La memoria diventa museo. Per iniziativa della società civile.

In punta di piedi, sommessamente, con la discrezione che lo contraddistingue, Alberto Mangano affida alla bacheca del suo profilo facebook una notizia radiosa, uno dei più importanti avvenimenti culturali degli ultimi decenni: l’imminente apertura del Museo della Memoria che ospiterà cimeli e reperti dell’estate del 1943 e dell’occupazione americana, impedendo così che cada l'oblio su una delle pagine più tragiche (e decisive) della storia foggiana degli ultimi secoli.
Pazientemente raccolti dal Comitato per il Monumento alle Vittime dei bombardamenti, guidato dallo stesso Mangano, i cimeli sono già stati oggetto di diverse mostra temporanee che hanno suscitato un enorme interesse nella cittadinanza. Ma adesso saranno esposti in modo permanente, grazie al contratto di affidamento sottoscritto dal Comitato con l’amministrazione comunale, che ha messo a disposizione gli ampi locali del pronao della Villa Comunale in cui trovava posto una volta la biglietteria dell’Ataf.
Proprio nella villa che dai bombardamenti fu distrutta, e in cui si consumò una delle pagine più orrende di quella tragica estate, mai del tutto documentata: il raid a bassa quota dei mitraglieri alleati, che falciarono centinaia di vite umane, anche e soprattutto di civili inermi, come se non bastassero quelli già uccisi dalle bombe.
Proprio nella villa, che solo qualche giorno fa è stata oggetto di un autentico scempio della memoria, con il furto dei busti bronzei di due grandi foggiani del passato come Antonio Mendolicchio e Moisè Maldacea, la memoria torna a brillare.
Il prodigio si deve, ancora una volta, alla positiva convergenza tra l’ente pubblico, in questo caso la civica amministrazione. e la società civile, qui espressa dal Comitato, che mette assieme tanti cittadini, cultori di storia locale ma anche tanti semplici appassionati del passato e delle radici della città.
Com’è successo a Parco San Felice con Parcocittà, potrebbe essere la società civile foggiana a restituire decoro e dignità a un luogo simbolico come la Villa Comunale.
È la speranza che lo stesso Alberto Mangano confessa nel suo sobrio messaggio che ci piace girare a tutti gli amici e i lettori di Lettere Meridiane.
In una città che sembra distratta, che viene spesso ricordata per episodi eclatanti come il furto di due busti di bronzo, che appare lontana da tutto ciò che ruota intorno alla cultura, ebbene in questa città c'è chi cerca di andare avanti comunque e sempre. Oggi ho firmato, per conto del Comitato che mi onoro di rappresentare, il contratto di affidamento del locale sotto il pronao della villa (ex biglietteria ATAF) dove allestiremo un museo di cimeli finalizzato a ricordare il periodo dei bombardamenti a Foggia ed il susseguente periodo di occupazione americana. Devo riconoscere di aver incontrato un'Amministrazione sensibile, che ha compreso il nostro nobile intento e che contestualmente ha voluto donare un angolo di storia proprio in quella villa, testimone della ferocia della guerra e del saccheggio dei giorni scorsi. Al Sindaco e alla sua Amministrazione va il mio personale e sentito ringraziamento oltre a quello di ciascun compone te il nostro Comitato. Cercheremo, nel giro di pochi mesi, di provvedere con le nostre forze ma soprattutto con la nostra volontà, all'allestimento del museo cercando di valorizzare al meglio quel locale per donare ai foggiani, se ci riusciamo, un briciolo di cultura unitamente ad un forte senso di appartenenza. Questa foto (è quello che illustra il post, n.d.r.) ritengo sia emblematica e probabilmente ci appartiene perché raffigura proprio la giusta locazione del futuro museo in un contesto di angoscia e di orrore.
All’amministrazione comunale, ad Alberto Mangano e a tutti gli amici che ci sono prodigati per raccogliere i cimeli ed allestire il museo, un grazie e un bravo di cuore.

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