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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Quelle tristi Chiese chiuse, la sera di giovedì santo...

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Giovedì Santo 2016. Foto di Bruno Caravella Ma perché il giovedì santo non vengono riaperte le chiese non parrocchiali, in modo che possa tornare ad essere praticata in tutta la sua potenzialità la tradizione popolare dei cosiddetti Sepolcri ? Anche lo scorso giovedì santo, ad essere addobbati erano soltanto gli altari delle reposizione ubicati nelle chiese parrocchiali, secondo una decisione adottata dalla Curia sei anni fa, nella Settimana Santa del 2010. Nella occasione, venne anche fornita una spiegazione teologica: i sepolcri custodiscono le ostie consacrate che vengono distribuite ai fedeli il venerdì santo, che è la sola giornata dell’anno in cui non c’è la messa, operazione che viene effettuata solo nelle chiese parrocchiali e non nelle rettorie. Una motivazione ineccepibile dal punto di vista teologico, ma che mortifica pesantemente la religiosità popolare, per la quale il giovedì santo era l’occasione per visitare chiese che normalmente durante l’anno restano chi

Stasera su Cielo (ore 23) il film "maledetto" di Fernando Di Leo

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Per gli appassionati di cinema, c’è stasera l’imperdibile opportunità di vedere uno dei film più controversi ma anche più apprezzati dalla critica del regista foggiano Fernando Di Leo , Avere vent’anni , in onda alle 23.00 in chiaro su Cielo . La pellicola che uscì nella sale nel 1978, si iscrive nel filone erotico della filmografia dell’autore nato a San Ferdinando di Puglia. È forse anche il film più “foggiano” girato da Di Leo. La colonna sonora è del suo amico Silvano Spadaccino (musicista e cantautore foggiano, che andrebbe riscoperto e onorato) che nel film è impegnato anche come attore: interpreta la parte del chitarrista (lo vediamo nelle foto, con le due protagoniste). La casa di produzione  è invece la International Daunia Film che, secondo un’usanza molto diffusa nel cinema di quegli anni, venne fondata per l’occasione, ed ha al suo attivo soltanto questo film. Come si legge su Wikipedia , "è probabilmente il film più censurato e controverso tra quelli

Standing ovation foggiana al poeta Magrelli e alla pianista Vacatello

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di Luigi Paglia Quella di domenica 13 marzo è stata per Foggia una straordinaria giornata di poesia e musica che ha avuto come protagonisti  la pianista,  pluripremiata e molto apprezzata dalla critica, Mariangela Vacatello e Valerio Magrelli , uno dei più originali e maggiori poeti contemporanei, la cui venuta a Foggia è  paragonabile –pur nella differenza dei tempi e degli itinerari poetici - alla visita nella nostra città di Mario Luzi il 30 aprile 1998,  La carrellata poetico-musicale è iniziata  alle  ore 11.30 nello spazio live della libreria Ubik in cui, presentato dal prof. Michele Trecca , Magrelli  ha tenuto una conversazione sull’universo della letteratura, parlando delle sue esperienze di vita e di docenza di letteratura francese nelle università di Pisa e Cassino, prospettando il panorama delle sue letture e predilezioni sia nel campo della narrativa (da Balzac a Sterne, da Dickens a Nabokov)  che in quello della poesia (Montale, Betocchi, Luzi, Rebora). Il poeta

Foggia, tre fiammelle sull'acqua

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Acuto osservatore della città, Lorenzo Brescia (alias Viere Ferro sul social) ci ha messo un nonnulla a scoprire e localizzare lo stemma di Foggia che avevo pubblicato qualche giorno fa: adorna il palazzo di viale Manfredi che si affaccia sul piazzale della Stazione ferroviaria, come dimostra la mappa google postata dallo stesso Brescia. Una curiosità: le tre fiammelle sono raffigurate più volte, ed assieme allo stemma sabaudo, come si vede nella foto di sopra, che illustra il post. Il progettista del palazzo dimostrò una positiva attenzione verso la città, raffigurandone i simboli in modo così evidente. Ma quanto antico è lo stemma di Foggia? La risposta nel bell'articolo che segue, a firma di Michele Paglia , che lo pubblicò qualche anno fa su Reciproca , la rete civica provinciale.  Lo scritto di Paglia conferma il legame indissolubile tra lo stemma civico e la tradizione religiosa: le tre fiammelle sull'acqua simboleggiano, infatti, in rinvenimento dell'I

L'antica Siponto torna alla luce a Roma

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L'antica Siponto secondo Antoniazzo, sullo sfondo, Monte Sant'Angelo Siponto, Manfredonia, Monte Sant'Angelo e il Gargano sono sempre più i protagonisti eccellenti della primavera culturale 2016. Dopo l'exploit di visitatori fatto registrare dalla originalissima ricostruzione artistica dell’antica basilica sipontina, ottenuta da Edoardo Tresoldi attraverso un sapiente gioco di reti metalliche e luci, la Montagna Sacra ed i suoi miti si sono messi in mostra, a sorpresa, anche a Roma, grazie alla riapertura al pubblico della Cappella Bessarione , “uno dei luoghi più importanti per la storia della pittura del ‘400 a Roma - come si legge nei siti web specializzati - con affreschi eseguiti da Antoniazzo Romano e Melozzo da Forlì .”  Il bello è che uno di questi affreschi, di straordinaria fattura ed espressività, rappresenta il Miracolo del toro sul Monte Gargano , con suggestive immagini di Siponto e di Monte Sant’Angelo. La coincidenza “curiosa e illuminante” d

Menicuccio, l'ultimo eremita del Gargano

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La tradizione orale del Gargano è ricca di storie in cui elementi religiosi si intrecciano e si confronto con credenze e superstizioni. Per l'archivio delle storie, eccovi - per gentile concessione dell'autore - un altro bel racconto tratto da l volume di Angelo Del Vecchio : Lupi Mannari, Streghe e Fantasmi del Gargano, pref. di J. Tusiani e V. Stagnani, Araiani, 2008, pagg. 36 – 38 . Racconta la storia di Menicuccio, ultimo eremita della cappella della Madonna di Cristo, antico e venerato tempio ai piedi della collina su cui sorge Rignano Garganico.  Il racconto è illustrato da uno stupendo olio si tela dell'indimenticabile artista garganico Filippo Pirro , pittore e poeta, che raffigura la Chiesa della Madonna Cristo proprio con quegli elementi di tradizione e misticismo di cui dicevo prima. Buona lettura. * * * “Ho visto Menicuccio! Ho visto Menicuccio!”, diceva fra sé l’ignaro Giuseppe, esperto potatore del luogo, fortemente scosso dalla visione a cui aveva p

Pasquetta: tra arte e cultura, l'exploit di Troia

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Troia fa il botto, a Pasquetta, a conferma di un trend di crescita del turismo culturale e religioso che ha come meta la cittadina del rosone. Ci sono stato, ieri pomeriggio, essenzialmente per ammirare la mostra di Antonio Farina sul Crocifisso di Pietro Frasa esposto nella Cattedrale di Troia, gemello a quello che si trova nella Cattedrale di Foggia, dove Frasa morì, proprio ai piedi del suo Crocifisso.. Le fotografie di Farina sono straordinarie, per l’intensità che promanano: con i suoi scatti, Antonio è riuscito a mostrare - e starei per dire, a svelare - in ogni dettaglio e come mai eta successo prima, questa opera d’arte unica e di enorme suggestione, offrendo ai visitatori la possibilità di ammirare particolari che è difficile cogliere normalmente, ma anche prospettive, e visioni che solo uno sguardo sensibile ed attento come il suo poteva rappresentare con tanta efficacia e potenza. Una mostra che commuove e travolge, grazie anche alla efficacia dei testi che accompagnano

Lucera città delle memorie

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Il Poliorama Pittoresco è stato un periodico importante nel panorama editoriale meridionale dell’Ottocento. Romualdo Gianoli , che lo ha studiato in relazione ai suoi contenuti scientifici, lo giudica “un sorprendente esempio di divulgazione scientifica ante litteram (per l’incredibile modernità dell’approccio e della realizzazione) oltre che una vera miniera di informazioni e dati storici”. Altro che Borbone retrogradi. Sentite un po’ che dice Gianoli: “Confrontando questo periodico con altre pubblicazioni analoghe di quel periodo quali il britannico Penny Magazine (1832-1845) o lo statunitense Scientific American (1845-oggi), si è avuta un’ulteriore conferma di quanto il Regno delle Due Sicilie fosse assolutamente al passo con i tempi e pienamente partecipe del processo di evoluzione della comunicazione verso quelle forme che già prefiguravano la moderna divulgazione scientifica.” Con il significativo sottotitolo di “opera periodica diretta a spandere in tutte le classi

Dove si trova?

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 Una città che ostenta il suo stemma denota fierezza, orgoglio. A Foggia, non mi pare che le tre fiammelle siano particolarmente diffuse sui palazzi pubblici e privati. Ma perché non cerchiamo di scoprirlo insieme? Lettere Meridiane propone ai suoi lettori una iniziativa social : scoprite e fotografate i simboli della città.  Potete quindi inviare le foto alla pagina Facebook di Lettere Meridiane , o postarle nel gruppo Amici e Lettori di Lettere Meridiane oppure semplicemente allegarle come commento sotto a questo post. (A proposito se non siete ancora iscritti alla pagina o al gruppo , fatelo!) La raccomandazione è di osservare bene, perché talvolta lo stemma può trovarsi in una posizione di non immediata percezione. Come nella immagine che illustra questo post. che mi piace utilizzare per mettere alla prova la vostra capacità di osservazione. Dov’è stata scattata? Per aiutarvi, sotto, la stessa immagine, più ampia.

Per salvare Devia e Kalena: resistere, resistere, resistere

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Rocco Frascaria e Nazario Bizzarri sono due tra i molti amici di Sannicandro Garganico con cui negli ultimi decenni ho avuto modo di condividere iniziative e momenti culturali nella loro città. Di Rocco ricordo in modo particolare il grande impegno che profuse per la tappa sannicandrese del viaggio in provincia di Foggia del grande regista Luciano Emmer, per il suo docu-film Foggia non dirle mai addio , che là girò spettacolari riprese nelle imprese artigiane che lavorano i fiori secchi, un'eccellenza del territorio, tra le tante. Di Nazario Bizzarri ricordo invece l’intelligente ed attenta partecipazione a tante serate, e gli splendidi disegni con cui ha illustrato e impreziosito un libro che amo molto… Paraul , le fiabe garganiche di Giuseppe De Cato che Lettere Meridiane sta pubblicando a puntate, nell’ambito dell’ Archivio delle storie . (Per illustrare questo post, "rubo" dalla sua bacheca fb, sicuro che non se ne avrà a male, un suo splendido acquerello ded

La Foggia che non c'è più di Romolo Caggese

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“Ma di tutte queste gloriose memorie oggi non resta che qualche scarso segno, destinato anch'esso a perire fra breve. Tutto il patrimonio della civiltà medioevale è andato disperso miseramente, e la ignavia e l'ignoranza e il nessun senso storico dei vandali passati e presenti hanno cancellato dalle mura, dalle case, direi quasi dall'aria il colorito che vi aveva impresso il passato.” Il giudizio di Romolo Caggese sui foggiani, è duro, sferzante e forse anche un po’ impietoso. Il grande storico conosceva bene il capoluogo dauno, per averci studiato, ed essere stato testimone oculare della rivolta popolare che il 28 aprile 1898, incendiando il vecchio municipio, aveva provocato la distruzione dell’archivio comunale e, con esso, della memoria cittadina. Però le immagini che accompagnano il suo racconto del capoluogo dauno, nel libro  Foggia e la Capitanata (potete trovarlo integralmente qui , se volete rileggerlo) sono di una bellezza toccante. Visto l’interesse suscit

La Pasqua di don Tonino Intiso al cimitero di Lucera

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Don Pasquale Caso e don  Tonino Intiso Partecipare alla Messa pasquale in un cimitero può essere una esperienza intensa, soprattutto se il  cimitero in questione è quello di Lucera e se a a celebrarla c'è don Tonino Intiso. Cosa ci faccia il sacerdote foggiano a dir Messa nella bella chiesetta del camposanto della cittadina sveva dovrebbe indurre alla riflessione la chiesa foggiana, ma questo è un altro discorso fuori luogo in un giorno di festa come quello di oggi. Don Tonino mi ha chiesto di accompagnarlo. L'ho fatto volentieri, ed è stata una esperienza che mi ha arricchito, grazie anche alla bella comunità che il cappellano, don Pasquale Caso, è riuscito a creare, in un luogo così particolare.  Mi piace condividerla con gli amici e i lettori di Lettere Meridiane. Eccovi, di seguito, ampi stralci dell'omelia tenuta da don Tonino, con i suoi auguri pasquali. * * * Vi faccio e mi faccio gli auguri di Buona Pasqua. Vorrei che il Signore ci facesse toccare con m

Foggia senza memoria: il tesoro perduto dei Cappuccini

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Rappresenta un pezzo fondamentale della storia foggiana, ma i foggiani non lo conoscono. E sono tante le responsabilità della progressiva rimozione dalla memoria collettiva della città della Chiesa , del Convento dei Cappuccini e dei prodigiosi eventi che in esso si sono verificati, a cominciare dalla prima apparizione della Madonna dei Sette Veli, il 22 marzo 1731. Una dolorosa conferma a questa sensazione è arrivata dai commenti alla fotografia dei ruderi del convento, incorporati nel perimetro del Parco dell’Iconavetere che ho pubblicato qualche giorno fa, ad illustrazione della lettera meridiana Foggia senza memoria è Foggia senza identità . Alcuni lettori non sapevano neanche dove si trovassero, quei ruderi, altri conoscevano la zona, ma ignoravano il loro rapporto con quella “chiesa all’aperto”.  La storia amara del Convento dei Cappuccini è, del resto, quanto mai emblematica della difficoltà che la città ha sempre incontrato quando si è trattato di conservare la memoria. 

Quando Protano scrisse a Matarrese per difendere il Foggia

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Uno dei più grandi problemi dell’odierna Capitanata sta nel far valere le sue ragioni. Nel far sentire la sua voce sulla stampa nazionale, oltre i confini provinciali. Una volta non era così. La Provincia riusciva a fare la voce grossa, ed a farsi ascoltare, anche per cause in apparenza banali, come due gol ingiustamente annullati al Foggia che rischiarono di compromettere una storica promozione. Protagonista di questa storia è Michele Protano , indimenticabile e indimenticato presidente socialista dell’Ente di Palazzo Dogana nei suoi anni ruggenti, dal 1981 al 1990 (nella foto, mentre inaugura la Strada regionale  n.1 - Pedesubappennica ). Ritrovo il ritaglio di un articolo di Anna Langone comparso sulla edizione  nazionale del La Stampa di Torino, (potete scaricarlo qui nella sua versione integrale ) e provo una commozione intensa, un senso di nostalgia profonda ricordando quella Provincia viva, che sapeva battersi fino in fondo per difendere gli interessi del territorio.

Santa Maria di Devia: c'è l'interessamento del cardinale Ravasi

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  Quando, ormai molti anni, fa la Provincia dette vita alla rivista d’informazione Capitanata (non quella pubblicata dalla Biblioteca, ma un bimestrale più agile e snello, dai contenuti più spiccatamente informativi, che veniva curato dall’Ufficio Stampa e diretto che chi scrive) e decidemmo di dedicare in ciascun numero un reportage ai Comuni più significativi delle risorse e delle potenzialità del territorio dell’intera Capitanata, non ebbi dubbi: cominciai il mio viaggio alla scoperta della Capitanata migliore da Sannicandro Garganico. Sannicandro ha tutto ciò che potrebbe essere un prezioso propellente per lo sviluppo: una storia remota, che si dibatte tra la tradizione pastorizia e pastorale e sorprendenti vocazioni d’artigianato d’arte, come i fiori secchi; una tradizione letteraria, poetica e multiculturale di  raro spessore, impreziosita dalla presenza di una antica presenza ebrea; un territorio quanto mai vario, tra collina e mare, il gioiello naturalistica di Torre Mil

Il Venerdì Santo a Vico: la passione di un intero popolo

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Vico del Gargano è un piccolo paese dello Sperone d’Italia, nel cuore del Parco Nazionale, a due passi da quella straordinaria meraviglia che è la Foresta Umbra. È inserito tra i borghi più belli d’Italia per la qualità e la tipicità del suo centro storico. A Vico trionfano non soltanto il paesaggio e la bellezza dell’abitato. Anche la cultura immateriale mette in mostra straordinari monumenti, autentici tesori, come le tradizioni popolari legate alla Settimana Santa, e in particolare i riti e le processioni che si svolgono durante tutta la giornata del Venerdì Santo. Questo giorno di lutto, a Vico, durante la processione serale si trasforma in una giornata di gioia ed esultanza popolare. Si tratta di una delle processioni più maestose ed impressionanti del Gargano, che viene racconta in modo particolarmente intenso e suggestivo da  Francesco A.P. Saggese nel reportage  L’imponente solennità del  Venerdì Santo di Vico del Gargano, I l racconto della passione di un intero popolo . 

Il volto della Misericordia: per la prima volta insieme tutti i Crocifissi di Pietro Frasa

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Troia arricchisce la sua offerta culturale in una settimana santa già molto ricca di eventi e di tradizione con una mostra d’eccezione: Il volto della misericordia , che presenta le fotografie scattate da Antonio Farina ai Crocifissi di Pietro Frasa, che è possibile dunque ammirare per la prima volta, tutti assieme, seppure in modo virtuale, su foto di grande formato. L’evento di grande suggestione e di eccezionale livello artistico, è promosso dalla Diocesi di Lucera-Troia e dall’Associazione Culturale Terzo Millennio , ed è ospitato dal prestigioso Museo Diocesano della cittadina del Rosone. La mostra reseterà aperta fino al 30 marzo prossimo osservando i seguenti orari di apertura: dalle 10.30 alle 13 e dalle 17.30 alle 20. Al centro della Mostra Fotografica dei crocefissi del Frasa c'è naturalmente  un attento studio sul crocefisso della cattedrale di Troia con suggestivi scatti che mostrano  il sorprendente cambiamento delle espressioni del volto visto da varie angol

Foggia senza memoria è Foggia senza identità

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Mi scrive Carmela, un’affezionata ed attenta lettrice di Lettere Meridiane che prima del post di qualche giorno fa ( Foggia città ingrata ) non sapeva che a Foggia, in via Ciano, esistesse il Parco dell’Iconavetere : "mai saputo di un luogo dell'apparizione! grave, molto grave averlo ignorato, quasi sacrilego." Non è grave, e neanche sacrilego, tanto più se si ha, come nel caso di Carmela, la consapevolezza della importanza della memoria. Deve però far riflettere che una foggiana attenta e sensibile a questi temi, non sappia che quel Parco è tutto ciò che a Foggia fa memoria di due eventi fondamentali nella storia cittadina: il tragico terremoto del 20 marzo del 1731 e l’apparizione, della Madonna dei Sette Veli, che mostrò il suo volto ai foggiani, per la prima volta, due giorni dopo, nel Convento dei Cappuccini. Il Parco è nato proprio per preservare e custodire i ruderi, ma alla fine, è stato esso stesso abbandonato a se stesso. Allora, il problema è: come parla

Quando Bacchelli venne alle Tremiti

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Quello che  state per leggere è uno dei primissimi reportage turistici che riguardino il Gargano e le Tremiti. Uscito sulla Stampa di Torino venerdì 19 aprile 1929, reca una firma illustre, anzi illustrissima. E' quella di Riccardo Bacchelli , che all’epoca aveva 38 anni, aveva da poco debuttato come romanziere, dopo aver fondato la rivista letteraria La Ronda ed essersi segnalato come fine saggista ed autore teatrale. Bacchelli diventò uno degli scrittori italiani più amati con la trilogia de Il mulino del Po, da cui venne tratto anche un fortunato sceneggiato televisivo. Fu più volte candidato al Nobel per la Letteratura senza mai riuscire a centrare l’ambizioso traguardo, ostacolato, pare, dalla sua militanza cattolica, poco gradita agli ambienti socialisti e calvinisti svedesi. Fu autore di apprezzati libri di viaggio, ed a questo filone si iscrive senz’altro Le isole delle acque verdi che, più che un reportage turistico sull’arcipelago diomedea, è un racconto del viaggio

285 anni fa, la prima miracolosa apparizione della Madonna dei Sette Veli

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Il 22 marzo del 1731, due giorni il disastroso terremoto che aveva distrutto la città e provocato migliaia di morti, la Madonna dei Sette Veli mostrò per la prima volta il suo viso ai foggiani. Accade al Convento dei Cappuccini, che sorgeva fuori l'abitato, lungo la via per San Severo. Il sacro tavolo dell'Iconavetere era stato portato lì per preservarlo da altri possibili crolli. Quel prodigio si rivelò decisivo per aiutare i foggiani a superare quel terribile momento. Da allora, mai più nessun foggiano sarebbe morto per un terremoto. Tra i testimoni oculari di quell'evento straordinario vi fu l'arciprete don Nicola Guglielmone , Prima dignità del Capitolo della Chiesa Collegiata , sessantenne. Convocato dal Luogotenente, sotto giuramento, rese la testimonianza che segue. * * * Succeduto il flagello del gran terremoto a' 20 Marzo circa l'hora nove e mezza, per lo quale, stando fra gli altri edifici abbattuti la Chiesa Collegiata e Matrice aperta e con p

La storia semiseria di una coppia che sfidò la morte per non lavare i piatti

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Per gentile concessione dell'autore, Angelo del Vecchio , e su segnalazione di Antonio del Vecchio , pubblichiamo per l'archivio delle storie di Lettere Meridiane questo racconto, che giunge da Rignano Garganico. Il brano è contenuto in  "Lupi Mannari, Streghe e Fantasmi del Gargano" di Angelo Del Vecchio, pref. di Joseph Tusiani , Araiani , 2008. La foto che illustra la storia è invece di di Alfred Eisenstaedt . Scattata a Rignano Garganico, è resa disponibile dall'archivio di LIFE Photo Collection , di cui Lettere Meridiane ha parlato in questo post di qualche mese fa. * * * Accade spesso nei piccoli centri abitati del Meridione italico che una storia realmente accaduta diventi una vera e propria leggenda di paese. E' il caso di un aneddoto che viene tuttora raccontato tra gli anziani di Rignano Garganico, una vicenda comico-surreale che solo per l'intervento di un becchino-ladrone non si è trasformata in tragedia. Si tratta di un fatto realme

Foggia città ingrata

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"Chi non sa di quanta venerazione sono specialmente circondati i luoghi dove apparve la Madonna? Eppure, qui a Foggia, quante volte si è parlato dell’apparizione della Madonna dell'Iconavetere, si è accennato vagamente all'ex convento dei Cappuccini. E non dico che, neppure in occasione di tante  pubbliche calamità, non si è mai promosso un pellegrinaggio di penitenza con l'Iconavetere o in onore dell' Iconavetere che tanto predilesse quel luogo,- mentre oggi è scomparsa perfino ogni traccia del luogo preciso della sua prima apparizione.”  Don Michele Di Gioia , indimenticabile canonico della Cattedrale, nonché storico della Madonna dei Sette Veli, scriveva queste considerazioni mentre si avvicinava  il 250° anniversario della prima apparizione della Madonna, praticamente 35 anni fa. Da allora le cose sono cambiate, ma non più di tanto. Attorno ai ruderi del Convento, in via Ciano, è sorto il Parco dell’Iconavetere , che doveva pagare questo debito di memoria d

Salviamo Santa Maria di Devia

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Purtroppo, non è a rischio soltanto il parco archeologico ed ambientale di Devia, ripetutamente vandalizzato e ormai pressoché distrutto. A correre seri pericoli, anche se in questo caso non c’entrano nulla vandali e balordi, sono anche gli affreschi medievali che ornano da secoli le pareti e le absidi della chiesa di Santa Maria, ritenuta dagli esperti un gioiello del romanico pugliese. Come segnalano i cittadini di Sannicandro Garganico che si stanno battendo per tutelare e valorizzare al meglio queste splendide opere d’arte, il salnitro si sta accumulando sulle pitture murali, minacciandone l’integrità. Occorrerebbe una maggior collaborazione tra la parrocchia titolare della Chiesa, il Comune  di Sannicandro Garganico e le associazioni culturali locali, anche per riconsegnare la chiesa ed il parco alla pubblica fruizione. Il grido d’allarme  in questo video, che documenta anche la grande bellezze del ciclo di affreschi, di chiaro stile bizantineggiante, che adornano il tempio gar

Riti pasquali di una volta: la caduta del panno

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Giornalista attento e sensibile, oltre che operatore culturale di lungo corso, Antonio del Vecchio diventa un contributore di primo piano di quell'archivio delle storie promosso da Lettere Meridiane nel tentativo di conservare e trasmettere quella straordinaria parte della cultura immateriale della provincia di Foggia rappresentata appunto dalle storie, intese nella duplice accezione di racconti tramandati dalla tradizione popolare, ma anche memorie, leggende e miti dei diversi comuni. Del Vecchio, che ringrazio affettuosamente, esordisce con questa memoria, legata ad una particolare usanza della Settimana Santa a Rignano Garganico, da tempo dimenicata. * * * La Chiesa non sempre conserva, come fa per i monumenti, le chiese, le varie testimonianze dell’arte figurativa. Talvolta rinnova radicalmente il suo modus vivendi a seguito dei sacri Concilii o di altri importanti eventi, mettendo da parte per sempre riti e usanze plurisecolari. È il caso dei riti e funzioni in atto du

Auguri, con la composizione di archi di Gianni De Maso

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Dopo la splendida composizione di comignoli monumentali del Gargano (molto apprezzata dagli amici e lettori) pubblicata sulla pagina facebook di Lettere Meridiane, Gianni De Maso mi porge gli auguri per la domenica delle Palme, con questa splendida composizione di archi di Vico del Gargano. Gli sono grato di tanta bellezza, che volentieri giro a quanti seguono la pagina, il gruppo e il blog. Con l'augurio che riusciamo ad essere degni della bellezza che ci è stata elargita dal Creatore, ma anche da tante generazioni d donne e di uomini che hanno vissuto nei luoghi di cui noi siamo oggi eredi, rendendoli produttori di identità, di memoria, di bellezza, come ci dimostra Gianni De Maso con una composizione di immagini che vale più di cento discorsi. Grazie, e auguri.

285 anni fa il tragico terremoto che distrusse Foggia

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Duecentottantacinque anni fa, il 20 marzo del 1731, Foggia subiva il più disastroso terremoto della sua storia. Le vittime si contarono a migliaia tra i foggiani e i residenti nei centri della provincia maggiormente colpiti, come Cerignola. Studi più recenti hanno collocato l’epicentro ad una ventina di chilometri dal capoluogo, nel Basso Tavoliere, tra Stornara e Stornarella. Lettere Meridiane ha recentemente pubblicato, in due puntate, l’ampia scheda dedicata al terremoto foggiano del 1731 dal CFTI - Med 4.0  (Catalogo dei forti terremoti dal 461 a.C. al 1997) .  Chi non l’ha letta trova qui i due articoli: Il terremoto del 1731? Non fu a Foggia   Il terremoto del 1731. Oltre al sisma, maremoto e poi tempeste di vento e di neve   Il tragico evento è legato a filo doppio alla storia della città, per un prodigioso episodio: due giorni dopo, la Madonna dei Sette Veli manifestò per la prima volta il suo volto alla popolazione, e fu l’inizio di una lunga serie di appari

Settimana santa, il portale turistico regionale ignora la Capitanata

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E ci risiamo. Viaggiare in Puglia , il portale turistico regionale dimentica quasi del tutto la provincia di Foggia nella promozione degli eventi connessi alla Settimana Santa 2016.  Ecco quanto si legge nella parte del sito che promuove la Pasqua in Puglia : Ritrovarsi immersi nella folla, magari in piena notte, tra rumori di catene trascinate, uomini a piedi nudi o donne in lacrime. Vivere la Pasqua in Puglia significa lasciarsi trasportare attraverso tradizioni millenarie, fatte di pathos, fede e sofferenza. Dai celebri Perdoni di Taranto alla Passione Vivente ambientata nello spettacolare scenario della gravina di Ginosa, passando attraverso riti intensi come la processione dei Misteri ad Andria, la Desolata di Canosa di Puglia o i Crociferi di Noicattaro. Ma la Pasqua del tacco d'Italia è anche enogastronomia: dalla scarcella per i baresi alla cuddhura per i salentini, passando attraverso i mostaccioli tarantini. Lasciatevi prendere per la gola dai nostri dolci

Il ritorno dell'Ambasciata di Pace, che bella notizia

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Che bella notizia, il ritorno dell'Ambasciata di Pace, voluta dal compianto presidente della Provincia, Antonio Pellegrino, a suggello del ruolo di fare di cultura, civiltà e legalità che Palazzo Dogana aveva ritrovato in quegli anni. Oggi la Provincia non c'è quasi più, amministratori e dipendenti sono imnpegnati nella tance difesa di presidi di fondamentale importanza come la Biblioteca Provinciale, ma è per questo che fa ancora più notizia e produce ancora più gioia il ritorno all'attività dell'Ambasciata di Pace, che si ripresenta all'opinione pubblica con una iniziativa di rilevante valore simbolito e morale. All'insegna dello logan mettete una palma nei vostri droni , l'Ambasciata di Pace ha indetto per domani, domenica delle Palme, una marcia della pace, che è anche un modo per rompere la cappa di silenzio che grava su un tema così importante, com'è quello della pace. I fiori nei cannoni non bastano più: la guerra per noi europei è diventata s

Il New York Times: "Foggia avvolta da una nebbia di fumo"

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Ha destato un interesse che sinceramente non mi aspettavo l’annuncio del cortometraggio sulla tragica estate del 1943 che sarà prodotto dal Laboratorio di linguaggio audiovisivo dell’Auser. È il segno di una rinnovata e positiva attenzione della città verso la sua storia, anche quella più dolorosa che forse è stata rimossa per troppi anni. Utilizzando le tecniche dello storytelling digitale, e materiali d’archivio come il bell’opuscolo che venne prodotto dal Comune di Foggia in occasione del deciso anniversario dei bombardamenti, cercheremo di raccontare quella pagina drammatica di storia cittadina, partendo da un punto di vista diverso e finora tentato solo da pochi autori, come Antonio Guerrieri , Tommaso Palermo e Gastone Mazzanti : collocare la tragedia di Foggia nel più generale contesto dello scacchiere bellico nazionale ed internazionale, per comprendere più nitidamente la portata del sacrificio della città, e verificare se questa portata è stata del tutto riconosciuta. Io

Al terminal bus sia il monumento alle vittime dei bombardamenti, sia quello al ferroviere

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Si profila una intesa per l’arredo degli spazi del nuovo terminal per i bus della stazione ferroviaria. La società civile e la politica discutono, ed è senz’altro un bene, in una città dove si discute troppo poco. L’ultima parola spetta, com’è ovvio che sia, al consiglio comunale, ma il confronto tra le diversi ipotesi apertosi sul social è approdato ad una positiva conclusione.  Presso il terminal bus potrebbero trovare posto tanto il Monumento alle Vittime dei bombardamenti del 1943, quanto la locomotiva-monumento al ferroviere, ubicata attualmente in villa comunale, tra i boschetto e il parco giochi. È appena il caso di sottolineare che si tratta di due simboli, entrambi profondamente legati alla storia della città, tratti costitutivi della sua identità più profonda.  L’idea di collocare nella nuova struttura il Monumento era il frutto di una intesa raggiunta tra il sindaco di Foggia, Franco Landella , e il Comitato per il Monumento alle Vittime del 1943 , presieduto da Albe

De Cato: "La drammatica spirale che soffoca il Gargano"

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La devastazione del parco archeologico del Monte Devia è purtroppo la tessera di un mosaico assai più ampio e composito. Qualche mese fa, Lettere Meridiane ha raccolto i lgrido di dolore di una imprenditrice che stava sul punto di abbandonare l'attività, vessata da comportamenti di inciviltà e di arroganza. È giunto il momento che i garganici avviino una coraggiosa e consapevole riflessione. Questo l'invito che rivolge a voce alta Giuseppe De Cato , dirigente scolastico, scrittore e intellettuale di Sannicandro Garganico, commentando quanto è successo a Devia, ma anche la più generale atmosfera di rassegnazione che si respira sul promontorio, e che può essere esorcizzata soltanto con una grande mobilitazione civile. Occorrerebbe lo stesso coraggio raccontato proprio da De Cato nella storia che abbiamo pubblicato ieri , e che narra di quanto la gente di Devia riuscì ad avere la meglio sui feroci pirati turchi. * * * È un brutto periodo per San Nicandro Garganico e, più

Manfredonia la bella

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Erano settimane che cercavo di comprendere il “peso” di Manfredonia e del Gargano in seno alla collezione fotografica del Fondo Ester Loiodice custodito presso la Biblioteca Provinciale, e più in generale della città sipontina nel patrimonio di immagini che la Magna Capitana ha messo a disposizione della Teca regionale pugliese. Non c’ero riuscito, a causa di un malfunzionamento del motore di ricerca, che impedisce di concludere con successo query che si estendano su molti documenti. Poi ho trovato la soluzione del rebus, non senza smanettare un po’, e mi sono subito reso conto che ne era valsa veramente la pena. Manfredonia la bella fa la parte del leone nel fondo della Biblioteca Provinciale e non solo per la sua particolare incidenza nella raccolta di fotografie della etnologa foggiana Ester Loiodice , fondatrice del Museo delle Tradizioni Popolari di Capitanata (se volete saperne di più, e vi consiglio caldamente di  leggerlo, trovate qui un bel saggio scritto da Tere