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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

Foggia che non c'è più: Borgo Scopari (a colori)

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La foto colorizzata che Lettere Meridiane regala oggi ad amici e lettori riguarda un pezzo di Foggia che non esiste più: Borgo Scopari , il rione che sorgeva negli anni Trenta nel cuore della città, dove si trova oggi via Dante. La fotografia è stata realizzata dal foggiano Rodolfo Longo , ed è custodita nel Fondo Ester Loiodice della Biblioteca Provinciale di Foggia. A causa delle cattive condizioni igienico sanitarie in cui versava l'intero rione fu sottoposta ad una radicale e grandiosa operazione di bonifica, che finì sui giornali e sulle riviste specializzate dell'epoca, dando luogo anche ad un appassionato e intenso dibattito tra gli addetti ai lavori. Ho raccontato la storia in una specifica lettera meridiana , che potete leggere cliccando qui . A questo link potete vedere anche altre immagini del borgo e scaricare copia della rivista Urbanistica che, nel 1939, raccontò nei dettagli il progetto. Il colore restituisce vita a questo pezzo della città che oggi non e

Quando i cinematografi finivano sulle cartoline

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Qualche giorno fa, vi ho raccontato del Cinema Diana di Troia, mostrandovi una foto dell'esterno, colorizzata con le tecniche di intelligenza artificiale, grazie alle quali Lettere Meridiane sta regalando ad amici e lettori, durante il periodo estivo, foto d'epoca originariamente in bianco e nero, che ritrovano il colore di una volta. Sono riuscito a trovare on line una rara immagine dell'interno del Cinema Diana che negli anni Novanta venne demolito per far posto a civili abitazioni, seguendo la sorte che in quegli anni toccò a tante altre sale della provincia di Foggia. Si tratta di una cartolina, particolarmente eloquente, perché dimostra cosa fosse per le piccola città come Troia il cinema. Assai più di un contenitore culturale, assai di più di un luogo dove la settima arte regalava sogni ed emozioni. Un cinema era anche il biglietto da visita di una cittadina, al punto tale - se era bello e grande come il Diana - veniva ostentato sulle cartoline, al pari della

Masseria Pantano cade a pezzi: nuovi crolli

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Masseria Pantano va incontro al suo destino. Che purtroppo difficilmente sarà diverso da quello di una progressiva ma ineluttabile distruzione. La precarietà di questo bene storico e culturale è stata recentemente aggravata da alcuni crolli che sono stati prontamente documentati da Fabrizio Jamie De Lillo , il videoblogger foggiano il cui video d'esordio riguardò proprio questo luogo particolarmente simbolico della città. Secondo alcuni, la Masseria sarebbe stata costruita da Federico II. Altri studiosi collocano il sito della Regia Masseria a qualche chilometro di distanza, vicino ad un altro luogo fortemente identitario, ed altrettanto fatiscente: San Lorenzo in Carmignano. Il valore architettonico e culturale della Masseria Pantano è indubbio, ma per valorizzarla occorrerebbero iniziative coordinate, finanziamenti, studi approfonditi che è difficile, se non impossibile, reperire. Intanto il tempo passa, e la Masseria crolla. Pezzo dopo pezzo. Le fotografie estratte da u

Ma è la Daunia o l'Umbria? Lo sguardo che vola di De Lillo si posa su Accadia...

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Rione Fossi, ad Accadia, è uno dei posti più magici della Puglia e della Capitanata. È un rione d'impianto medievale che coincide con la parte più antica dell'abitato del paese dei Monti Dauni. Ricorda i Sassi di Matera in quanto molte abitazioni sono state costruite sopra cavità naturali. Colpito da diversi terremoti nel secolo scorso si è via via spopolato. Su Google viene definito città fantasma . Ma ha conservato integro l'incanto che regala a quanti camminano nelle sue stradine e nei suoi vicoli, quasi tutti praticabili perché l''amministrazione comunale di Accadia è da anni impegnata nelle attività di recupero e di restauro. Un luogo così intriso di fascino, di passato e di poesia non poteva passare inosservato allo sguardo che vola di Fabrizio Jamie De Lillo , il videoblogger foggiano che con il suo drone cattura e regala ai suoi followers immagini del tutto inedite che svelano gli angoli meno conosciuti e più struggenti del territorio dauno. In collabor

Quando un'antica foto racconta un'epoca

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Per tutta l’estate, Lettere Meridiane regalerà ad amici e lettori un’antica fotografia, all’origine in bianco e nero, colorizzata attraverso tecniche di intelligenza artificiale. La foto di oggi mostra un insolito panorama di Foggia, ed è una testimonianza eloquente di come un’antica fotografia, se opportunamente “letta” (e non solo guardata) possa offrire informazioni preziose, e raccontare un’epoca. Vi confesso che quando l’ho vista la prima volta ho dovuto faticare un po’ per orientarmi e capire da quale punto della città la foto fosse stata scattata. Ma basta pensarci un po’ ed osservare alcuni dettagli, che il rebus è bell’e risolto. Sulla sinistra si notano due edifici di particolare grandezza: l’attuale sede dell’agenzia regionale per l’ambiente (Arpa) e Maria Grazia Barone. Al centro si notano i giardini antistanti la casa di riposo. Dovevano essere stati appena realizzati: mancano, infatti, le due fontane, costruite evidentemente qualche anno dopo. La foto dev’essere sta

Carmela Panico ai giovani: "Fate politica, difendete i vostri diritti"

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Otto anni fa, il 28 luglio del 2009, si spegneva Carmela Panico (a sinistra nella foto, con Baldina Di Vittorio), prima donna in provincia di Foggia a diventare dirigente sindacale, nella temperie politica e morale dell’immediato dopoguerra. Il 19 maggio dello stesso anno, nell’aula magna della Facoltà di Economia e Commercio gremita di studenti di scuola media superiore, Carmela pronunciò il suo ultimo discorso pubblico. Si trattava della manifestazione conclusiva del Laboratorio della Memoria promosso dallo Spi Cgil, ultima organizzazione sindacale in cui Panico ha militato, dopo lunghi decenni trascorsi nella Federbraccianti. Il tema del laboratorio di quell'anno era Generazioni a confronto .  Nonostante la malattia che l'affliggeva, questa grande donna non si sottrasse alla sfida e tenne un discorso intenso, memorabile, in cui parlò del ruolo del sindacato, della necessità che i giovani tornino a partecipare e a fare politica, dell’urgenza di difendere sempre i dir

La magia dei cinematografi di una volta: il "Diana" di Troia

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Quando un posto in cui hai vissuto momenti belli e importanti della tua vita cessa di esistere, è come se una parte di te stessa venisse meno: d’ora in poi non potrai tornare in quel posto se non con la memoria che diventerà sempre più sbiadita. Non potrai più portarci figli e nipoti e raccontare loro: “Io, qui, un giorno…” È così che l’urbanizzazione trasforma le città in tristi ed anononime sequenze di grigie scatole di cemento. Il posto che mi manca più di tutti è quello che vedete nella foto sopra: il cinema Diana di Troia, e chissà quanti troiani, tra i più giovani, lo riconosceranno. Era uno dei più grandi, moderni e confortevoli dell'intera provincia, ma ha seguito la sorte di tantissimi altri cinematografi della provincia di Foggia: l’avvento della televisione prima e delle multisale poi ha reso obsoleti i cinema di provincia e tutti, o quasi, sono stati sostituiti da palazzi, banche, uffici e via dicendo. Al cinema teatro Diana di Troia sono particolarmente affeziona

Bacchelli racconta le Puglie e il Gargano

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Una foto d'epoca del lago di Varano Riccardo Bacchelli tornò in Puglia per incarico de La Stampa nel 1950, dopo che più di vent'anni prima, aveva dedicato alla provincia di Foggia tre splendidi reportage ( potete rileggerli qui ). Intitolato La via adriatica , l'articolo venne pubblicato dal quotidiano torinese il 31 ottobre 1050. La Puglia occupa, nel racconto dello scrittore, di rara bellezza ed efficacia, praticamente tutto lo spazio narrativo del suo viaggio lungo l'Adriatico. Un inno alla bellezza del Tacco d'Italia. Buona lettura. * * * Non saprei da che punto preciso, ma sempre più da quando mi sento sulla via del ritorno, e di stare risalendo l'Italia, come diciamo per l'abitudine immaginaria di collocare in alto il Nord e in basso il Sud della nostra pallottola astrale, mi prese fretta di stringere i tempi del viaggio e di restringere l'intento alla generale configurazione costiera, per non disperdere e frangere la memoria su troppi par

Corso Garibaldi, com'era una volta

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Corso Garibaldi è uno dei pochi posti della città di Foggia che siano più o meno rimasti com'erano, nel corso dei decenni. Merito dei palazzi monumentali che vi si affacciano, e che non sono stati oggetto di sostituzione edilizia: dal Palazzo del Governo a quello municipale, per finire con la Banca del Monte, quindi Palazzo Trifiletti e quello delle Suore Marcelline, l'impianto edilizio è rimasto sostanzialmente identico. L'applicazione delle tecniche di colorizzazione alla foto, scattata tra la fine degli anni quaranta e l'inizio del decennio successivo, restituisce al corso la sua magia antica. La differenza più vistosa sta nelle piante che l'adornano: le palme erano più basse e meno ombrose rispetto all'attuale alberatura ma - almeno questa è la mia opinione - miglioravano la prospettiva, permettendo di ammirare il corso in tutto il suo aspetto. Oggi la prospettiva è guastata dalla squallida recinzione di zinco che circonda Palazzo Trifiletti e il contig

L'apparizione dimenticata della Madonna dei Sette Veli

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La sera del 26 luglio del 1805, la Madonna dei Sette Veli tornò ad apparire e a consolare la popolazione foggiana, com’era già successo a marzo del 1731. È questa una delle tante apparizioni della Vergine ai fedeli foggiani, ma è stata ormai rimossa dalla memoria collettiva. Com’era successo settantaquattro anni prima, anche questo prodigio è da mettersi in relazione con una drammatica calamità che aveva colpito la città: un altro forte terremoto. Diversamente dal 1731, l’epicentro dell’evento tellurico non era stato nei pressi di Foggia, ma tra il Sannio e il Matese, che registrarono le vittime e i danni maggiori. Secondo le fonti governative dell’epoca, si contarono 5.573 morti e 1.583 feriti, in un’area che contava circa 205.000 abitanti. Il Vesuvio si riattivò improvvisamente eruttando enormi colate di lava che raggiunsero il mare. Riportò gravi danni anche la Reggia di Caserta. Impressionante l’estensione dell’area colpita: come si legge nel documentato sito del Centro Ediis

TripAdvisor porta il mare a Foggia

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Quel che non riuscì al conte Franchini, l’ha fatto TripAdvisor , che ha portato il mare a Foggia, come si vede nella immagine che illustra il post, e che campeggia in questi giorni sulla popolare piattaforma turistica, se si ricerca quale destinazione del proprio viaggio il capoluogo dauno. Per chi non lo sapesse, il conte Franchini si candidò a sindaco di Foggia nell’immediato dopoguerra promettendo che, se avesse conquistato la fascia tricolore, avrebbe portato il mare a Foggia. Il buon aristocratico fu trombato dagli elettori, ma la sua storia è diventata proverbiale. “Portare il mare a Foggia” è diventato metafora del sogno impossibile, e nello stesso tempo di promessa elettorale fatua ed esagerata. Con la complicità di qualche iscritto alla piattaforma non molto ferrato in geografia, Tripadvisor ha centrato il bersaglio, laddove il sogno di Franchini restò tale. Con ogni probabilità, la fotografia è la conseguenza di un tag errato. C’è da aggiungere che la performance di Fo

Quando Foggia era bella...

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"Foggia può ora considerarsi la seconda tra le città provinciali, quanto a popolazione almeno. Siede in mezzo a vasta pianura; i suoi edifizj furono restaurati e nobilmente abbelliti dopo la devastazione loro cagionata dal memorando terremoto del 1731, che nella sola cattedrale tanti pregevoli monumenti d'arte distrusse. La casa comunale è di moderna ricostruzione ; modernissima è quella del teatro che tra tutti gli altri delle provincie primeggia. Delizioso fu reso benanche il pubblico passeggio ; gli serve d' ingresso un portico sostenuto da colonne doriche e terminato alle estremità da due casini ; ferrei cancelli chiudono gl'intercolunii lasciando liberi accessi al passeggio intersecato da tortuosi viali, con vallicelle e collinette e simulate anticaglie, e collinaggi in viale ombreggiato da gelsi, in fondo al quale fà di se bella mostra una gran fontana a foggia di cascata." Così, l'insigne geografo Attilio Zuccagni Orlandini raccontava Foggia, nel

Quella esasperata tendenza foggiana a contrapporsi e litigare (di Geppe Inserra)

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Se il pallone e quel che vi ruota attorno è lo specchio di una città (e quanto è vero, soprattutto a Foggia...), gli incidenti che hanno costretto l'arbitro a sospendere l'innocua amichevole che i satanelli stavano disputando nel ritiro di Castel di Sangro e la società a cancellare gli altri incontri precampionato in programma, non possono essere derubricati a semplici episodi di inciviltà e di teppismo sportivo. Se non altro dal punto di vista statistico: gli annali del calcio sono pieni zeppi di partite interrotte per incidenti esplosi tra tifosi di opposte fazioni, ma dev'essere stata la prima volta, o giù di lì, che a sfidarsi con mortaretti, petardi, e fumogeni sono stati tifosi che avrebbe dovuto essere accomunati dalla passione per la stessa squadra. La mia personale impressione è che il Foggia e l'amore per la squadra rossonera in questa brutta storia c'entrino poco. C'entra, invece, un modo d'essere, una certa mentalità foggiana che non appartien

Villa Comunale, senza manutenzione è il disastro

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La lettera meridiana e l'antica fotografia "colorizzata" della Villa Comunale, in cui lamentavamo il pesante stato di degrado che grava su questo luogo così simbolico della città hanno suscitato numerose ed attente reazioni nei nostri lettori. Antonio Dembech , storica figura del mondo ambientalista foggiano, scrive: "La parola chiave è manutenzione. Fino agli anni 80 in villa c'erano i giardinieri del comune. Le piantine erano cresciute nelle sere e la villa era un gioiellino, a parte il boschetto che è sempre stato considerato un luogo malfamato. Poi sono arrivati i grandi finanziamenti, le antiche serre in vetro e ghisa sono state smantellate, come aree in cui si custodivano gli attrezzi. Grandi opere, ma zero manutenzione. si è pensato che tutto potesse funzionare da solo, salvo occasionali interventi. E questo è il risultato. Nella gestione della villa, e più in generale del verde, stiamo depauperando un patrimonio." La fotografia mostra una delle g

Perché Foggia non è diventata grande (di Ugo Iarussi)

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Quella di Ugo Iarussi è stata una delle intelligenze più nitide e prorompenti che la città e la provincia di Foggia abbiano avuto nel secolo scorso. Architetto (fu il primo iscritto all'Ordine professionale in provincia di Foggia), studioso di storia locale (nella incrollabile convinzione che chi progetta il futuro debba conoscere approfonditamente il passato) diresse l'ufficio tecnico della Provincia, e fu uno dei protagonisti del recupero e del restauro di Palazzo Dogana, di cui si paventava addirittura la demolizione, dopo che un terremoto l'aveva reso "pericolante". In questa veste l'ho conosciuto e siamo diventati amici. Ogni incontro è stato per me un'occasione di arricchimento intellettuale, e spesso di sorpresa. Mi stupiva la sua lucidità e l'ironia con cui guardava alle cose del mondo, che ha lasciato troppo presto. Ho ritrovato il mio caro vecchio amico in un articolo che non conoscevo, e che rappresenta un documento eccezionale, una let

In regalo un ebook per capire la tragica estate del 1943

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Da qualsiasi prospettiva ideologica o culturale la si guardi, la tragica estate del 1943 rappresenta uno snodo essenziale, e purtroppo ancora non del tutto conosciuto, della storia pugliese e meridionale. Basti pensare alle stucchevoli polemiche sul numero delle vittime (come se qualche migliaio di morti in meno bastasse ad assolvere la guerra dalle sue atrocità) e alla quasi totale assenza di riflessioni e di ricerche sulla ricostruzione post bellica, che probabilmente innescò quel sistema di diseguaglianze che ancora oggi impedisce alle Puglie di essere, fino in fondo, Puglia . In occasione del 74° anniversario dei bombardamenti, Lettere Meridiane regala ad amici e lettori un ebook che raccoglie i più significativi articoli pubblicati dal blog sul tema. Potete scaricarlo cliccando qui .

Foggia e la Villa, la bellezza oltraggiata

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A volte, le fotografie del passato, sono impietose, perché sono lo specchio del trascorrere degli anni. Non mi riferisco ai ritratti delle persone. E' ovvio che chi si guarda com'era venti o trent'anni fa, si preferisce allora, rispetto ad oggi. Ma non dovrebbe essere così per le città, che dallo scorrere del tempo dovrebbero trarre vantaggio. Nel senso che il benessere, il progresso, l'attenzione verso l'arredo urbano dovrebbe produrre città più belle e vivibili. Qualche giorno fa, sono tornato dopo molti anni ad Orta Nova, e sono rimasto positivamente sorpreso per come sia cambiata. La ricordavo come un grosso paesone agricolo, anonimo e cotto dal sole. A passeggiare per il centro oggi, si resta stupiti dallo scintillio dei tanti bar che uno dopo l'altro offrono agli avventori tavolini e una piacevole sosta. Si ha l'impressione di una comunità che, con tutti i limiti di una cittadina meridionale, ha scoperto il buon vivere, l'arredo urbano, una cer

In consiglio comunale a Foggia, la cittadinanza onoraria a Pasquale Di Cicco

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Di Cicco (il secondo da destra) in compagni del personale del "suo" Archivio di Stato Il consiglio comunale di Foggia sta per conferire la cittadinanza onoraria a Pasquale di Cicco, eminente storico ed archivista, tra gli studiosi che hanno scavato più profondamente nel passato e nella storia di Foggia e della sua provincia. È tra quanti conoscono meglio l'anima più profonda della città, che la sua intensa e proficua attività di ricerca e di produzione culturale ha contribuito a far conoscere, difendendo e consolidando le non molte tracce di memoria e di storia cittadina, sopravvissute agli scempi, alle distruzioni e alle devastazioni. Il presidente del consiglio comunale ha inserito la concessione del riconoscimento all'ordine del giorno del consiglio comunale in programma oggi, dopo la Giunta Comunale aveva deliberato il proprio assenso alla cittadinanza onoraria, la cui proposta era partita dal giornalista e bibliotecario Maurizio De Tullio, ed era stata calor

Don Antonio Silvestri a 180 anni dalla sua morte: il ricordo del comitato per la beatificazione

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Ricorre oggi il centottantesimo anniversario del ritorno in cielo di padre Antonio Silvestri, il sacerdote oratoriano nato e vissuto a Foggia a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, e morto in odore di santità, dopo aver vissuto una vita al servizio dei poveri e dei derelitti. Il Comitato per la beatificazione di don Antonio Silvestri e la Confraternita di Sant'Eligio hanno diffuso un comunicato stampa che sottolinea le eccelse ed eroiche virtù del pio sacerdote. Eccone il testo. * * * 20   luglio  1837- 20 luglio 2017, centoottant’anni dalla salita al cielo di quello straordinario figlio di Foggia, figlio della Chiesa, eroe della carità, Don Antonio Silvestri, che ha dato  eccellente prova delle sue virtù, lasciando inebriata tutta la città, che lo ricorda ancora con grande  amore e al quale ricorre  per  intercessioni. E’ il 14 di luglio, il morbo del colera imperversa anche a Foggia, dopo essersi diffuso in alcuni paesi del  Gargano come  a Rodi Garganico, a Ischite

La Puglia è sempre una ma certe scelte possono essere divisive (di Maurizio De Tullio)

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Maurizio De Tullio torna sulla questione della esclusione della Capitanata dalle tappe del RI-Ciclo in tour Puglia con un contributo ricco di spunti di riflessione. Eccolo, di seguito. - - - Caro Geppe:  o stiamo sulla notizia (che c’era: l’hai data tu!) o parliamo di altro. E se parliamo della notizia, così come tu l’hai presa, titolata e commentata, non si scappa dal classico “delle due l’una”. Che, nel caso  d ella polemica  innescata  da  LM  sul “RI-Ciclo in tour Puglia”, che esclude di fatto la Capitanata, si condensa nella domanda-dubbio: è colpa del COREPLA o della Regione Puglia? Tu, nella garbata risposta, senza esplicitarlo dichiaratamente, propendi  ( e non era difficile immaginarlo )  per responsabilità del governo regionale, incapace di ragionare in termini di equilibrio nel concedere i patrocini. Ergo: il Consorzio COREPLA è assolto, il colpevole è l’ Ente regionale, ancora una volta miope  e/ o punitivo  nei nostri confronti.  Stando al tuo ragionamento, qu

Centottanta anni fa la morte di don Antonio Silvestri. Ma la città è smemorata

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Centottanta anni fa, il 20 luglio del 1837, concludeva la sua vita terrena, per salire a quella celeste, padre Antonio Silvestri, colpito dall'epidemia di colera che in quei mesi si era abbattuta sulla città di Foggia. La  fortuna  di padre  Antonio Silvestri  a distanza di 180 anni (dalla sua morte, è un altro capitolo - particolare, ed amaro -  della perdita di memoria che colpisce i foggiani. Non soltanto in riferimento alle cose, ai monumenti, ai palazzi, ma anche alle persone che hanno scritto le pagine più importante della storia cittadina. Antonio Silvestri potrebbe essere il primo Santo foggiano, come chiede un gruppo di cattolici ma anche di laici non praticanti, che da alcuni anni promuove un Memoriale per ricordare questo straordinario personaggio e chiedere che riprenda il processo di canonizzazione. La verità è che il percorso di don Antonio verso l'onore degli altari non è stato facile, fin da subito. Quando passò a miglior vita, il popolo lo invocò subito S

Franco Mercurio: "Cosa c'è all'origine del foggianesimo"

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L'estate 2017 verrà ricordata come una stagione di particolare tensione nei rapporti tra i diversi territori pugliesi, con particolare riferimento al tema, sempre caldo, "baricentrismo e foggianesimo". Da un lato, c'è la tendenza del capoluogo regionale a polarizzare investimenti ed interventi (culminata con il treno diretto per Roma che bypassa Foggia, tenacemente voluto dal sindaco barese Decaro, i cui risultati dal punto di vista dei "numeri" sono però inferiori alle aspettative). Dall'altro, l'attitudine foggiana al lamento e al piagnisteo, che porta a vedere dappertutto segnali di congiure perpetrate ai danni delle comunità daune. Sul tema si è anche sviluppato un intenso dibattito, scaturito da un interessante articolo di Enrico Ciccarelli , che rispondeva ad una mia precedente lettera meridiana (trovate tutti i collegamenti al termine di questo post). Come benzina sul fuoco, è arrivato poi lo spot di promozione turistica di Pugliapromozi

Rodi Garganico, un acquerello naturale, senza effetti speciali

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È un acquerello, o una fotografia? È una foto, colorizzata con l'applicazione di tecniche di intelligenza artificiale, ed estratta da un vecchio testo scolastico di geografia. Mostra Rodi Garganico, vista dalla spiaggia, com'era un secolo fa. È il caso di dire, assolutamente incontaminata. Potete scaricare l'immagine a colori e quella originaria, in bianco e nero, in alta risoluzione utilizzando i collegamenti alla fine del post. Ricordo che  Lettere Meridiane  regala tutti i giorni, nel periodo estivo, ad amici e lettori una antica fotografia "colorizzata". La colorizzazione è stata effettuata utilizzando la tecnica di Satoshi Iizuka, Edgar Simo-Serra e Hiroshi Ishikawa ( Let there be Color!: Joint End-to-end Learning of Global and Local Image Priors for Automatic Image Colorization with Simultaneous Classification ). Trovate le immagini "colorizzate" precedenti  qui . Qui sotto, invece, i collegamenti per scaricare le foto offerte oggi. Pan

Foggianesimo, baricentrismo, RI-Ciclo in tour: botta e risposta De Tullio-Inserra

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Maurizio De Tullio mi invia, a commento della lettera meridiana sulla esclusione delle località balneari della provincia di Foggia dal "RI-ciclo in tour" , la nota che potete leggere di seguito. Al termine la mia risposta. Prego gli amici e i lettori del blog di leggerle entrambe. * * * Al peggio non c'è mai fine, devo ammetterlo con grande dispiacere cari lettori di Lettere Meridiane . Mi riferisco alla vicenda del "RI-ciclo in tour", l’interessante iniziativa sulla raccolta differenziata della plastica, promossa dal Consorzio nazionale COREPLA, che si svolgerà in Puglia dal 19 luglio al 1° agosto e che, stando alle ormai quotidiane doglianze di un blog serio come “Lettere Meridiane”, sarebbe l’ulteriore iniziativa volta a penalizzare la Capitanata. Eh, no caro Geppe: stavolta proprio non ci sto. Nella tua nuova reprimenda hai esordito sostenendo di non volerti sottrarre al “dovere di cronaca” e per questo motivo hai deciso di occuparti della faccenda. N

Quel voto sciolto: dopo 180 anni salta la processione dell'Addolorata

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Nella foto di Longo, un'antica immagine di una processione, in corso V.Emanuele Un altro pezzo di memoria e di tradizione che finisce nel dimenticatoio. Come Lettere Meridiane ha ricordato, pubblicando il dettagliato racconto che dei fatti fece un testimone oculare, Trojano Marulli , ricorreva ieri il 180° anniversario del miracolo della Madonna dell’Addolorata venerata nella Basilica di San Giovanni Battista. Come riferiscono le cronache dell’epoca, la statua della Vergine prese a lacrimare copiosamente. Nell’immaginario collettivo quel pianto venne associato alla terribile epidemia di peste che stava colpendo dalla città e che sembra si arrestò dopo quel prodigioso evento. Per questo, la Madonna dell’Addolorata viene chiamata a Foggia anche “liberatrice dal colera”. Per centottanta anni, i foggiani hanno manifestato la loro gratitudine alla Madonna con un’affollata processione, qualcuno sostiene che si sia trattato di un vero e proprio voto. Che sembra essere stato però s