Ex Ippodromo, basta coi veleni, ci vuole buonsenso (di Geppe Inserra)

Dopo anni di incomprensioni reciproche, se non proprio di muro contro muro, speriamo che sulla vicenda dei Campi Diomedei e del Deposito Cavalli Stalloni di Foggia sia giunto il momento del confronto costruttivo. Non induce all’ottimismo la rabbiosa reazione del sindaco di Foggia al dietro front della Soprintendenza ai Beni Culturali che, revocando l’autorizzazione concessa soltanto qualche mese fa, ha di fatto bloccato i lavori di realizzazione dei Campi Diomedei. Franco Landella è deciso ad adire le vie giudiziarie: non solo il Tar, ma perfino la Procura della Repubblica. Invece occorrerebbe prudenza, e forse sarebbe utile più che mai il sollecito insediamento di un “tavolo” che metta a confronto le diverse parti e i diversi interessi, e cerchi di contemperarli in una visione comune.
A beneficio dei non addetti ai lavori o di quanti non avessero seguito tutte le puntate della telenovela, cerchiamo di ricostruire la vicenda. Il Comune di Foggia e la Regione Puglia, che a tal fine ha donato il suolo, sono intenzionati a realizzare nell’area dell’ex ippodromo (che una volta era il galoppatoio del Deposito Cavalli Stalloni) un parco polivalente, denominato Campi Diomedei. Un progetto importante, dal costo importante (quasi cinque milioni di euro): l’intervento si estende su 23 ettari destinati ad ospitare quattro distinte aree: l’orto botanico, l’area archeologica, lo spazio equestre riservato all’Istituto Regionale di Incremento Ippico (che è la denominazione assunta dal Deposito Cavalli Stalloni dopo il trasferimento delle competenze alle Regione), l’anfiteatro per gli eventi e gli spazi didattici. Un’opera fondamentale per il futuro della città.

I lavori sono stati avviati dalla scorsa primavera ed il cantiere era in piena attività prima del brusco stop imposto dalla Sovrintendenza, che ha agito in regime di “autotutela”, verosimilmente per il timore che l’autorizzazione a suo tempo rilasciata potesse avere qualche vizio di legittimità. Di conseguenza l’autorizzazione è stata revocata, dopo un intervento del Direttore Generale del Ministero che ha chiesto di riesaminare il progetto e la stessa autorizzazione.
Esulta il Comitato Pro Iriip, combattivo gruppo della società civile (molto vicino al M5S di Foggia), che aveva sempre avversato l’idea dei Campi Diomedei, rivendicando spazio e dignità per l’Istituto. Esulta Vittorio Sgarbi che si era schierato senza esitazioni a favore delle tesi sostenute dal comitato. Masticano invece amaro quanti avevano cavalcato la tigre dei Campi Diomedei. La polemica divampa.
Ma adesso?
Adesso è giunto il momento di abbassare i toni e cercare una soluzione condivisa, come sarebbe stato il caso di fare da molto tempo. I contrasti sull’uso del Deposito Cavalli Stalloni vengono da lontano. La storia dei Campi Diomedei ne è solo l’ultimo atto.
La presa di posizione, seppure tardiva, del Ministero e della Soprintendenza mettono finalmente un punto fermo nella vicenda riconoscendo che il Deposito Cavalli Stalloni possiede una valenza storica e culturale da tutelare, salvaguardare e  conservare, nella sua identità e nella sua integrità.
Bisogna ricominciare da qui, rivedendo ed adeguando il progetto, in modo che valorizzi le risorse esistenti (il Deposito, ma anche il villaggio neolitico), e le integri nel parco urbano senza comprimerle o snaturarle. Non è difficile: basta volerlo.
Bisogna ascoltare le ragioni del Comitato, troppo spesso accolte con sufficienza, quando non con supponenza, dalle istituzioni ma anche da una parte del mondo foggiano della cultura che le ha, per usare un eufemismo, snobbate.
Ingaggiare un braccio di ferro giudiziario farebbe soltanto perdere tempo e danaro. Il provvedimento di revoca in autotutela e di sospensione dei lavori non è un semaforo rosso, ma giallo, perché richiede espressamente la presentazione di una proposta progettuale in variante, da mettersi a punto sulla base delle prescrizioni che lo stesso Ufficio impartirà.
Per tutta la città si tratta di un banco di prova importante, da affrontare senza pregiudizi né isterismi.
È così difficile progettare il futuro in maniera condivisa?
Geppe Inserra

[La foto che illustra il post è tratta da http://manganofoggia.it/i-cavalli-stalloni/ ]

Commenti

Post popolari in questo blog

Renzo e Lucia alle falde del Gargano

Treno no stop Bari-Roma, un flop o quasi

La Madonna dell'Incoronata, tra storia, leggenda e tradizione (di Francesco Gentile)