Umorista umorale, Madetù cambia passo

Ricevo e pubblico molto volentieri a Maurizio De Tullio, in arte Madetù. Il nostro disegnatore satirico in versione "solo testo" decide di cambiare passo. La striscia di battute e calembour cambierà frequenza: non più quotidiana, ma settimanale. Una sola considerazione, circa il "favore del pubblico", che è sempre un po' un'araba fenice nel mondo virtuale del social. Giustamente Maurizio si attende reazioni "verbali" e non like, faccine, o semplicemente numeri. Ma stando alla nuda logica dei numeri e della statistiche, posso dirvi che Madetù il suo pubblico di affezionati lettori ce l'ha, eccome.
Ecco il testo della mail che Maurizio mi ha inviato. (g.i.)
* * *
Caro Geppe,
dopo quasi tre mesi (28 febbraio-21 maggio 2018), corrispondenti in dettaglio a 65 giorni di pubblicazioni effettive della rubrìca e a ben 503 tra battute, freddure, calembour e una barzelletta (quella su Grillo all'Inferno), la striscia quotidiana di Madetù si congeda dai lettori di "Lettere Meridiane".
Nessuno stupore: è fisiologico che accada qualcosa, che faccia riflettere, che induca a un cambio di passo.
Dirò allora innanzitutto "Grazie!" a Geppe Inserra per la consueta ospitalità, pazienza e professionale collaborazione (le copertine della rubrìca 'Riso alla Foggiana Text' sono tutte sue), così come è doveroso dirlo ai lettori, distribuiti tra amici, colleghi, alcuni conoscenti e qualche parente. Un centinaio di destinatari giornalieri del link serale di 'Riso alla Foggiana Text' al Blog "Lettere Meridiane".

Comprendo bene di aver dato non pochi fastidi a chi in quel momento era impegnato in cose ben più serie, o magari riposava, o era alle prese coi bebè.
Ho cercato solo di distribuire qualche sorriso, qualche risatina un po' più convinta delle altre e, in alcuni casi, di aver indotto ad una riflessione magari sfuggita di primo acchito.
In moltissimi casi immagino di non aver fatto ridere: perché la battuta appariva criptica, o perché disinformati rispetto alla notizia che generalmente fa da apertura alle battute, o semplicemente perché non faceva proprio ridere in quanto costruita male. Non sono un professionista.
In molti casi sono anche certo di aver dato fastidio con qualche battuta di troppo sui Grillini e i Leghisti, e lo capisco: quando si toccano fedi politiche (o religiose) guai ad alzare l'asticella della satira o della pura comicità. Ma l'ho fatto anche sul PD e su Renzi, ma pochi se ne sono accorti.
Voglio però esser chiaro. Sono stati due cari amici (dirò solo i nomi: Antonella e Pio) ad avermi indotto a ripensare questa rubrìca, o meglio la sua periodicità e i contenuti.
Chi in un modo e chi in un altro hanno generato una riflessione che non potevo più rimandare: se dopo 503 (cinquecentotre) battute ho ricevuto praticamente nessun consenso ma solo due messaggi con su scritto: "Non fa ridere", devo pensare che qualcosa non va. In me naturalmente.
Così provo a invertire rotta, a ridurre la "produzione", limitandola ad una sola volta la settimana, preferibilmente di sabato, e con una più serrata scelta di quelle che, a mio avviso, potranno incontrare il favore del pubblico.
Sono un umorista...umorale. Che volete farci!
Cordialmente.
Maurizio De Tullio (Madetù)

Commenti

Unknown ha detto…
Le "battute" sono spesso acuminate e fulminati, ma qualche volta un po' fiacche. Penso che la frequenza settimanale sia propizia ad un maggiore approfondimento tematico (e selezione dei testi). Comunque, il tratto grafico donerebbe maggiore incisività ed icasticità ed un surplus di senso.

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