La storia calpestata: il Tg3 sbaglia re!

Il ritorno in Italia delle spoglie mortali di Vittorio Emanuele III ha rilanciato il tema della memoria condivisa che il Paese fa fatica a darsi. A giudicare dal modo con cui alcune testate nazionali hanno dato la notizia, non c’è però soltanto il problema della condivisione della storia nazionale, ma anche quello della pura e semplice conoscenza dei fatti.
La redazione del Tg3 di ieri sera ha commesso un imperdonabile errore, denotando una conoscenza piuttosto approssimativa di alcuni passaggi cruciali della storia del Paese. Ecco come la conduttrice della edizione delle 23.15 ha presentato il servizio: “Tumulate nel Santuario di Vicoforte di Mondovì le spoglie di Vittorio Emanuele III rientrate dall’Egitto tra le polemiche. Fascismo e leggi razziali segnano il giudizio storico su quello che è stato l’ultimo Re d’Italia fino al 1946, quando il Paese scelse la Repubblica.”
Sbagliato. L’ultimo re d’Italia non è stato Vittorio Emanuele III e, quando il Paese scelse la Repubblica, il sovrano i cui resti sono tornati ieri in Italia era già da tempo in esilio. L’ultimo re d’Italia nonché il sovrano cui è toccato dover prendere atto della sconfitta della monarchia al Referendum costituzionale non è stato Vittorio Emanuele III, ma suo figlio Umberto II, a favore del quale il primo abdicò il 9 maggio del 1946.
Il regno di Umberto II è stato  brevissimo, non a caso è passato alla storia come “re di maggio”. Poco più di un mese dopo, appresi i risultati del referendum costituzionale che premiava la Repubblica, e non senza laceranti polemiche che avrebbero potuto innescare una nuova guerra civile, re Umberto II lasciò l’Italia, stabilendosi in Portogallo.
Pur essendo divenuto formalmente sovrano dopo l’atto di abdicazione di Vittorio Emanuele III, già da tempo Umberto esercitava i poteri regali, essendo stato nominato dal padre il 5 giugno del 1944, dopo la liberazione di Roma, luogotenente generale del Regno. Sembra che sia stato il solo componente della famiglia Savoia ad opporsi alla fuga da Roma, che portò il Re e la sua corte a Brindisi e che durante il viaggio manifestò più volte la volontà di tornare nella Capitale per organizzarvi la resistenza armata.
Per un paradosso della storia, mentre sono tornate in Italia le spoglie di Vittorio Emanuele III, il re che trascinò l’Italia in guerra e firmò le leggi razziali, quelle di suo figlio Umberto II riposano ancora all’estero, presso l’Abbazia di Altacomba, a Saint-Pierre-de-Curtille, in Francia
Si tratta di un periodo storico oscuro, tormentato, ancora difficile ma comprendere e metabolizzare, operazioni che sarebbe propedeutiche alla sedimentazione della memoria condivisa che da qualche parte si invoca.
Ma proprio per questo, sviste  e leggerezze come quella commessa ieri sera dal Tg3 sono ingiustificabili.

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