Sessantuno anni fa moriva Giuseppe Di Vittorio
Sessantuno anni fa moriva Giuseppe Di Vittorio, il grande sindacalista di Cerignola che guidò la Cgil e la Federazione Sindacale Mondiale, e fu deputato nella circoscrizione Bari-Foggia, prima nelle file del Psi quindi, dopo la scissione di Livorno, in quelle del Pci, ricoprendo anche l'incarico di deputato costituente.
È il caso di ricordarlo con commozione e rimpianto, in questa Italia sempre più dimentica delle sue radici, del suo passato, della sua grande tradizione democratica.
Il cuore di Di Vittorio cessò di battere alle 18.20 del 3 novembre 1957 in un albergo di Lecco, dopo che, in mattinata, aveva inaugurato la sede della Camera del Lavoro e parlato ai quadri sindacali.
Venne stroncato da un infarto: ne aveva superato un altro soltanto 13 mesi prima. Dopo un periodo di riposo, si era rituffato nel lavoro e nella lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori, con l'impegni e la tenacia che lo accompagneranno fino alla fine della sua vita.
La sua scomparsa destò viva sensazione negli ambienti politici e sindacali di tutto il mondo.
“Scompare con Giuseppe Di Vittorio una purissima figura di militante per la emancipazione del lavoro, un figlio del bisogno e della lotta che, semplice tra i semplici, combattente tra i combattenti, è stato primo tra i primi nella difesa degli umili e degli oppressi, irriducibile avversario del privilegio, alfiere della causa del socialismo e della libertà,” scrisse la direzione del Pci, sulla prima pagina de L’Unità, che il giorno dopo uscì listata a lutto.
Agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane in regalo quello storico numero del giornale del Pci, che comprende anche una dettagliata biografia del sindacalista di Cerignola. Potete scaricarlo cliccando qui.
È il caso di ricordarlo con commozione e rimpianto, in questa Italia sempre più dimentica delle sue radici, del suo passato, della sua grande tradizione democratica.
Il cuore di Di Vittorio cessò di battere alle 18.20 del 3 novembre 1957 in un albergo di Lecco, dopo che, in mattinata, aveva inaugurato la sede della Camera del Lavoro e parlato ai quadri sindacali.
Venne stroncato da un infarto: ne aveva superato un altro soltanto 13 mesi prima. Dopo un periodo di riposo, si era rituffato nel lavoro e nella lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori, con l'impegni e la tenacia che lo accompagneranno fino alla fine della sua vita.
La sua scomparsa destò viva sensazione negli ambienti politici e sindacali di tutto il mondo.
“Scompare con Giuseppe Di Vittorio una purissima figura di militante per la emancipazione del lavoro, un figlio del bisogno e della lotta che, semplice tra i semplici, combattente tra i combattenti, è stato primo tra i primi nella difesa degli umili e degli oppressi, irriducibile avversario del privilegio, alfiere della causa del socialismo e della libertà,” scrisse la direzione del Pci, sulla prima pagina de L’Unità, che il giorno dopo uscì listata a lutto.
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