Foggia, cuore smisurato

Che Foggia all'Arechi di Salerno. Gioca per 90' minuti a viso aperto, con il cuore in mano al cospetto di una Salernitana che fino a stasera sul suo terreno di gioco aveva dettato legge o quasi, senza uscire mai sconfitta. Ribatte colpo su colpo ai padroni di casa, e al momento giusto, non perdona: 3-0, con doppietta di uno straordinario Floriano (gol da cineteca il secondo messo a segno addirittura al 95', un attimo prima del triplice fischio dell'arbitro) e Agazzi, protagonista di una gara maiuscola, come il resto del centrocampo e non solo. Se stasera il 3-5-2 mandato in campo da Stroppa è apparso irresistitibile, la vera notizia della serata sta nel comportamento della difesa: è vero che i campani hanno colpito per tre volte i legni, ma i difensori rossoneri hanno concesso molto poco ai salernitani, e Tarolli ha fatto il resto.
Difficile trovare un simbolo per una serata così, che riaccende e legittima speranze in un campionato più sereno. Sicuramente quel ragazzino tra i pali: le ha prese tutte, dimostrando una maturità ed un'affidabilità che torneranno preziose nel prosieguo del torneo. Ma poi senz'altro Martinelli, spesso contestato dal pubblico rossonero. È stato stasera un guerriero al centro dell'area, non ha perso un duello che sia uno. E ancora: il ritrovato Rubin, il solito, inesauribile, capitano Agnelli, l'intelligente Agazzi e soprattutto Deli. Sembra essere il centrocampista che all'inizio del campionato aveva balbettato, la chiave di volta di quella che potrebbe essere la rinascita rossonera: protagonista della rimonta casalinga con il Venezia, a Salerno ha fatto la differenza, per classe, per intelligenza, per senso del gioco, per il prezioso assist ad Agazzi che ha portato al secondo gol e ha messo in ginocchio la Salernitana.
Gli attaccanti, tutti sugli scudi: Floriano ha giocato 28' segnando due gol. Roba da fantascienza. Ma prima di lui Chiricò aveva messo spesso in crisi la difesa salernitana e Beretta, pur senza mai rendersi pericoloso si era sacrificato correndo come un dannato e recuperando spesso palloni preziosi.
La vittoria rossonera è impreziosita dal fatto che la Salernitana non ha demeritato, anzi. È stata una bella partita, come se ne vedono poche nel torneo cadetto. Forse lo 0-3 punisce più del dovuto la squadra di Colantuono, ma dà il giusto merito a quello che è il grande protagonista della serata: Giovanni Stroppa, domenica scorsa aspramente contestato dalle curve, non ha sbagliato nulla. Ha rischiato, proponendo un modulo di gioco diverso dal consueto 4-3-3-, ha (ri)trovato in Deli un regista in grado di interpretarlo e, soprattutto, ha azzeccato tutte le sostituzioni: Floriano ha segnato la doppietta, Calderini ha fatto impazzire la difesa avversaria con le sue ripartenze, Figliomeni, fatto entrare al posto di Rubin ha chiuso i varchi e le residue speranze in una possibile rimonta.
È stata però prima di tutto la vittoria del cuore. I rossoneri sono scesi in campo convinti che doveva fare il possibile per evitare un altro passo falso. E che bel regalo di Natale hanno fatto i satanelli ai loro tifosi.

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