Regionalismo differenziato, il no del M5S (di Michele Eugenio Di Carlo)
Puntuale come sempre, Michele Eugenio Di Carlo, meridionalista, agronomo, scrittore e saggista di Vieste, lancia l'allarme sul "regionalismo differenziato" molto caro alla Ministra per le Autonomie, la leghista Erika Stefani.
Ormai quasi tutte le Regioni del Nord hanno siglato o stanno per farlo le "pre intese" previste dall'art.116 della Costituzione, in base alle quali alcune funzioni - individuate, appunto, negli accordi - possono essere delegate dallo Stato alle Regioni, che le esercitano in modo autonomo.
Non è difficile immaginare le profonde e negativa ripercussioni che tale prospettiva avrebbe sulla coesione e la solidarietà nazionale, in quanto l'attuazione delle intese ed il riconoscimento di margini più o meno ampi di autonomia alle Regioni del Nord drenerebbe il fondo perequativo in base al quale, proprio in omaggio al principio della coesione nazionale, le Regioni più deboli ricevono più risorse dallo Stato.
Importante e tempestiva l'iniziativa di Di Carlo che ha scritto alla senatrice pentastellata Sabrina Ricciardi, che ha sollecitamente risposto. Ecco, di seguito la lettera di Michele Eugenio di Carlo e la risposta della senatrice, componente della commissione di vigilanza Rai.
Cara senatrice Sabrina Ricciardi,
con il regionalismo differenziato che la ministra leghista Erika Stefani sta portando a compimento per favorire le regioni del nord a scapito, come sempre, di quelle del Sud, si chiude un ciclo: nei fatti si sfalda definitivamente il tentativo di processo unitario iniziato 158 anni fa, mai voluto realizzare concretamente sul piano della pari dignità, e si va verso la cosiddetta "secessione dolce", che sostituisce in maniera subdola il progetto leghista di secessione del passato. In maniera subdola perché si otterrebbe persino con i voti dei meridionali, visto che la Lega sta svuotando Forza Italia.
Questo è il problema più grosso che dobbiamo affrontare, in quanto processo che avviene nella totale indifferenza dei media e della classe politica del Sud. Non possiamo permettere che vengano addirittura legalizzati e sanciti, in maniera non consona alla costituzione, due diversi sistemi di servizi e di infrastrutture pubbliche: di serie A per il Nord e di serie C per il Sud, che già peraltro esistono grazie alle politiche governative adottate negli ultimi 25 anni con la Lega Nord protagonista in maniera determinante.
Come Lei sa perfettamente dagli studi dei docenti Cristante e Cremonesini, il TG1 della Rai ha parlato del Sud negli ultimi 35 anni per il 9% delle notizie italiane e quasi solo per affrontare le questioni negative. Figuriamoci se fa testo il Giornale che, purtroppo, è ancora letto e seguito pur essendo un semplice foglio propagandistico.
Naturalmente apprezziamo il suo lavoro e il suo interesse per le tematiche del Sud e avrà il nostro totale sostegno quando si tratterà di procedere verso il riequilibrio al fine di diminuire il divario esistente.
L'eventuale approvazione e sostegno del regionalismo differenziato alla Stefani ci vedrà ferrei oppositori.
Ecco cosa ne penso!
E' sulla battaglia contro la volontà della ministra Stefani che verificheremo la nostra unità e la possibilità di proseguire lungo un percorso comune.
Michele Eugenio Di Carlo
La risposta della senatrice Sabrina Ricciardi è arrivata puntuale e - sottolinea Di Carlo - "nella direzione sperata da tutto il movimento meridionalista". Ecco il testo.
"L'argomento lo conosco bene. Ne ho parlato a lungo col Presidente dello Svimez e con altri tecnici molto preparati. Non vi preoccupate che come 5 stelle tutelaremo la nostra terra. Pubblicamente non mi sono ancora espressa, ma non per questo noi 5 stelle non ne stiamo discutendo. Vi terrò aggiornati".
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