Pasquetta: tra arte e cultura, l'exploit di Troia
Troia fa il botto, a Pasquetta, a conferma di un trend di crescita del turismo culturale e religioso che ha come meta la cittadina del rosone. Ci sono stato, ieri pomeriggio, essenzialmente per ammirare la mostra di Antonio Farina sul Crocifisso di Pietro Frasa esposto nella Cattedrale di Troia, gemello a quello che si trova nella Cattedrale di Foggia, dove Frasa morì, proprio ai piedi del suo Crocifisso..
Le fotografie di Farina sono straordinarie, per l’intensità che promanano: con i suoi scatti, Antonio è riuscito a mostrare - e starei per dire, a svelare - in ogni dettaglio e come mai eta successo prima, questa opera d’arte unica e di enorme suggestione, offrendo ai visitatori la possibilità di ammirare particolari che è difficile cogliere normalmente, ma anche prospettive, e visioni che solo uno sguardo sensibile ed attento come il suo poteva rappresentare con tanta efficacia e potenza.
Una mostra che commuove e travolge, grazie anche alla efficacia dei testi che accompagnano le immagini. Gli uni e le altre chiariscono che il realismo quasi caravaggesco con cui Frasa dipingeva e rifiniva i Crocifissi (che gli procurò seri grattacapi con l’inquisizione, scongiurati dall’energica presa di posizione in sua difesa del vescovo del tempo, Emilio Giacomo Cavalieri) non era una scelta meramente estetica, ma rispondeva ad una logica teologica di assoluta coerenza e rigore.
Il Cristo agonizzante di Troia viene colto da Farina in tutta la sua drammaticità, ma anche in tutta la sua pregnanza salvifica: i diversi scatti non sono, come dire, anatomici, ma catturano la potenza espressiva del Crocifisso e danno conto della peculiarità che lo rende unico: lo sguardo cangiante, a seconda del punto di vista di chi lo osserva.
Ma la bella mostra di Antonio Farina non è stata la sola sorpresa della bella pasquetta troiana: non mi aspettavo il gran numero di turisti che affollavano le sale del Museo Diocesano che ospitava la mostra, dopo l’inevitabile foto all faccia del Duomo romanico, che ieri risplendeva più che mai.
Ha di che essere raggiante, il sindaco Leonardo Cavalieri: “Il giubileo della misericordia sta portando bene alla nostra città”, mi dice mentre lo incrocio, proprio all’interno del Museo.
Il sorprendente afflusso si è registrato fin dalle prime ore del mattino, con pullman che hanno scaricato centinaia di turisti, soprattutto dalla provincia di Bari.
A mezzogiorno, ristoranti pieni come un uovo, ed è la conferma che a Troia hanno finalmente imboccato la direzione giusta per consacrare, turisticamente e culturalmente, una città d’arte che non ha pari.
Mi ha commosso vedere Angelo Bortone, capitano di lungo corso nel panorama culturale troiano, e adesso presidente dell’Associazione culturale "Terzo Millennio", fare da instancabile cicerone a beneficio delle molte comitive di turisti che ammiravano le opere esposte, in un un museo ricchissimo di opere d’arte, che ha una importante peculiarità: è il solo museo della provincia di Foggia a esporre, dipinti che coprono, senza soluzione di continuità tutto la storia dell’arte, dal 1500 ad oggi.
Il segreto del successo sta nella riuscitissima sinergia tra il mondo del volontariato e la chiesa troiana: un salto di qualità che veramente candida Troia a svolgere fino in fondo il ruolo che le compete, di straordinaria città d’arte.
Adesso si può osare. Perché non va dimenticato che Troia di musei ne ha ben tre: oltre il Med, ci sono il Museo civico assai ricco di reperti, con l’annessa Gipsoteca Fiore, e quella gemma autentica che è il Museo del Tesoro della Cattedrale.
Pensare ad un’apertura contemporanea e integrata si può e si deve, con questi numeri….
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