Foggia città ingrata
"Chi non sa di quanta venerazione sono specialmente circondati i luoghi dove apparve la Madonna? Eppure, qui a Foggia, quante volte si è parlato dell’apparizione della Madonna dell'Iconavetere, si è accennato vagamente all'ex convento dei Cappuccini. E non dico che, neppure in occasione di tante pubbliche calamità, non si è mai promosso un pellegrinaggio di penitenza con l'Iconavetere o in onore dell' Iconavetere che tanto predilesse quel luogo,- mentre oggi è scomparsa perfino ogni traccia del luogo preciso della sua prima apparizione.”
Don Michele Di Gioia, indimenticabile canonico della Cattedrale, nonché storico della Madonna dei Sette Veli, scriveva queste considerazioni mentre si avvicinava il 250° anniversario della prima apparizione della Madonna, praticamente 35 anni fa.
Da allora le cose sono cambiate, ma non più di tanto. Attorno ai ruderi del Convento, in via Ciano, è sorto il Parco dell’Iconavetere, che doveva pagare questo debito di memoria della città, e che venne visitato da Papa Giovanni Paolo II, in occasione del suo tour in Capitanata.
Ma la struttura è rimasta lì, senza mai entrare seriamente a fare parte della memoria, del cuore della città, senza mai essere “animata”. Anzi, è stata fatta spesso segno di atti vandalici e una volta perfino profanata.
Ha ragione il buon don Michele: la memoria passa anche per segni ed eventi simbolici, come quelli che egli stesso indica nella citazione, tratta dal libro La Madonna dei Sette Veli, Patrona Principale di Foggia, che continua a restare un testo di riferimento per tutti quanti vogliano approfondire la grande storia della Patrona di Foggia, e delle sue apparizioni.
Il volume ospita anche quella che credo sia l’unica immagine del luogo dell’apparizione (è quella che illustra il post).
Il declino del Convento ebbe inizio quando assieme alla chiesa annessa venne trasformato “in caserma per i militari,” e – come ricorda Di Gioia – “la cappella andò soggetta all'abbandono e all'ingiuria del tempo.”
“Anche quando gli avanzi .dell'ex convento e chiesa ritornarono ai Padri Cappuccini per interessamento di Mons. Farina il quale, proprio in ricordo di quella prodigiosa apparizione auspicava il ripristino di tutto il complesso – scrive ancora il Canonico - , nessuno pensò e provvide ad erigere almeno un qualche monumentino, per richiamare nel popolo il dovere della riconoscenza e la fiducia in Colei, che si è sempre dimostrata sollecita in tutti i bisogni a correre in aiuto dei suoi prediletti figli.”
Questa dimenticanza dolorosa, affligge non soltanto l’ex Convento dei Cappuccini, ma un po’ tutti i luoghi delle apparizioni, privi di targhe o altri elementi che ricordino l’evento.
Ed è tutto dire, in una città che è stata così tanto spesso gratificata dello svelamento della sua Patrona.
Don Michele Di Gioia, indimenticabile canonico della Cattedrale, nonché storico della Madonna dei Sette Veli, scriveva queste considerazioni mentre si avvicinava il 250° anniversario della prima apparizione della Madonna, praticamente 35 anni fa.
Da allora le cose sono cambiate, ma non più di tanto. Attorno ai ruderi del Convento, in via Ciano, è sorto il Parco dell’Iconavetere, che doveva pagare questo debito di memoria della città, e che venne visitato da Papa Giovanni Paolo II, in occasione del suo tour in Capitanata.
Ma la struttura è rimasta lì, senza mai entrare seriamente a fare parte della memoria, del cuore della città, senza mai essere “animata”. Anzi, è stata fatta spesso segno di atti vandalici e una volta perfino profanata.
Ha ragione il buon don Michele: la memoria passa anche per segni ed eventi simbolici, come quelli che egli stesso indica nella citazione, tratta dal libro La Madonna dei Sette Veli, Patrona Principale di Foggia, che continua a restare un testo di riferimento per tutti quanti vogliano approfondire la grande storia della Patrona di Foggia, e delle sue apparizioni.
Il volume ospita anche quella che credo sia l’unica immagine del luogo dell’apparizione (è quella che illustra il post).
Il declino del Convento ebbe inizio quando assieme alla chiesa annessa venne trasformato “in caserma per i militari,” e – come ricorda Di Gioia – “la cappella andò soggetta all'abbandono e all'ingiuria del tempo.”
“Anche quando gli avanzi .dell'ex convento e chiesa ritornarono ai Padri Cappuccini per interessamento di Mons. Farina il quale, proprio in ricordo di quella prodigiosa apparizione auspicava il ripristino di tutto il complesso – scrive ancora il Canonico - , nessuno pensò e provvide ad erigere almeno un qualche monumentino, per richiamare nel popolo il dovere della riconoscenza e la fiducia in Colei, che si è sempre dimostrata sollecita in tutti i bisogni a correre in aiuto dei suoi prediletti figli.”
Questa dimenticanza dolorosa, affligge non soltanto l’ex Convento dei Cappuccini, ma un po’ tutti i luoghi delle apparizioni, privi di targhe o altri elementi che ricordino l’evento.
Ed è tutto dire, in una città che è stata così tanto spesso gratificata dello svelamento della sua Patrona.
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