La Dea Eupalla esiste, ed è più forte della Dea Bendata

L'esultanza di Martinelli dopo la rete che ha
avviato la grande rimonta rossonera
Chissà cosa avrà pensato la dea Eupalla iera sera quando, al nono minuto del primo tempo della partita tra Carpi e Foggia, ha visto il difensore pugliese Camporese avvitarsi malamente e goffamente nel tentativo di fermare Mbagoku, che si è invece involato verso l’area rossonera, infilando il portiere e portando in vantaggio i padroni di casa.
Secondo quell’indimenticabile maestro di giornalismo e di buon senso che è stato Gianni Brera, Eupalla è “la divinità benevola che, assistendo pazientemente alle goffe scarponerie dei bipedi, presiede alle vicende del calcio, ma soprattutto del bel gioco.”
Alzi la mano chi, tra i tifosi rossoneri, di fronte all’ennesimo strafalcione della retroguardia dei satanelli non ha pensato: stasera le prendiamo di nuovo, e di brutto. D’altra parte, si sfidavano nello stadio emiliano le due difese “estreme” del torneo cadetto: da una parte la più impenetrabile (solo un gol al passivo prima di ieri), dall’altra la più perforata.
Il gol di Mbagoku era stato il tredicesimo subito dal Foggia, e tutto lasciava presagire un’altra grandinata di palloni nella rete dell’incolpevole Guarna.
Personalmente, lo strafalcione di Camporese, neoacquisto prelevato dal Benevento (con cui lo scorso anno ha conquistato la promozione in A) mi ha ricordato quello di Martinelli, l’altro centrale rossonero, nella gara casalinga con l’Entella: su una palla facile facile nel cuore dell’area, liscio impressionante e quindi rovinoso fallo sull’attaccante. Rigore e pareggio.
Ma la dea Eupalla ha lo sguardo lungo e il cuore grande, e ha compiuto il miracolo, verosimilmente invocata da mister Stroppa, che ieri sera ha gridato tanto e così forte da costringere i tecnici di Sky ad abbassare il volume dei microfoni piazzati nei pressi delle panchine.
Il gol di Martinelli
Sta di fatto che il Foggia dopo quella rete non ha perso morale, né mordente, ma ha cominciato anzi a macinare gioco al cospetto della capolista, mentre in difesa hanno cominciato a ribattere colpo su colpo, e tutta la squadra ha ripreso a giocare con quelle geometrie che l’anno scorso hanno incantato tutti i tifosi degli stadi di Lega Pro.
E così, al quarto della ripresa, forse anche per fare un dispetto alla Dea Bendata, la buona Eupalla ha deciso che no, il Foggia non poteva essere punito ancora una volta e che a dare il là alla rimonta rossonera dovevano essere proprio gli autori delle scarponerie prima ricordate.
Rubin conquista un calcio d’angolo. Lo batte sulla sinistra Floriano con un cross forte e teso che finisce nel cuore dell’area. Si avventa sul pallone Camporese, che tira quasi a botta sicura, ma la sfera finisce sulla traversa. Eupalla, si sa, ama la suspence: così il difensore riprende e tira di nuovo, ma anche questa volta la rete sembra stregata, perché un difensore emiliano salva sulla linea. In agguato c’è però Martinelli che con un tiro malizioso che passa tra una selva di gambe, finalmente insacca.
Martinelli e Camporese, proprio loro. I difensori che erano stati al centro delle polemiche avviano il riscatto rossonero. Quella rete ha sbloccato il Foggia che è letteralmente salito in cattedra, travolgendo il Carpi. La difesa che fino a ieri aveva preso soltanto un gol, alla fine dovrà annotarne tre al passivo, perché alla rete del difensore, si aggiungeranno quelle di Chiricò e di Beretta.
Si, aveva ragione Brera, la dea Eupalla esiste. Ed è più forte della Dea Bendata.

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