Loveless, un film contro la brutalità e il caos del mondo
Dopo il grande successo di pubblico ottenuto da Sulla mia pelle, il film di Alessio Cremonini che racconta gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi (gremite le proiezioni che, a causa del maltempo si sono svolte nell’Auditorium di Santa Chiara), la rassegna cinematografica D'Estate D’Autore propone un altro film di altissimo livello: Loveless firmato da Andrey Zvyagintsev uno dei più interessanti e talentuosi registi russi.
Al suo esordio, nel 2003, con Il ritorno, conquistò a sorpresa il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, aggiudicandosi anche il premio quale miglior opera prima. Da allora, il suo percorso artistico è stato sfavillante. Non c’è pellicola che non abbia ottenuto importanti riconoscimenti all’estero.
Loveless (che il pubblico della rassegna D’Estate D’Autore potrà vedere stasera a Parcocittà (unica proiezione ore 20.30, ingresso tre euro) è la sua opera più recente e la più premiata: ha conquistato il Premio della Giuria a Cannes, è stata riconosciuta come miglior film straniero al Premio Cesar, si è aggiudicata i premi per la miglior fotografia e per la miglior colonna sonora agli European Film Awards. Inoltre, è stata candidata agli Oscar tra i migliori film stranieri.
Film di grande efficacia espressiva e di denuncia, Loveless racconta il difficile rapporto matrimoniale tra Zhenya e Boris, ormai sul punto di separarsi. Non si tratta però di una separazione pacifica, carica com'è di rancori, risentimenti e recriminazioni.
Entrambi hanno già un nuovo partner e sono impazienti di voltare pagina, di iniziare una nuova fase della loro vita. C'è però un ostacolo difficile da superare: il futuro di Alyosha, il loro figlio dodicenne, che nessuno dei due ha mai veramente amato. Il bambino un giorno scompare. E niente sarà più come prima.
“Questa era postmoderna - afferma Zvyagintsev - è una società post-industriale inondata da un continuo flusso di informazioni ricevute da individui che si interessano alle altre persone sporadicamente e solo per ottenere qualcosa in cambio. Ogni individuo pensa solo a se stesso.”
A questa condizione non si sottraggono Zhenya e Boris che pensano soltanto al loro avvenire, rispetto al quale Alyosha è soltanto un fardello di cui liberarsi. Ma la sua scomparsa rimette tutto in gioco.
“L’unico modo per potersi sottrarre a questa indifferenza è quello di sacrificare se stessi per gli altri - aggiunge il regista - , anche per persone estranee, come fa il coordinatore dei volontari che perlustra il paese per cercare il bambino scomparso, senza ricevere nessuna ricompensa, come se questo fosse l’unico scopo della sua vita. Uno scopo che dà senso ad ogni sua azione. Questo è l’unico modo per combattere la brutalità e il caos del mondo.
A suo modo, Loveless è un film contro la brutalità e il caos del mondo.
Non mancate, perché è uno dei film più belli proposti da D’Estate D’Autore, la rassegna in memoria di don Paolo Cicolella, promossa da Parcocittà, Laltrocinema, Circuito Cinema Cicolella, Fondazione Apulia Felix, Cinema Felix e Lettere Meridiane, con il patrocinio di Apulia Film Commission e dell'Assessorato alla Cultura della Città di Foggia.
Qui sotto il trailer.
Al suo esordio, nel 2003, con Il ritorno, conquistò a sorpresa il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, aggiudicandosi anche il premio quale miglior opera prima. Da allora, il suo percorso artistico è stato sfavillante. Non c’è pellicola che non abbia ottenuto importanti riconoscimenti all’estero.
Loveless (che il pubblico della rassegna D’Estate D’Autore potrà vedere stasera a Parcocittà (unica proiezione ore 20.30, ingresso tre euro) è la sua opera più recente e la più premiata: ha conquistato il Premio della Giuria a Cannes, è stata riconosciuta come miglior film straniero al Premio Cesar, si è aggiudicata i premi per la miglior fotografia e per la miglior colonna sonora agli European Film Awards. Inoltre, è stata candidata agli Oscar tra i migliori film stranieri.
Film di grande efficacia espressiva e di denuncia, Loveless racconta il difficile rapporto matrimoniale tra Zhenya e Boris, ormai sul punto di separarsi. Non si tratta però di una separazione pacifica, carica com'è di rancori, risentimenti e recriminazioni.
Entrambi hanno già un nuovo partner e sono impazienti di voltare pagina, di iniziare una nuova fase della loro vita. C'è però un ostacolo difficile da superare: il futuro di Alyosha, il loro figlio dodicenne, che nessuno dei due ha mai veramente amato. Il bambino un giorno scompare. E niente sarà più come prima.
“Questa era postmoderna - afferma Zvyagintsev - è una società post-industriale inondata da un continuo flusso di informazioni ricevute da individui che si interessano alle altre persone sporadicamente e solo per ottenere qualcosa in cambio. Ogni individuo pensa solo a se stesso.”
A questa condizione non si sottraggono Zhenya e Boris che pensano soltanto al loro avvenire, rispetto al quale Alyosha è soltanto un fardello di cui liberarsi. Ma la sua scomparsa rimette tutto in gioco.
“L’unico modo per potersi sottrarre a questa indifferenza è quello di sacrificare se stessi per gli altri - aggiunge il regista - , anche per persone estranee, come fa il coordinatore dei volontari che perlustra il paese per cercare il bambino scomparso, senza ricevere nessuna ricompensa, come se questo fosse l’unico scopo della sua vita. Uno scopo che dà senso ad ogni sua azione. Questo è l’unico modo per combattere la brutalità e il caos del mondo.
A suo modo, Loveless è un film contro la brutalità e il caos del mondo.
Non mancate, perché è uno dei film più belli proposti da D’Estate D’Autore, la rassegna in memoria di don Paolo Cicolella, promossa da Parcocittà, Laltrocinema, Circuito Cinema Cicolella, Fondazione Apulia Felix, Cinema Felix e Lettere Meridiane, con il patrocinio di Apulia Film Commission e dell'Assessorato alla Cultura della Città di Foggia.
Qui sotto il trailer.
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