Accadia, la "Provvidenza" della Puglia e della Capitanata
Il bellissimo film di Pippo Mezzapesa, Il bene mio (se ancora non l'avete visto, avete tempo fino a mercoledì 17 ottobre prossimo, a Laltrocinema, proiezioni ore 20.00 e ore 22.00), racconta la storia di Elia, ultimo ed ostinato abitante di Provvidenza, cittadina divenuta un paese fantasma a seguito di un terremoto, che ha indotto i superstiti a trasferirsi in un posto vicino, e a dar vita ad una nuova cittadina.
Attaccato ai suoi ricordi e al sacro valore della memoria, Elia, stupendamente interpretato da uno sfavillante Sergio Rubini, decide di restare a Provvidenza nonostante il fortuito e fortunato incontro con una donna immigrata che vorrebbe portarlo con sé in Francia e le intimazioni di sfratto del Sindaco, che è anche suo cognato. Lo fa per difendere la memoria, il filo profondo che ci lega al passato, e che scandisce la nostra identità.
Il film è stato girato a Gravina in Puglia e Poggiorsini, ma la location principale, ovvero il paese fantasma evocato da Mezzapesa, è il borgo antico di Apice, in provincia di Benevento, la cui storia è singolarmente speculare a quella di Provvidenza. Come ne Il bene mio, il borgo venne danneggiato da un terremoto, nel 1962, e la popolazione fu forzosamente evacuata in un nuovo sito, vicino al paese originario. Come nel film, ci fu chi decise di continuare a vivere nella vecchia Apice. Tra questi, il sindaco del paese, Luigi Bocchino.
C'è però una Provvidenza anche in Puglia, e precisamente in Capitanata. È Accadia, con il suo Rione Fossi (noto anche come Fossa dei Greci) che possiede una peculiarità che lo rende molto simile ad un'altra celeberrima città meridionale: Matera. Come succede ai Sassi di Matera, anche le abitazioni dei Fossi di Accadia sono parzialmente scavate nella terra e nella roccia. Sono state abitate ininterrottamente per migliaia di anni, fino a quando il 23 luglio del 1930, un fortissimo terremoto che ebbe come epicentro l'Irpinia e il Vulture, non le danneggiò avviando il progressivo spopolamento della Fossa dei Greci. La popolazione rimasta senza tetto venne trasferita in un nuovo rione di casette antisismiche, sorto a qualche centinaio di metri.
Il posto conserva tuttavia un fascino profondo, quasi magico, come potete vedere nel filmato che Lettere Meridiane ha realizzato per raccontare la storia poco nota di un lembo di Puglia dove veramente il tempo pare essersi fermato e dove ancora oggi regna la bellezza.
Pasquale Murgante, prima come presidente dell'Archeoclub e quindi come sindaco, si sta tenacemente battendo da anni per recuperare e riqualificare il rione. Alcuni lotti sono già stati realizzati, ma manca il colpo d'ala, il salto di qualità, ovvero un progetto complessivo di restauro e di riuso.
Il video è dedicato al sindaco Murgante e a quanti, come lui, non si arrendono, e non cessano di sperare che i Fossi di Accadia possano tornare in vita.
Attaccato ai suoi ricordi e al sacro valore della memoria, Elia, stupendamente interpretato da uno sfavillante Sergio Rubini, decide di restare a Provvidenza nonostante il fortuito e fortunato incontro con una donna immigrata che vorrebbe portarlo con sé in Francia e le intimazioni di sfratto del Sindaco, che è anche suo cognato. Lo fa per difendere la memoria, il filo profondo che ci lega al passato, e che scandisce la nostra identità.
Il film è stato girato a Gravina in Puglia e Poggiorsini, ma la location principale, ovvero il paese fantasma evocato da Mezzapesa, è il borgo antico di Apice, in provincia di Benevento, la cui storia è singolarmente speculare a quella di Provvidenza. Come ne Il bene mio, il borgo venne danneggiato da un terremoto, nel 1962, e la popolazione fu forzosamente evacuata in un nuovo sito, vicino al paese originario. Come nel film, ci fu chi decise di continuare a vivere nella vecchia Apice. Tra questi, il sindaco del paese, Luigi Bocchino.
C'è però una Provvidenza anche in Puglia, e precisamente in Capitanata. È Accadia, con il suo Rione Fossi (noto anche come Fossa dei Greci) che possiede una peculiarità che lo rende molto simile ad un'altra celeberrima città meridionale: Matera. Come succede ai Sassi di Matera, anche le abitazioni dei Fossi di Accadia sono parzialmente scavate nella terra e nella roccia. Sono state abitate ininterrottamente per migliaia di anni, fino a quando il 23 luglio del 1930, un fortissimo terremoto che ebbe come epicentro l'Irpinia e il Vulture, non le danneggiò avviando il progressivo spopolamento della Fossa dei Greci. La popolazione rimasta senza tetto venne trasferita in un nuovo rione di casette antisismiche, sorto a qualche centinaio di metri.
Il posto conserva tuttavia un fascino profondo, quasi magico, come potete vedere nel filmato che Lettere Meridiane ha realizzato per raccontare la storia poco nota di un lembo di Puglia dove veramente il tempo pare essersi fermato e dove ancora oggi regna la bellezza.
Pasquale Murgante, prima come presidente dell'Archeoclub e quindi come sindaco, si sta tenacemente battendo da anni per recuperare e riqualificare il rione. Alcuni lotti sono già stati realizzati, ma manca il colpo d'ala, il salto di qualità, ovvero un progetto complessivo di restauro e di riuso.
Il video è dedicato al sindaco Murgante e a quanti, come lui, non si arrendono, e non cessano di sperare che i Fossi di Accadia possano tornare in vita.
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