolo dopo Cristo, quando venne adornata con terme e marmi policromi,  una grande sala

Dio si fa trovare, perfino da chi lo sfida

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Nell’era della cultura laica e secolarizzata e dell’ateismo militante, ci vuole coraggio a fare film che parlano di Dio, anzi, a voler dirla tutta, in cui Dio, pur silenzioso, è il protagonista. Per questo, difficilmente lo vedrete in televisione, Tiro Libero di Alessandro Valori : oggi ne avete l’ultima opportunità, a Foggia, alla Città del Cinema (sala 9, proiezioni ore 16.25 e 20.25). Il film è in se stesso un piccolo miracolo. Simone Riccioni è il classico bello del cinema, ma anche la testimonianza vivente che se, oltre al physique du rôle , hai la testa e soprattutto il cuore, puoi lavorare con Federico Moccia ( Universitari ), Fausto Brizzi ( Com’è bello far l’amore ) e Jerry Calà ( Pipì Room ), ma anche interpretare, scrivere e produrre film indipendenti di rara bellezza, come aveva già fatto assieme a Valori, con Come saltano i pesci , e come fa in Tiro Libero , tratto da una storia vera di cui Simone è stato testimone, e cui l'attore ha anche dedicato un libro .

Alla Città del Cinema Tiro Libero, il nuovo film di Alessandro Valori. Da vedere!

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Alessandro Valori è uno dei pochi autori di cinema i cui film vado a vedere a scatola chiusa, sulla parola (la sua, visto che siamo amici). E non ne resto mai deluso. Li ho visti tutti, così come, fino a quando è esistito, il Festival del Cinema Indipendente di Foggia , li ha ospitati tutti. Fin dal suo lungometraggio d’esordio, RadioWest , tra i cui sceneggiatori figurava un altro caro e talentuoso amico cineasta, Francesco Colangelo . Per alcuni anni, Colangelo (originario di Bovino) e Valori sono stati promotori e direttori del Bovino Independent Short Film Festival , una delle migliori rassegne cinematografiche che si svolgevano in Puglia. Alessandro è un amico del cinema di Capitanata. Il pregio maggiore dei suoi film sta nel sempre riuscito equilibrio tra una scrittura di livello e una regia garbata, particolarmente attenta alla valorizzazione degli attori. Il suo cinema di è un bell’esempio di come si possano fare film di qualità contenendo i costi di produzione. Oggi andr

Foggia da salvare: evento domani sera a Parcocittà

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Valorizzare memoria intesa non come album dei ricordi, ma come risorsa (fondamentale) del futuro è uno dei leit motiv di Lettere Meridiane . Se ne parlerà domani a Parco San Felice, a partire dai casi che in questi mesi stanno maggiormente appassionando l'opinione pubblica foggiana: San Lorenzo in Carmignano, Masseria Pantano, Masseria Giardino, ferite aperte e sanguinanti nel cuore di una città che nel corso dei secoli ha pagato un prezzo molto caro alla memoria, e alla propria identità. Questi ed altri beni culturali della città di Foggia saranno protagonisti dell’evento Foggia da salvare , in cui verranno proiettati alcuni video realizzati dal giovane videoblogger foggiano, Fabrizio De Lillo , che stanno riscuotendo un notevole successo sul social network. Saranno presentati anche alcuni video inediti di De Lillo, come sempre caratterizzati dall’uso del drone che però non è più, soltanto, uno “sguardo dall’alto” ma anche un punto di vista sulla città “ad altezza d’occhi”, c

Leotta e Di Marzio esaltano i tifosi rossoneri

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I tifosi foggiani al Rigamonti Il Foggia sta facendo parlare di sé non soltanto per la forza della squadra, che dopo il poco esaltante avvio di campionato sembra essersi ripresa alla grande, ma anche per il calore e la passione dei suoi tifosi che conquistano la copertina della trasmissione dedicata al torneo cadetto, curata, su Sky , da Diletta Leotta e Gianluca Di Marzio . È stata la conduttrice ad esaltare lo spettacolo che i tifosi rossoneri hanno offerto sugli spalti dello stadio Rigamonti, dove i satanelli sono stati seguiti da più di mille tifosi, che hanno incessantemente sostenuto i loro beniamini, nella difficile trasferta. “Una festa di popolo” ha sottolineato Gianluca Di Marzio , commentando assieme a mister Stroppa l’entusiasmo che si è scatenato dopo il gol del provvisorio vantaggio rossonero firmato da Chiricò. Stroppa si è detto soddisfatto della prova della sua squadra, sottolineando, tuttavia, che il Foggia non ha ripetuto la prova straordinaria offerta a Carpi

Bari e Foggia, tifoserie top della Serie B

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Nonostante l’avvio di campionato non proprio esaltante, il pubblico dello Zaccheria si dimostra veramente da serie superiore. Se nella prima rilevazione pubblicata da Lettere Meridiane i tifosi rossoneri si classificavano nella terza piazza per numero medio di spettatori (alle spalle del Bari e del Pescara), i dati del sito specializzato Transfermarkt.it , dopo le prime giornate di campionato, collocano i tifosi del Foggia. In cima ci sono sempre i supporter del Bari, con 32.252 spettatori nei primi due turni di campionato e una media di 16.126, ma i fans dei satanelli inseguono, con 23,151 spettatori totali (media partita 11,576). Al terzo posto c’è il pubblico del Cesena (22.974 paganti nei primi due turni del torneo, media 11.487), tallonato dai tifosi del Parma. Al Tardini ci sono andati in 22.928, facendo segnare una media di 11.464. Naturalmente, i dati tengono conto anche dei tifosi delle squadra avversarie che partecipano alle trasferte per sostenere i loro beniamini. E

Aeroporto Lisa, la Commissione Europea chiarisce e gela gli entusiasmi

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Non è proprio un’altra tegola che si abbatte sul Gino Lisa, ma una correzione di rotta, una puntualizzazione necessaria per evitare equivoci, e per scongiurare che nuovi intoppi sorgano nella corsa ad ostacoli che sta caratterizzando l’iter dell’allungamento della pista. Il contributo pubblico per la realizzazione dell’opera non è del 95% come si sperava (e che la Regione Puglia si era impegnata a coprire), ma del 75%. I privati che vorranno sostenere il progetto dovranno sobbarcarsi il 25% dei costi (14 milioni di euro la spesa complessiva prevista), e non il 5%, come si pensava e come si sperava. Lo chiarisce in modo purtroppo inequivocabile, la risposta all’interrogazione (che potete leggere qui ) presentata sull’argomento dalla deputata europea Elena Gentile , fornita verso la fine di agosto, a nome della Commissione, da Margrethe Vestager , danese, e commissaria europea alla concorrenza. “Ho presentato l’interrogazione - chiarisce l’eurodeputata pugliese - per chiarire la situ

Il luogo che accolse per primo l'Iconavetere è un ricettacolo di rifiuti

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Secondo la tradizione, gli umili pastori che rinvennero il quadro dell'Iconavetere, guidati da tre fiammelle che luccicavano sull'acqua, lo trasportarono nella poco distante Taverna del Gufo , che rapidamente diventò meta di pellegrinaggi e venne trasformato in una Chiesa. Si tratta dell'attuale chiesa di San Tommaso, che sorge all'incrocio tra via Ricciardi e via Arpi, ed è di conseguenza la più antica chiesa parrocchiale foggiana. È da tempo chiusa al culto, per problemi di sicurezza che l'hanno resa impraticabile. Il progetto di lavori di restauro aveva ottenuto un finanziamento pubblico, che però non è stato utilizzato. Da un po' di tempo l'edificio è stato circondato da transenne, proprio per garantire la sicurezza dei passanti. Il problema è che le transenne sono diventate, come documenta la sequenza di foto che potete vedere più sotto, un autentico ricettacolo di rifiuti, brutto a vedersi ma anche potenzialmente rischioso per l'igiene pubblica

La Dea Eupalla esiste, ed è più forte della Dea Bendata

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L'esultanza di Martinelli dopo la rete che ha avviato la grande rimonta rossonera Chissà cosa avrà pensato la dea Eupalla iera sera quando, al nono minuto del primo tempo della partita tra Carpi e Foggia, ha visto il difensore pugliese Camporese avvitarsi malamente e goffamente nel tentativo di fermare Mbagoku, che si è invece involato verso l’area rossonera, infilando il portiere e portando in vantaggio i padroni di casa. Secondo quell’indimenticabile maestro di giornalismo e di buon senso che è stato Gianni Brera, Eupalla è “la divinità benevola che, assistendo pazientemente alle goffe scarponerie dei bipedi, presiede alle vicende del calcio, ma soprattutto del bel gioco.” Alzi la mano chi, tra i tifosi rossoneri, di fronte all’ennesimo strafalcione della retroguardia dei satanelli non ha pensato: stasera le prendiamo di nuovo, e di brutto. D’altra parte, si sfidavano nello stadio emiliano le due difese “estreme” del torneo cadetto: da una parte la più impenetrabile (solo u

Foggia e la Capitanata si specchiano nel film di Luciano Emmer

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Che bella serata ieri a Parcocittà. All'insegna della bellezza e della nostalgia. In una sala attenta e gremita, abbiamo rivisto ventun'anni dopo la sua prima proiezione, Foggia non dirle mai addio, il travelogue che Luciano Emmer girò nel 1996 per conto della Provincia di Foggia, allora guidata da Antonio Pellegrino. Ho presentato decine di volte il docufilm di Emmer, maestro del cinema italiano e protagonista non secondario della grande stagione neorealista, ma ogni volta ne rimango conquistato, e scopro nuove suggestioni, trovo nuove emozioni. Prima della proiezione di ieri sera, che ho avuto il piacere di presentare, ho chiesto agli spettatori presenti quanti non avessero mai visto il film. Con mia sorpresa, erano la stragrande maggioranza. Ventun'anni sono tanti. E sono tantissimi i giovani che non hanno (ancora) potuto vederlo. Questo piccolo capolavoro andrebbe riscoperto, fatto girare nelle scuole, riproposto alle giovani generazioni come provocazione, come

Quando a Foggia la sosta sul corso era vietata. Ma ai pedoni.

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È proprio vero che le antiche foto raccontano un’epoca. Quelle di oggi, colorizzate con l’algoritmo di intelligenza artificiale che gli amici e i lettori di Lettere Meridiane hanno imparato ad apprezzare, riguardano entrambe il cuore pulsante di Foggia: corso Vittorio Emanuele, ripreso da due punti di vista diversi: l’inizio, che coincide con l’attuale isola pedonale, all’incrocio con piazza Giordano e Corso Cairoli, e il tratto centrale, all’incrocio con Corso Garibaldi e piazza Oberdan, dove campeggiano i primi grandi magazzini aperti a Foggia, e cioè la Standa . Le due foto sono state scattate a pochi anni di distanza l’una dall’altra. La più antica è quella che mostra l’inizio del corso, e risale agli anni Quaranta. La seconda fa vedere, invece, com’era Foggia negli anni Cinquanta. Nell’una e nell’altra immagine, il corso sembra particolarmente affollato e vissuto. Si intravedono bar con tavolini, l’atmosfera complessiva è quella di una città non diciamo opulenta, ma non pover

Il primo "Viaggio nel Sud" della Rai partì da Manfredonia

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“Finché non potremo mangiare, vestirci, divertirci, consumando la stessa quantità di beni al Nord e al Sud, il ciclo del Risorgimento non si potrà considerarsi compiuto, né l’Italia potrà considerarsi unificata ed equilibrata di fronte alle esigenze dell’economia e del progresso internazionale”. Parole sante, e purtroppo dimenticate. A pronunciarle era la televisione pubblica, quando faceva ancora il suo mestiere, e non era ancora diventata una fabbrica di intrattenimento di bassa lega. Siamo nel 1958, anno in cui la Rai varò una trasmissione intitolata “Viaggio nel Sud” , che raccontava la vita nelle regioni e nei paesi del meridione. Come viene spiegato nella puntata introduttiva, “una parte dell’Italia meridionale, a causa di infelici vicende storiche è rimasta isolata, ferma in una continuazione del medioevo che si è protratta fino a un secolo fa, e questo triste destino, non ha sminuito né la forza né l’ingegno delle popolazioni ma ne ha invece ritardato di molto la rinascita.

Fuggire da Foggia? No. Non dirle mai addio.

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Fuggire da Foggia, come recita l’antico, antipatico adagio? No. Perché a Foggia non si deve mai dire addio. Me lo ha insegnato, ventuno anni fa, un caro amico, un grande uomo di cinema che foggiano non era, ma amava Foggia, che aveva eletto a sua città d’adozione: Luciano Emmer , maestro del cinema italiano, capofila di alcun generi che hanno fatto scuola (come il cinema che parla di scuola o quello ambientato sulle spiagge estive), padre dei Caroselli televisivi. Il rapporto intenso tra Emmer e Foggia venne suggellato da un film che domani sera verrà riproposto, in occasione del ventunesimo anniversario della realizzazione, nell’ambito delle manifestazioni di Settembre al Parco , da Parcocittà in collaborazione con il nostro blog, Lettere Meridiane. Il docufilm di Luciano Emmer è intitolato appunto, Foggia non dirle mai addio : il grande regista neorealista lo realizzò nel 1996 per conto della Provincia di Foggia, guidata da quel grande presidente che è stato Antonio Pellegrino

Bombardamenti, perché si deve dare un nome alle vittime (di Maurizio De Tullio)

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Maurizio De Tullio mi ha fatto pervenire un prezioso contributo, nel quale riflette su diversi temi trattati nelle ultime settimane da Lettere Meridiane . Tra le altre cose, l'articolo risponde alle considerazioni che avevo svolto su quello che ho definito riduzionismo , atteggiamento che caratterizza alcuni strati della opinione pubblica foggiana a sminuire la portata di eventi epocali, come i bombardamenti. Le riflessioni di Maurizio sono ampie, articolate, e per larghissima parte condivisibili. Meritano una risposta articolata ed approfondita, che mi riservo di fornire  nei prossimi giorni, con una lettera meridiana ad hoc. Solo una battuta sulle considerazioni finali, in cui De Tullio scrive: Credo occorra combattere gli stupidi che a Foggia, e sui Social locali, crescono e si moltiplicano in quantità industriale!  Solo per aver espresso opinione contraria (e motivata) al progetto di ricostruzione del Palazzo di Federico II e per aver contestato la bontà artistica di un

Vivere da cani? Può essere bello, se succede al Trabucco di Mimì

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Uno storytelling garbato, divertente, intelligente quello che Gianpier Clima manda on line con il suo cortometraggio Trabucco vita Tracani (grazie a Teresa Maria Rauzino per la segnalazione). Per la serie: vivere da cani non è il massimo che puoi aspettarti dalla vita, ma se devi farlo al Trabucco da Mimì , leggendaria location peschiciana, non è poi così male, tra belle turiste in minigonna e bocconcini prelibati che ti passano i forestieri perché, come si ricorda nel film, dagli Ottaviano , proprietari del ristorante, “i cani sono e saranno sempre trattati da Signori Cani "... Il cortometraggio racconta, attraversando l'intero arco delle 24 ore, dalla notte alla notte successiva, gli accadimenti di una classica giornata estiva al trabucco; il tutto visto da e con gli occhi di una triade di tipici cani "pumetti" peschiciani, Lola, Scheggia e Scotty : bassi, tarchiati, bruttini, indolenti, pigri e in definitiva simpatici (le voci sono di Katia Sciotti e Faust

Parte da Monte Sant'Angelo il rilancio dell'ecologia sociale

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Camminare sul crinale d’una montagna è sicuramente pericoloso, se non sei un alpinista, però ti fa godere d’uno sguardo privilegiato: guardi dall’alto, che più in alto non si può, e a destra e a sinistra, sopra e sotto. Allo stesso modo, vivere border line , a stretto contatto con il disagio, è certamente scomodo e duro, però può allargarti la mente, svelandoti che il disagio certe volte può offrire - tanto a chi ne è vittima, quanto a chi si sforza di curarlo - preziose opportunità di cambiamento. Può accadere così che ritrovarsi in gruppo per fare in modo che persone colpite dall’alcolismo non bevano più, o per aiutare individui che soffrono di problemi psichici, si trasformi in qualcosa d’altro e più ampio: un sentirsi e fare comunità che aiuta tutti a vivere meglio, a migliorare la qualità della vita individuale e del gruppo. Ad essere stimolo di cambiamento e di crescita per l'intera collettività. Questo approccio accomuna due delle strategie terapeutiche più innovative e

Al Sud basta un banalissimo (ma equo) intervento ordinario (di Michele Eugenio Di Carlo)

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Michele Eugenio Di Carlo torna sulla questione meridionale, la cui attualità è stata in questi giorni rilanciata dal presidente del Consiglio, Gentiloni, in occasione del suo discorso inaugurale alla Fiera del Levante. Un intervento, quello di Di Carlo, come sempre appassionato, ma lucido, che tra gli altri pregi, ha anche quello di ripercorrere storicamente le alterne vicende del dibattito sulla questione meridionale, fino al suo occultamento. Lo ringrazio per aver voluto condividere le sue riflessioni con gli amici e i lettori di Lettere Meridiane . * * * È del tutto normale che i nostri giovani continuino ad emigrare? No! L’emigrazione è sempre la prova di un’economia sottosviluppata che non utilizza le proprie risorse o, meglio, le cui risorse vengono sfruttate  da multinazionali e gruppi affaristici di aree sviluppate con il beneplacito di politiche interne ed esterne compiacenti. Quando questo avviene all’interno di un’area geografica politicamente unita, come l’Italia,

Ecco gli "appunti" del viaggio garganico e pugliese di Lomax e Carpitella

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Il social network offre importanti possibilità (per alcuni versi ancora inesplorate) di raccogliere memoria che altrimenti andrebbe dispersa, di intrecciarla, e di scrivere dunque storie e storia, quella che gli addetti ai lavori chiamano public history , e che altrove è una vera e proprio disciplina scientifica. Si tratta, soprattutto, della storia che si nutre di fonti non convenzionali, come le fotografie o i ricordi. Miky Lauriola‎ e gli amici del gruppo Facebook   "Sei di Monte se ..." me ne hanno dato una bella efficace dimostrazione. Sincero cultore della memoria e delle radici del suo paese e del Gargano, Miky ha prontamente raccolto la “dritta” contenuta nella lettera meridiana sul viaggio garganico del grande etnografo statunitense Alan Lomax e l’etnomusicologo calabrese Diego Carpitella , ed è andato a spulciare nell’archivio fotografico di Lomax, dove ha scovato due fotografie di un musicista dal volto sorridente e solare, che imbraccia una finissima fisa

Bellezze foggiane da riscoprire: Maria Grazia Barone

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Ci sono bellezze che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, ma che ci sfuggono, vuoi perché ormai assediate dal traffico rumoroso, vuoi perché alberi ed altri manufatti ne impediscono la visione completa che meriterebbero. È il caso di Maria Grazia Barone , oggetto della foto "colorizzata" di oggi. Al di là della sua bellezza estetica e monumentale, è il caso di ricordare che prima di tutto Maria Grazia Barone è un monumento alla solidarietà ed alla filantropia. La sua costruzione fu voluta infatti dalla nobildonna cui l'istituzione è intitolata che, nel suo testamento, lasciò le sue proprietà terriere alla città che le aveva dato i natali (il padre, Alessio Barone , era stato sindaco di Foggia, perseguitato dal governo borbonico) allo scopo di costruire un ospizio per gli anziani poveri. Retta attualmente da una fondazione, Maria Grazia Barone è una delle più antiche istituzioni della città. La foto dev'essere stata scattata subito dopo l'inaugurazione, c

Monaco riscopre un articolo di Soccio: "Non si uccide una Città"

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Lucera è una città simbolo della Capitanata, più precisamente di quel declino che ha colpito la terra dauna, senza che si sia riusciti a invertire la rotta. L’immagine che illustra il post è tratta da una cartolina e raffigura quello che era una volta uno dei simboli riconosciuti e condivisi della città: il suo tribunale di questa città. Domani, ricorreranno quattro anni dalla soppressione, che fa il paio con un’altra, dolorosa, défaillance : quella del suo ospedale. L’uno e l’altro erano una volta sede di illustri giuristi e medici. Erano l’onore e il vanto della cittadina. Non succede spesso che un palazzo di giustizia finisca su un cartolina. Se a Lucera è successo, è proprio per i valore simbolico dell’istituzione e dell’edificio che la ospitava. Abbiamo voluto “colorizzare” la foto, che risale al secolo scorso, e che era originariamente in bianco e nero, a significare e a sostenere la speranza di riscatto e di futuro che la gente lucerina continua a nutrire. Potete scaricarla

La lettura ungarettiana del foggiano Paglia premiata al concorso internazionale Lago Gerundo

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Con il suo libro, Il grido e l’ultragrido. Lettura di Ungaretti (dal Sentimento del Tempo al Taccuino del Vecchio) , pubblicato da Ed. Lemonnier Università - Mondadori , lo scrittore e poeta foggiano, Luigi Paglia si è aggiudicato il Premio speciale della giuria per la critica letteraria nel Concorso internazionale “Lago Gerundo” di Paullo-Milano, conferito da una prestigiosa giuria composta dallo scrittore Carlo Alfieri , dal professore ordinario dell’Università La sapienza di Roma, Giovanni Antonucci , dal poeta Ivan Fedeli , da Rosy Lorenzini , docente e segretaria del Premio, da Cesare Milanese , autore e critico letterario e da Marco Ostoni , storico e giornalista. Nel binomio grido-ultragrido, che dà il titolo al libro, è proposto il diagramma emotivo e stilistico delle opere poetiche ungarettiane oscillanti dialetticamente tra il dolore della vita («d’abissale pena soffoco») e il suo superamento nell’ultragrido metafisico paragonato ad un ultrasuono che nel campo fisico va

Se Faragola diventa la culla dell'araba fenice...

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Dal suo profilo facebook, Giuliano Volpe manifesta preoccupazione per il calo di tensione che si sta registrando localmente, dopo lo scempio di Faragola, e invita “passato il momento della tragedia” a non sottovalutarne la gravità. Sarebbe in effetti un errore circoscrivere nell’ambito della cronaca nera il barbaro rogo che ha gravemente danneggiato la Villa romana di Faragola e i suoi straordinari reperti archeologici, delegando il caso alle indagini della magistratura e delle forze dell’ordine. Se si vuole ripartire, non si può fare a meno di riflettere sull'interrogativo che aleggia fin da quando le fiamme hanno oltraggiato un inestimabile patrimonio. Come ha potuto verificarsi un episodio del genere? Tanta ricchezza e tanta bellezza erano adeguatamente custodite e tutelate? E in futuro, cosa si può fare per evitare che episodi del genere abbiano a ripetersi? Volpe non è uno che si nasconde dietro il dito, ed affida al suo blog lo sfogo amaro di chi quella villa l’ha scope