Faeto caso limite: candidati sindaci a zero voti

Il municipio di Faeto
L'esito delle elezioni amministrative di domenica scorsa ha mandato a carte quarantotto le previsioni della vigilia, soprattutto quelle di quanti pronosticavano il possibile bis del M5S.
Ma a proposito di bizzarrie della politica, quanto si è registrato a Faeto è un caso limite, che merita di essere raccontato a parte.
Il piccolo paese di lingua franco-provenzale aveva fatto parlare di se già in campagna elettorale per il numero di candidati insolitamente alto che vi si sfidavano: ben 8, dato esorbitante se si pensa che gli aventi diritto al voto erano poco più di mille. A recarsi alle urne sono stati ieri soltanto 437 elettori, pari al 40,4%. Le liste in lizza erano tutte civiche: l’ha spuntata Michele Pavia, con 236 voti e il 54.75%, superando di 51 voti il suo maggior competitore, Achille D’Aloia, che si è fermato al 43% dei consensi.
Ma il bello, anzi il brutto, è che tutti assieme gli altri sei candidati in corsa per la fascia tricolore hanno conquistato soltanto 10 voti. Per la cronaca, 5 li ha presi un candidato, due a testa altri due , uno soltanto un altro.
Gli altri due candidati, evidentemente così indaffarati da non essersi neanche recati alle urne, o forse folgorati sulla strada di Damasco così da far convergere ad altro candidato sindaco il proprio voto, non hanno ottenuto neanche un consenso.
A Faeto l'amministrazione usciva da un anno di gestione commissariale. Si sarebbe dovuto votare nella primavera dello scorso anno, ma in quella circostanza non era giunta alla segreteria comunale neanche una candidatura alla poltrona di primo cittadino, ed il Prefetto era stato costretto a revocare il decreto di indizione delle elezioni.
Un anno dopo, i candidati sono stati tanti, troppi, con i risultati che abbiamo visto.
Roba da far impazzire anche i più scafati politologi.

Commenti

Unknown ha detto…
Molto probabilmente non è nota la circostanza che muove questi candidati che non hanno ricevuto voti: essi fanno parte di quel gruppo di dipendenti dello Stato, appartenenti iiallen genere alle forze dell'ordine che godono del privilegio di poter avere molti giorni di ferie (se non erro 40) se sono candidati in qualche collegio.
Pertanto si sta diffondendo la pratica x cui molte di queste persone, pur di godere dei giorni di ferie aggountivi, si candidano alle elezioni nei piccoli Comuni (dove la procedura è più semplice) senza avere alcun reale interesse all'amministrazione di quel posto, e di conseguenza non ottengono nessun voto. Ci lamentiamo sempre dei politici, ma questa mentalità malsana che porta sempre ad approfittare delle situazioni è un peccato originale insito degli italiani.....

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