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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

Con l'Archivio Sonoro, in rete rarissimi materiali di Matteo Salvatore e i Cantori di Carpino

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L’Archivio Sonoro  promosso dall’Associazione culturale Altrosud è uno dei più spettacolari e prolifici esempi di raccolta e archiviazione della cultura materiale meridionale che si siano mai visti in rete. Un tesoro di inaudita ricchezza, un patrimonio di inestimabile valore disponibile open source. Il progetto, patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Direzione Generale per gli Archivi e diretto da Domenico Ferraro, mette in rete materiali provenienti da diversi soggetti e da diversi archivi, che concorrono a rendere disponibile all’interno di un intelligente percorso una documentazione di rara pregnanza. Al momento risultano attivi gli archivi sonori di quattro regioni meridionale. Con la Puglia, assai ben rappresentata, c’è al momento la Basilicata. Presto saranno on line anche la Campania e l’Abruzzo.

Assieme alla Provincia muore anche la governance del territorio

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Non sono particolarmente entusiasmato dalla polemica sul foggianesimo o foggianite che dir si voglia. È però il caso di osservare che viviamo in un’epoca in cui, anche se la globalizzazione suggerirebbe la necessità di far fronte comune, tessere reti e relazioni, la competizione tra i diversi territori diventa sempre più esasperata, anche all’interno della stessa Regione e soprattutto in contesti geografici particolari, quali quello pugliese. Non è un caso che l’antico toponimo sia al plurale, le Puglie, e non potrebbe essere diversamente data la lunghezza del tacco dello Stivale. Sono peraltro persuaso che, al di là delle intenzioni degli amministratori e dei consiglieri che dal 1970 ad oggi si sono avvicendati alla guida della Regione, l’avvento del regionalismo abbia nuociuto non poco a quella naturale provincia-regione che è la Capitanata, e che il colpo di grazia sia stato inferto dal trasferimento alle Regioni dell’intervento straordinario che una volta faceva capo alla C

Elezioni in Capitanata, vince il centrodestra, Grillo non si conferma

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Troppo limitato il test elettorale in Capitanata per disegnare una tendenza. Però qualche segnale dalle urne è venuto fuori negli undici comuni chiamati al rinnovo. Il centrodestra vince piuttosto nettamente conquistando la maggior parte dei municipi in palio, ma la vera sorpresa è il fenomeno grillino che non ripete l’exploit delle politiche (ma non c’erano liste, né candidati immediatamente riconducibili al movimento se non a Sannicandro, ed è probabile che il grosso del M5S abbia semplicemente contribuito ad ingrossare le file degli astensionisti). Per il resto, il centrosinistra conferma le sue difficoltà ed il centro moderato conferma non soltanto di esistere e di resistere, ma di essere probabilmente in grado di influenzare notevolmente l’esito delle urne nei prossimi appuntamenti, quando saranno chiamati al rinnovo i maggiori Comuni, a cominciare da quello capoluogo.

Le ferite della guerra a Foggia: uno scandalo, ma anche un monito

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"Foggia è una città che porta ancora le ferite della guerra. È uno scandalo, ma anche un monito a non voltar pagina, a ricordare, a non rassegnarsi che la guerra sia un destino ineluttabile dell'umanità." Nelle parole di Stefano Picciaredda, docente di storia contemporanea all'Università di Foggia, c'è tutto il senso del settantesimo anniversario dei bombardamenti di Foggia, le cui celebrazioni ufficiali cominciano domani. Il 28 maggio del 1943, si abbatté sul capoluogo dauno il primo dei raid dei bombardieri alleati che avrebbero incendiato la nefasta estate di quell'anno. Il prof. Picciaredda ha lanciato il suo accorato appello nel corso della serata promossa dal cartello di associazioni Le radici Le ali e svoltasi nella Sala Mazza del Museo Civico. Tema dell'incontro le ombre e le luci del Novecento, per riflettere sul contesto storico in cui accadde il dramma di Foggia. Il secolo scorso è stato il più cruento della storia dell'umanità: 44,4 pe

La Regione penalizza il Gargano, e Gatta e Riccardi si scoprono malati di foggianite

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Foggianesimo o foggianite? La questione non è soltanto lessicale, ma politica. Come si sa, foggianesimo è un neologismo coniato dal governatore regionale pugliese, Nichi Vendola, per stigmatizzare un malvezzo, a suo giudizio tipicamente foggiano, che è quella di lamentarsi troppo. Da Manfredonia nasce invece una cordata bipartizan, che restituendo al mittente l'accusa, parla non già di foggianesimo, ma - ancora peggio - di foggianite. Si trovano d'accordo sul fenomeno e sulla sua definizione due personaggi politicamente distanti quali il consigliere regionale Giandiego Gatta, Pdl, e il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi. Tutt'e due contro il governo regionale pugliese. Ma procediamo per ordine. Cominciando dall'aspetto lessicale, Se le parole hanno un senso, foggianesimo sarebbe una tendenza, un fenomeno. Foggianite qualcosa di peggio: una malattia, una patologia. Il suffisso "ismo" oppure "esimo" denota una categoria ideologica o cultura

Foggia quarta città italiana per esposizione al rischio sismico

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Fate gli scongiuri. Grattatevi. Esponete pure cornetti portafortuna. Però la notizia va data. Foggia è tra le città italiane maggiormente esposte a rischio sismico. Lo rivela un dossier dell'Espresso sull'argomento, che ipotizza cosa succederebbe nelle diverse zone sismiche del Bel Paese, simulando un sisma di intensità equivalente al massimo storico registrato in ogni località. I risultati sono quanto mai scioccanti. La notizia è stata ripresa come sempre con molta tempestività dal blog Amara Terra Mia, cui debbo la segnalazione e la foto . Il dossier, che si fonda su dati del Servizio Sismico Nazionale e della Protezione Civile, ipotizza le conseguenze sulla base di due parametri: le persone coinvolte in crolli e quelle che resterebbero senza tetto. Foggia si situa al quarto posto della graduatoria nazionale, che vede in vetta Catania, con 161.829 persone che resterebbero coinvolte nei crolli, e 136.000 senza tetto. Seguono Messina (111.6222 e 95.365) e Reggio Calabria (

Pro Capitanata: lo sviluppo è una questione di rete

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Pro Capitanata , il portale di Michele Lauriola che si prefigge di stimolare l'evoluzione della cultura di rete in Capitanata, interviene nel dibattito avviato da Lettere Meridiane sul difficile rapporto tra il territorio e il Nero di Troia. Questo vino sta conquistando i mercati nazionali e non solo. Però praticamente non viene più prodotto nella cittadina del duomo romanico, che ha dato il nome al vitigno. La trasmissione radiofonica specializzata nelle eccellenze agroalimentari del Bel Paese, Decanter , ha indicato il Nero di Troia come simbolo del ruolo trainante che i vini di qualità sprigionano per il territorio, indicando però quale zona in cui il Nero di Troia viene prodotto non già la provincia di Foggia, ma il Salento. Commentando la vicenda, avevamo parlato dello strano inghippo geografico  che ha spezzato il rapporto tra il Nero di Troia ed il suo territorio d'origine, quello dei Monti Dauni. Il Nero di Troia si fregia della DOC soltanto nella sua versione prod

Il contrappasso dell'isola ecologica eruttata dal sottosuolo

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Se c’è, a Foggia, qualcosa che più di altre può essere additata come occasione perduta, o peggio ancora, come monumento allo spreco, questa è rappresentata dalle inutili isole ecologiche che punteggiano il centro cittadino e qualche zona di periferia. Le predette isole sono anche un’eloquente testimonianza di come vengano spesi male i finanziamenti comunitari: all’epoca della loro installazione costarono la bellezza di 2 milioni e mezzo di lire, ovvero cinque miliardi delle vecchie lire, al costo unitario di circa 800.000 euro. La tecnologia è molto sofisticata: le isole – una trentina in tutto – avrebbero dovuto consentire una raccolta differenziata intelligente, consentendo il conferimento di carta, cartone, vetro e plastica e soprattutto, attraverso una memory card, l’identificazione del cittadino diligente, che avrebbe visto premiato il suo senso civico attraverso uno sconto sul tributo per la raccolta dei rifiuti. Inaugurate un paio di volte, le isole non sono mai entrate conc

La scomparsa di Oscar Longo, ideologo e stratega della primavera pugliese

Non ho mai capito quale metodologia Oscar Longo adoperasse per costruire le sue previsioni statistiche o politiche. Sta di fatto che ci azzeccava, quasi sempre. Ho un sospetto, però. La capacità divinatoria di Oscar nasceva dalla sua capacità di stare dentro alla vita, di capire persone e cose, di percepirle con rara sensibilità, vivendole profondamente e amandole. Era questa innata virtù che gli permetteva di comprendere da che parte volgesse il vento senza guardare la banderuola. Longo è stato l’ideologo e lo stratega di diverse campagne elettorali del centrosinistra, nella stagione politica più bella e importante dei progressisti. Con lui ne ho fatte e vissute tre, tutte indimenticabili: con Rocco Antonio d’Amelio, alle politiche del 1994, e con Antonio Pellegrino, alle provinciali del 1994 e del 1998. Una sconfitta e due vittorie. Ma la sconfitta patita dal pubblico ministero protagonista di tante inchieste della tangentopoli foggiana fu il germe di tante vittorie successive

Il Canzoniere di San Severo, straordinario esperimento di recupero della tradizione musicale popolare

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Recuperare la memoria significa consolidare la propria identità, stabilire un rapporto più profondo e fecondo con il posto in cui si vive. Tanto più quando la memoria si riferisce alla musica popolare, che è uno degli scrigni più preziosi e ricchi della cosiddetta cultura immateriale. In altri parti della Puglia operazioni di questo tipo hanno prodotto fenomeni addirittura imponenti di marketing territoriale (si pensi al Salento e alla Notte della Taranta). Non è purtroppo la stessa cosa in Capitanata, nonostante la straordinaria ricchezza del patrimonio musicale provinciale, che può spaziare dalle ballate di Matteo Salvatore alle tarantelle di Cantori di Carpino, dagli sciamboli dei Monti della Daunia alle intelligenti operazioni di recupero ed attualizzazione di musicisti come Umberto Sangiovanni e Nazario Tartaglione. Tartaglione è un modello di dedizione alla causa, per la tenacia e per la perseveranza con cui da diversi anni persegue il progetto del Canzoniere di San S

Nero di Troia: la precisazione di Fede, l'inghippo geografico

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Fede (Federico Quaranta) interviene nella polemica sulla zona d'origine del Nero di Troia, innescata dal post di Lettere Meridiane , in cui riferivo della bizzarra collocazione nel Salento attribuita al vitigno dal conduttore di Decanter la bella trasmissione di RadioDue dedicata ai vini e alle eccellenze agroalimentari del Bel Paese. Come si ricorderà, il post era stato ripreso e commentato da Sandro Simone nella rubrica satirica Foggia VoccAperta che questi cura sul sito di Foggia Città Aperta. Sull'arguto commento di Simone interviene Fede, che scrive: "Mi spiace, ma il campanilismo territoriale è il male peggiore... intanto bisognerebbe ascoltare bene ciò che ho detto... parlavo di rapporto tra vino e terroir , non parlavo di origine, parlavo di traino economico sociale... ho parlato del Salento come territorio in grande spolvero, rappresentato dai vini che li si producono e vendono... ho citato Negroamaro, Primitivo ed anche Nero di Troia, sapendo che ci sono molte

Ciascuno cresce solo se sognato

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Danilo Dolci Vi devo una confessione. L'ispirazione al post su "come parla la scuola" , e sul burocratese che imperversa anche laddove non sarebbe proprio il caso, come la scuola, m'è nata mentre leggevo, peripateticamente, lo stupendo libro Le parole di Danilo Dolci , di Michele Ragone, con presentazione di Antonio Vigilante. [E presto spero di raccontarvi dell'una e dell'altra esperienza: del libro in sé e della lettura peripatetica, essendo il primo ebook che leggo camminando. Comunque, se volete saperne di più: http://educazionedemocratica.org/?page_id=193 ]. Ho scritto il post avendo a mente la straordinaria lezione pedagogica e filosofica di Danilo Dolci, le sue riflessioni sulla scuola. Ed ecco il commento al mio post di un dolciano convinto come Antonio Vigilante, direttore della rivista di pedagogia politica, Educazione Democratica, che riferendosi allo scadimento linguistico della scuola scrive: "E' un segno di due cose: la deriva b

Un rodeo allo Zaccheria: un interessante video del Comitato per il Monumento alle Vittime dei Bombardamenti

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L'approssimarsi del settantesimo anniversario della tragica estate del 1943 sta producendo un confortante e per molti aspetti straordinario rinascimento della memoria cittadina. Non passa giorno che non negano recuperati importanti documenti, testimonianze, immagini e filmati. Il Comitato per il monumento alle vittime dei bombardamenti del 43 ha pubblicato su YouTube ( qui il link) un documento addirittura eccezionale: un rodeo che si svolse allo Stadio Zaccheria durante l'occupazione militare americana. Il reperto è sensazionale perché offre alcune inedite immagini dello stadio, all'epoca, ma anche perché documenta quanto i foggiani seguissero le iniziative promosse dai militari americani durante il loro soggiorno cittadino. Le gradinate dello stadio sono piene all'inverosimile, e c'è moltissima gente assiepata addirittura sul tetto della vecchia tribuna. Le ricerche storiche sono dell'attivissimo Tommaso Palermo e di Giuseppe D'Angelo, il montaggio

Nostalgia della Provincia: i foggiani riscoprono l'ente intermedio

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Prosegue il dibattito sulla provocazione lanciata da Davide Leccese a proposito dell'abolizione delle Province ("Meglio sopprimere la Regioni", la tesi sostenuta dal preside emerito del Liceo Lanza), ed a sorpresa emerge una crescente nostalgia verso l'ente intermedio. Secondo Salvatore D'Agostino, dirigente dell'Ente di Palazzo Dogana, la riforma ha le gambe piuttosto corte: "Il governo Monti aveva bisogno di dare un segnale all'Europa di snellimento e riduzione di costi della pubblica amministrazione e l'abolizione delle Province era la cosa più veloce e con meno ostacoli che si potesse fare in quel momento. Per valutare il pasticcio che è in corso vi invito a consultare queste slides che ricostruiscono in modo obiettivo la vicenda . La mia opinione è che questo è un federalismo sgangherato ... e le province sono state di fatto chiuse dal ministero dell'economia." Sulla questione interviene anche il giornalista-bibliotecario Massi

Ma come parla la scuola?

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Nei nomi stanno le cose, dicevano i filosofi medievali. Nomina nuda tenemus : non abbiamo che nudi nomi (delle cose), scriveva Bernardo Cluniacense nel De contemptu mundi . L’evolversi del linguaggio racconta dunque anche la storia delle cose alle quali si riferisce. Ma, proprio per questo, occorrerebbe una maggior cautela quando cambiamo nomi alle cose. Aver trasformato gli ospedali (dal latino hospitale , che è luogo di accoglienza per ospiti e forestieri) in aziende ospedaliere non è stata soltanto un’operazione linguistica: sottende un’evidente scelta ideologica, la rinuncia dello Stato ad accogliere, a farsi carico. La costante modifica dei nomi delle istituzioni rivela da un lato la crisi d'identità dello Stato, dall'altro esprime un rischio di autoreferenzialità. Non riuscendo a modificarsi davvero, lo Stato preferisce cambiare il nome alle sue strutture. Questo circolo vizioso non risparmia nemmeno la scuola, ovvero l’istituzione che più di ogni altra dovrebbe fars

Nero di Troia, un'opportunità perduta?

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Ninì Russo, fondatore ed animatore dell’attivissimo gruppo facebook Civitas Troiana (un bell’esempio di come un gruppo di social networking possa diventare un’autentica agorà) commenta con la consueta tempestività ed acutezza il post di Lettere Meridiane sul lapsus dei conduttori della trasmissione di Radio2,  Decanter, che parlando del Nero di Troia, ne avevano collocato la zona di produzione nel Salento. L’errore geografico rilancia un’antica questione circa la difficile delimitazione della zona di produzione del grande vino pugliese o più precisamente circa i suoi legami con la sua terra d’origine che è Troia, la città d’arte dei Monti Dauni. “Il "Nero di Troia", nascosto nel brutto nome "Doc Tavoliere", in realtà – precisa Ninì Russo - rimane un IGT (Indicazione Geografica Tipica), il cui cuore del territorio di produzione va da Cerignola, Barletta e Andria, con presenze consistenti anche nel Salento. A noi col nome rimane il ricordo di vigne divelte che

Decanter (Radio2) elogia il Nero di Troia, ma lo colloca... nel Salento

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Decanter, il programma culto di Radio2 dedicato all'enogastronomia elogia il Nero di Troia annoverandolo tra i vini più trend del momento. Peccato però che i conduttori Fede e Tinto (Federico Quaranta e Nicola Prudente) sbaglino la collocazione geografica del prezioso vino. Cito a memoria quanto ho ascoltato qualche minuto fa nel corso della trasmissione, in un passaggio in cui si parlava delle regioni i cui vini stanno tirando in modo particolare e stanno conquistando i consumatori: "Va benissimo la Puglia, e in particolare il Salento, con il Negramaro e il Nero di Troia." Per quanti non lo sapessero Troia, cuore del territorio di produzione del sempre più celebre Nero, sta assai distante dal Salento, nella Puglia Settentrionale, provincia di Foggia, Monti della Daunia. Il lapsus è ovviamente involontario, però la dice lunga su quanto sia lunga ancora la strada da percorrere per adottare efficaci strategie di marketing territoriale, in provincia di Foggia. Il Salento

Il Novecento, tra guerre globali e utopie di pace: incontro promosso da Le radici le ali

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Si terrà domani sera (ore 18), giovedì 16 maggio, nella Sala Mazza del Museo Comunale il secondo appuntamento del ciclo di incontri promosso in occasione del settantesimo anniversario dei bombardamenti su Foggia dal cartello di associazioni "Le radici le ali", in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia, dell’Archivio di Stato, dell’Ufficio Scolastico Provinciale e degli assessorati alla Cultura ed alla Formazione ed Istruzione del comune di Foggia. Relatore della serata sarà il prof. Stefano Picciaredda, docente di Storia Contemporanea dei Dipartimento di Studi Umanistici dell'ateneo foggiano, che parlerà sul tema “Il ‘900 tra guerre globali e utopie di pace”, analizzando le ragioni che hanno fatto del Novecento il secolo più violento della storia dell'umanità e le origini storiche che hanno innescato tanta aggressività e tanta distruzione. È in questo drammatico contesto, infatti, che si colloca la tragedia vissuta da Foggia ne

Il giallo dei numeri di Palazzo Dogana

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Cosa sono, a che si riferiscono i due numeri mostrati nelle due foto, che campeggiano sul muro laterale di Palazzo Dogana, che si estende lungo corso Garibaldi? È una curiosità che mi insegue da un po’ di tempo e rispetto alla quale non ho ancora trovato risposta, pur avendo posto la domanda a diversi amici che si occupano di toponomastica e di storia locale.

Concorso di poesie ad iniziativa di Foggia in Guerra

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Mentre si comincia a riflettere seriamente sul progetto di una “banca della memoria” che raccolga e custodisca documenti e ricordi sulla tragica estate foggiana del 1943, il sito Foggia in Guerra e la connessa paginaFacebook dimostrano che l’ingrediente essenziale per qualsivoglia operazione di recupero della memoria è, prima di tutto, il cuore. La pagina Facebook si è da tempo trasformata in una repository spontanea di immagini, fotografie, documenti, ricordi. L’impegno culturale e civile di Vincenzo Saponaro e di Tommaso Palermo sta dimostrando che esiste nei foggiani un diffuso bisogno di memoria, di identità (peccato che non se ne accorgano le politica e la classe dirigente, perché soltanto il recupero dell’identità può aprire prospettive di rinascita e di riscatto per Foggia, proprio come accade 70 anni fa. Allo scopo di raggiungere sempre più persone e di ampliare il progetto storico sotteso al sito web e alla pagina Foggia in Guerra , gli animatori dell’iniziativa h

La poesia è più forte della guerra: il poeta John Gawsworth a Foggia, dopo i bombardamenti

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John Gawsworth L’occupazione militare alleata durante la seconda guerra mondiale non contribuì soltanto ad avviare la ricostruzione della città, sventrata dai bombardamenti. In qualche modo, consentì a Foggia di venire a contatto con culture diverse, favorì incontri, scambi e contaminazioni culturali. Vi siete mai chiesti, per esempio, da cosa nasce la particolare predilezione dei foggiani per la nobile arte della boxe e per la musica jazz? Sono convinto che il germe vada fatto risalire proprio ai mesi in cui le truppe alleate fecero stanza a Foggia. Durante l’occupazione, i militari americani erano soliti organizzare serate di pugilato (che si tenevano nella sala consiliare del municipio) e concerti della loro musica preferita, e tanto bastò a seminare una passione che negli anni successivi avrebbe dato frutti rigogliosi: una scuola pugilistica che ha saputo ben figurare perfino alle Olimpiadi, uomini di spettacolo come Renzo Arbore. L’occupazione non fu un positivo enzima solta

La provocazione di Gino Longo: il clientelismo culturale avvelena i talenti

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Le mie idee politiche sono lontane anni luce da quelle di Gino Longo, ma la distanza ideologica non ci ha mai impedito di intrattenere amichevoli rapporti e spesso anche di condividere opinioni e giudizi sul mondo dello spettacolo e della cultura di casa nostra. Sicché condivido molto di quanto egli ha scritto in un commento al post di qualche settimana fa , in cui riprendevo la provocazione lanciata da Fabio Prencipe circa la palude in cui pare essere  piombata la cultura a Foggia e nel resto della provincia. Longo rilancia le critiche manifestate da Prencipe, e pone alcuni interrogativi che meritano risposta, se vogliamo che lo spettacolo e la cultura possano diventare, al di là delle chiacchiere, un fattore propulsivo per lo sviluppo del territorio. È assai di più di un sasso nell’acqua stagnante, è un macigno quello gettato da Gino Longo che scrive: “In Capitanata esistono centinaia, per non dire migliaia, di corsi da quelli musicali a quelli teatrali, di danza, di cinema spe

70 anni dai bombardamenti. Per imparare a condividere. Per imparare a convivere.

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A che serve celebrare il settantesimo anniversario della tragica estate del 1943? Credo sia legittimo, anzi necessario, porsi questa domanda per scongiurare il rischio che la ricorrenza si riduca, com'è già successo, alla conta dei morti o alla rievocazione dei bombardamenti che rasero al suolo la città. Ricordare un avvenimento, anche se drammatico, ha senso se ci aiuta a vivere meglio nel presente. Recuperare la memoria non è dunque una questione che riguarda soltanto gli storici di professione, né basta un libro, un saggio per ricordare quanto si è dimenticato. È un'operazione più complessa e profonda, che - se ha successo - contribuisce a consolidare l'identità collettiva. E quanto ce n'è bisogno, in una città che ha perduto tanta memoria proprio a causa della guerra, ed ha pagato un prezzo assai caro alla sua crescente smemoratezza . Qualche giorno fa, nella Sala Mazza del Museo Civico assieme agli amici dell' Auser di Foggia e del cartello di assoc

L'antifascismo di Capitanata fu rigoglioso e radicato: ecco i dati

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Devo ad Antonio Vigilante, direttore scientifico di Educazione Democratica, una preziosa segnalazione:  il Casellario Politico Centrale è adesso disponibile e consultabile online (alla pagina web, per chi ne avesse voglia, http://151.12.58.148/CPC ). Si tratta dell’archivio della polizia fascista, ma non solo. Come si legge nella home page della banca dati, “la creazione di un’ anagrafe delle persone considerate pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica risale all’età crispina. Con la circolare n. 5116 del 25 maggio 1894 nell’ambito della Direzione generale di pubblica sicurezza fu istituito un ufficio con il compito di curare l’ impianto e il sistematico aggiornamento dello schedario degli oppositori politici. Anarchici, repubblicani, socialisti ma anche oziosi e vagabondi furono oggetto di una capillare attività di sorveglianza che alimentò un consistente archivio di fascicoli personali." L’organizzazione dell’ufficio e dell’archivio fu modificata con successive cir

Quando la Provincia "pilotava" lo sviluppo: Gabriele Consiglio

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La Provincia di Foggia ha imboccato il viale del tramonto. Con quali esiti per i problemi del territorio non è difficile immaginare, visto che alla conclusione della gestione politica dell'ente si accompagna un taglio di bilancio (12 milioni di euro) che praticamente azzera ogni capacità di manovra finanziaria dell'amministrazione. Resto dell'idea che la Provincia di Foggia è utile. Anzi indispensabile. Lettere Meridiane ha già dedicato all'argomento diversi post (elencati in questa pagina ), ed è affascinante raccontare com’è nata e come si è radicata l’idea di una Provincia che dovesse essere un punto di riferimento nelle politiche di sviluppo del territorio di Capitanata. Cercherò di farlo aiutandomi con le preziose ricostruzioni della cronaca amministrativa di Palazzo Dogana, che si trovano negli annali ( disponibili on line ) de La Capitanata , la rivista della biblioteca provinciale. L'idea viene da lontano, e da decenni è presente negli indirizzi progra

Cinema foggiani: fine dello spettacolo?

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L'altra faccia dell'exploit delle multisale e di un certo consumo di cinema è rappresentata dalle vecchie sale cittadine che chiudono, schiacciate tra l'incudine dei costi che salgono e il martello di un pubblico sempre più rarefatto. Ed è un fenomeno che ha una dimensione non soltanto economica, ma anche sociale: la chiusura dei vecchi cinematografi desertifica ancora di più i centri storici, peggiora la qualità della vita. La crisi dei vecchi cinema è particolarmente grave in Puglia, al punto tale da indurre   l’Anec, la Fice, e l’Acec, aderenti all’Agis di Puglia e Basilicata, a lanciare un'appello ed una petizione (significativamente intitolati Cinema: fine dello spettacolo? )   per sensibilizzare gli spettatori, le istituzioni regionali e locali sullo stato delle sale pugliesi e sulla grave crisi che queste stanno attraversando. A Foggia aderisce alla iniziativa la storica sala Laltrocinema (nella foto, la vetrina) , dell'altrettanto storica famiglia

Provincia o Regione? Chi salvereste?

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Sembrava soltanto una boutade, quella di Davide Leccese , che in un commento al mio post sull'imminente fine della Provincia aveva proposto provocatoriamente di abolire piuttosto le Regioni: "resto dell'idea - paradossale quanto volete - che non si dovevano abolire le Province ma le Regioni - aveva scritto l'ex preside del Lanza -. Paradosso, dicevo. La Puglia, in particolare, per tanto tempo era definita da "Le Puglie"; denominazione al plurale che di fatto confermava la natura disomogenea del territorio, sia dal punto di vista storico che culturale ed economico. Abolite le Province vi immaginate l'attribuzione dei suoi poteri o al Comune capoluogo (Foggia) e a tutti gli altri comuni, nella parcellizzazione delle logiche e delle decisioni, o alla Regione Puglia che, da quando è nata, si è sempre distinta per sguardo obliquo, tutto incentrato sul capoluogo di regione?" Ho chiesto un parere sulla "provocazione" di Davide Leccese ad

Giuseppe Galasso, i meridionalismi, i bombardamenti di Foggia

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Giuseppe Galasso Vi ho già raccontato di quella che potrebbe essere stata l'ultima serata culturale promossa dalla Provincia di Foggia (rischio che diventa sempre più serio, visto che il nuovo Governo ha annunciato la volontà di sopprimere le Province), dedicata alla presentazione de Le Terre della Dogana , opera omnia o quasi del grande storico e saggista di San Marco in Lamis, Tommaso Nardella . Ospite d'onore della manifestazione Giuseppe Galasso , che ha tenuto una lectio magistralis su un tema decisamente originale, Le molti voci del meridionalismo. Nessuno poteva essere più titolato dell'insigne scrittore e meridionalista napoletano per affrontare un problema così spinoso, in un momento di oggettiva crisi della percezione collettiva circa la questione meridionale. Per Galasso è giunto il momento di andare oltre i confini disciplinari. "Dobbiamo domandarci se la letteratura meridionalista è un fungo, un albero o piuttosto una rete, un tessuto. Io penso che i

Un evento facebook e un'app per migliorare il decoro di Foggia

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Un anonimo lettore ci fa rilevare, con molto garbo e senso civile, che il record che Foggia ha accumulato sulla piattaforma DecoroUrbano.Org è dovuto anch alla sensibilità di molti cittadini che si stanno adoperando per mettere in evidenza ciò che non va: "a Foggia - scrive l'amico lettore - ci sono molte segnalazioni perchè oltre l'evidente degrado c'è anche un gruppo di cittadini attivisti che sta collaborando nelle segnalazioni e che ha lanciato mediaticamente il progetto in città. Dove non sono presenti le segnalazioni non vuol dire che non ci sono problemi ma che nessuno li sta segnalando, ed a tal fine invitiamo tutti i suoi lettori ad aderire al progetto descritto nell'evento Facebook https://www.facebook.com/events/126738884187469/ . Presto come cittadini chiederemo anche al Comune di Foggia di aderire a Decoro Urbano in modo da dare seguito alle segnalazioni dei cittadini con la risoluzione dei problemi in corso." L'evento è stato cre

L'ebook (gratis) di De Seneen sui Figli Sconosciuti, i foggiani che parteciparono alla Resistenza

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È on line in formato pdf l'ebook di Raffaele De Seneen Figli sconosciuti - Il contributo dei Foggiani alla Resistenza , presentato ieri nella Sala Mazza del Museo Civico di Foggia nell'ambito delle manifestazioni celebrative del settantesimo anniversario del bombardamenti. La serata è stata organizzata dall'Auser e dal cartello di associazioni Le Radici Le Ali . Il "quaderno della memoria" offre numerose interessanti novità sul contributo dei Foggiani alla Resistenza, dimostrando quanto esso fu importante, assai di più di quanto non si sia pensato fino ad oggi. Nella grande maggioranza dei casi immigrati che si erano trasferiti nel centro nord in cerca di  fortuna, e non esitarono ad andare in montagna per difendere gli ideali di libertà e di democrazia. Non si trattò solo dei nomi noti fino ad oggi, come Vincenzo e Luigi Biondi, i due fratelli ricordati da una strada e da un monumento nella villa comunale, caduti nelle Marche, o del tenore partigiano Nicola

De Tullio: Per fare sistema occorre coraggio

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo le stimolanti riflessioni di Maurizio De Tullio, giornalista particolarmente attento nella valorizzazione del genius loci . Nel suo intervento, dedicato all’importanza e alla necessità di fare sistema , De Tullio annoda diverse considerazioni svolte in articoli comparsi negli ultimi anni. Il risultato è importante, e induce alla riflessione. Se da un lato sorprende l’attualità delle tesi sostenute dal collega (prima tra tutte la necessità di fare sistema , che soprattutto in una provincia particolarmente estesa qual è la nostra, si traduce nella necessità di tessere reti, condividere obiettivi e strategie), dall’altro non può che lasciare un retrogusto d’amaro leggere l’elenco delle tante occasioni perdute, anche quando siamo riusciti a fare sistema (come nel caso dell’Authority per la sicurezza alimentare). Il che significa che non soltanto vi è l’urgenza di fare sistema, ma vi è pure la necessità di una classe dirigente adeguata, in grado di so

Antonio Pellegrino diventa storia, proprio quando svanisce il sogno della Grande Provincia

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Nella storia non esistono coincidenze, anche se sovente il destino degli uomini cammina per strade imperscrutabili. Ma non dev’essere per nulla un caso se la Provincia di Foggia, sempre più in odore di soppressione, chiude i battenti proprio nel giorno in cui ricorre il secondo anniversario della scomparsa di Antonio Pellegrino, il presidente che teorizzò e cercò di costruire la Grande Provincia , convinto dell’assoluta necessità di un autorevole ente intermedio, per un territorio vasto, complesso e straordinariamente ricco di risorse come quello di Capitanata. Nel giorno in cui la morte di Pellegrino diventa storia, finisce anche il sogno, la suggestione della Grande Provincia: ma bisogna raccontarlo, se non altro per custodirlo e tramandarlo. Ho avuto la fortuna, l'onore ed il piacere di collaborare con Antonio Pellegrino fin dai primi giorni della trionfale campagna che, nel 1994, lo portò a diventare il primo presidente della Provincia di Foggia direttamente eletto dal pop

Figli sconosciuti. Da domani non più: tutti i nomi dei Foggiani che hanno preso parte alla Resistenza

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Il contributo dei Foggiani alla Resistenza ed alla Liberazione fu importante, assai di più di quanto non si sia pensato fino ad oggi. Fu un contributo per molti versi commovente, visto che coinvolse nella grande maggioranza dei casi immigrati che si erano trasferiti nel centro nord in cerca di  fortuna, e non esitarono ad andare in montagna per difendere gli ideali di libertà e di democrazia. Non si trattò solo dei nomi noti fino ad oggi, come Vincenzo e Luigi Biondi, i due fratelli ricordati da una strada e da un monumento nella villa comunale, caduti nelle Marche, o del tenore partigiano Nicola Ugo Stame, ucciso dai nazisti alle Fosse Ardeatine (ricordato da un vicolo periferico, sic ). Ci sono stati tanti altri "figli sconosciuti" della nostra città che hanno pagato con il sangue la loro dedizione alla causa della democrazia. Come Antonio Di Tommaso detto Paolo, partigiano della III Divisione Garibaldi caduto nel rastrellamento di Pra del Colle il 30 marzo 1945, o Pas