Riconquistiamo la magia del "piatto" Tavoliere (di Franco Antonucci)
Vincenzo Baratta, giovane artista foggiano, allievo del Corso di Arti Figurative del Liceo Artistico "Perugini" di Foggia, ha realizzato un reportage fotografico molto interessante sul castello di Ponte Albanito, altra gemma foggiana che, come la Masseria Pantano, versa in pietose condizioni.
Potete guardarlo a questo link (ma problemi di privacy potrebbero non consentirne a tutti la visione).
La storia di questo pezzo di storia dauna che si sta irreversibilmente degradando è lunga, e tormentata: ne parlò quasi un secolo fa Romolo Caggese, in Foggia e la Capitanata. Ma il suo grido di dolore, che potete leggere in questa lettera meridiana, è rimasto inascoltato.
All'iniziativa di Vincenzo Baratta ha dedicato una bella riflessione l'amico Franco Antonucci, che ha voluto affidarne la diffusione a Lettere Meridiane. Eccola, di seguito.
Ma che parlo a fare? Il rudere del Castello di Albanito ha la stessa sorte del rudere Pantano. Per il quale ognuno si attarda in vuote discussioni se è o non è federiciano, contribuendo alla teoria foggiana: "lasciamo così com'è sta e tutti saremo più tranquilli nelle nostre nicchie". In attesa che Pantano sia divorato dalla periferia squallida.
Il Castello di Albanito ha il vantaggio che la città è ancora lontana, ma...
Bravo Vincenzo Baratta. Credo di capire che sei un giovanissimo. Solo Voi giovani potrete salvare Foggia e il suo territorio latente.
Posso chiederti uno sforzo ulteriore? Puoi vedere di fare qualche tuo servizio fotografico sulle Borgate rurali sempre dimenticate?...
Eustacchiofranco Antonucci
Potete guardarlo a questo link (ma problemi di privacy potrebbero non consentirne a tutti la visione).
La storia di questo pezzo di storia dauna che si sta irreversibilmente degradando è lunga, e tormentata: ne parlò quasi un secolo fa Romolo Caggese, in Foggia e la Capitanata. Ma il suo grido di dolore, che potete leggere in questa lettera meridiana, è rimasto inascoltato.
All'iniziativa di Vincenzo Baratta ha dedicato una bella riflessione l'amico Franco Antonucci, che ha voluto affidarne la diffusione a Lettere Meridiane. Eccola, di seguito.
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La mia passione per la bicicletta mi conduceva spesso per stradine interne del territorio foggiano e mi dava la possibilità di intravedere da lontano varie costruzioni misteriose, che mi facevano interrogare, e fantasticare, sulla possibilità remota che anche il (presunto) vuoto paesaggistico foggiano, potesse arricchirsi di favolosi recuperi di territorio. Con la valorizzazione di manieri magici, circondati dal loro verde a macchia. Uno di questi era il Castello di Ponte Albanito. Un rudere come tanti, che sembra non interessare nessuno. Perché? Forse è colpa dello scenario piatto attorno a Foggia che "disperde" tutto? Non è vero. Proprio attraverso questi episodi, le masserie, etc. potremmo accorciare il territorio e renderlo piacevole alla sua percorribilità, secondo un particolare reticolo di episodi a sorpresa. Chi va in giro con la bici per la piana di Foggia (a parte il vento) lo sa e può meglio immaginare e sognare.Ma che parlo a fare? Il rudere del Castello di Albanito ha la stessa sorte del rudere Pantano. Per il quale ognuno si attarda in vuote discussioni se è o non è federiciano, contribuendo alla teoria foggiana: "lasciamo così com'è sta e tutti saremo più tranquilli nelle nostre nicchie". In attesa che Pantano sia divorato dalla periferia squallida.
Il Castello di Albanito ha il vantaggio che la città è ancora lontana, ma...
Bravo Vincenzo Baratta. Credo di capire che sei un giovanissimo. Solo Voi giovani potrete salvare Foggia e il suo territorio latente.
Posso chiederti uno sforzo ulteriore? Puoi vedere di fare qualche tuo servizio fotografico sulle Borgate rurali sempre dimenticate?...
Eustacchiofranco Antonucci
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