Se il campionato si giocasse fuori casa, il Foggia sarebbe in zona play off

La gioia di Berretta per la bella rete che aveva portato
il Foggia in vantaggio
Foggia dalle due facce. È la peggiore squadra della serie B per rendimento casalingo (soltanto 8 i punti conquistati allo Zaccheria su 10 partite giocate, frutto di una sola vittoria, 5 pareggi e ben 4 sconfitte), ma quando gioca lontano dalle mura amiche esibisce numeri da primato o quasi: 14 punti conquistati nelle partite esterne, con 4 vittorie, 2 pareggi e cinque sconfitte.
Se il campionato si giocasse soltanto fuori casa, il Foggia sarebbe all’8° posto, praticamente in zona play off, a soli 4 punti dal Palermo. E non è tutto: i satanelli detengono anche il record del migliore attacco fuori casa: 22 le reti messe a segno nelle 11 partite esterne.
La media punti ottenuta nelle partite giocate allo Zaccheria è molto magra, addirittura inferiore all’unità, essendo pari a 0.8, mentre fuori casa il Foggia ha raggranellato una media punti di 1.4 a partita.
Queste strane e, per alcuni versi, sconcertanti statistiche devono indurre ad un’approfondita riflessione soprattutto in vista del mercato invernale: non si tratta di comprare giocatori purchessia, ma di effettuare acquisti mirati, in grado di colmare le lacune della squadra.
Per quanto bizzarri, i numeri che abbiamo riferito rivelano una verità piuttosto evidente: il Foggia, soprattutto in attacco, si trova più a suo agio quando può disporre di spazi ampi, come accade fuori casa. Inoltre, il 4-3-3 con cui Stroppa ha giocato per quasi tutto il girone di andata funziona meglio nelle ripartenze, ed accusa invece difficoltà quando gli spazi sono stretti, come succede quando i satanelli affrontano gli avversari allo Zaccheria.
Questa sensazione viene confermata analizzando i dati relativi alle reti segnate e subite nelle partite casalinghe ed in quelle esterne. Il rendimento della difesa è quasi lo stesso: allo Zaccheria, il Foggia ha incassato 19 reti (1,9 a partita), nelle partite fuori casa 22 (2 a partita). In un caso e nell’altro si tratta di numeri pesanti, che attestano che la fase difensiva ha rappresentato uno dei problemi più serie del Foggia in questa prima fase del campionato. Ma, pur nella loro negatività, questi numeri dicono che la difesa ha giocato allo stesso livello, sia in casa che fuori.
Le cose cambiano sensibilmente prendendo in esame le reti segnate: 13 allo Zaccheria (1,3 a partita), 20 nelle partite esterne (1,8 a partita). L’attacco rossonero è stato dunque molto più performante fuori casa, che non allo Zaccheria. Il migliore del torneo, come abbiamo detto.
Per proteggere maggiormente la difesa, Stroppa ha corretto il tiro schierando spesso la squadra, nelle ultime partite, con un 3-5-2 che sembra avere effettivamente migliorato la fase difensiva, ma non ha risolto il problema offensivo e le difficoltà manifestate dai satanelli a rendersi pericolosi, soprattutto nelle partite interne.
C’è poi anche un problema di natura psicologica, che sembra angustiare i giocatori del Foggia. Quando gioca fuori casa e riesce ad andare in vantaggio, costringendo gli avversari a scoprirsi, il Foggia ha spesso messo al sicuro la vittoria segnando altre reti, com’è accaduto nella tripletta inflitta alla Salernitana.
Allo Zaccheria subisce invece la reazione avversaria, e non riesce a tenere il vantaggio, com’è accaduto l’altra sera col Frosinone.
Ma proprio la sfortunata partita con la seconda forza del campionato dovrebbe indurre a riflessioni prudenti: non è vero che i giocatori del Foggia non sono “da serie B”, come si sente in certi ambienti della tifoseria.
Con il Frosinone, il Foggia è stato costretto a patire la quarta sconfitta casalinga, ma con i laziali, i satanelli non hanno demeritato. La gara ha messo in evidenza un netto divario tecnico, ma si deve tener presente che due stagioni fa il Frosinone giocava in serie A e il Foggia in Lega Pro.
La partita è stata equilibrata, e la differenza l’ha fatta alle fine quel grande attaccante che è Ciofani, mentre il Foggia non poteva contare sul suo miglior attaccante, quel Mazzeo la cui assenza sta pensando molto più del previsto.
Le stesse statistiche della gara attestano una sostanziale parità, con 9 tiri (di cui 5 in porta) per parte, 5 corner dei ciociari contro i 3 del Foggia ed un possesso palla a vantaggio del Foggia (56 a 44%).
Da questi dati si deve ripartire, guardando al futuro con maggiore ottimismo. Del resto, se è vero che il Foggia conclude il girone di andata in piena zona play out, e con un solo punto di vantaggio sulla zona retrocessione, è vero anche che la classifica è corta: sopra i satanelli, nello spazio di 4 punti sono intruppate ben 7 squadre.
Sarà importante il mercato di riparazione, ma sarà ancora più importante che il Foggia e i tifosi ritrovino fiducia.

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