Foggia e la Daunia beffate, tradite, oltraggiate

Il Freccia Argento che "nasce" da Benevento, ma che
parte in realtà da Foggia. Vuoto.
Foggia beffata. Tradita. Oltraggiata. Con l’entrata in vigore del nuovo orario estivo di Trenitalia si è consumato il temuto, ma in fondo scontato, tradimento. L’azienda ferroviaria non ha rispettato i patti che prevedevano che il “baffo” di Incoronata (costruito con i soldi pubblici proprio a questo scopo) sarebbe stato utilizzato soltanto per il traffico merci, e non anche per quello passeggeri.
Il Freccia Argento veloce che collega Bari a Roma utilizza proprio quella bretella, con buona pace di quanti - sindaco Landella in testa - avevano promesso che si sarebbe incatenati sui binari per impedire che il misfatto fosse compiuto.
Ma non è tutto, perché al danno si è aggiunta la beffa.
Avete presente il Freccia Argento veloce che collega Benevento a Roma e che il governatore regionale Michele Emiliano aveva chiesto di far partire da Foggia? Bene, si è appreso che il convoglio parte proprio da Foggia, perché la stazione di Benevento non dispone di strutture idonee allo stazionamento del vettore.
Così quel Freccia Argento parte da Foggia senza tuttavia far salire alcun passeggero. Non transita dalla stazione del capoluogo dauno, utilizzando anch’esso la famigerata bretella.
Tutto ciò dà l’esatta misura della considerazione in cui vengono tenuta le istanze della cittadinanza dauna, e della sua classe dirigente.
“Qualcuno ha almeno bussato alla porta di Trenitalia?”, si era chiesto qualche giorno fa il capo della redazione foggiana della Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Santigliano, lamentando che alla mobilitazione delle settimane scorse non avessero fatto seguito azioni conseguenti di pressing sui vertici dell’azienda ferroviaria.
Non soltanto alla porta di Trenitalia non ha bussato nessuno, ma pochi si sono accorti che i treni veloci per Roma sono ormai un dato di fatto: bypassano Foggia, alla faccia e sulla testa dei soli foggiani (perché alla fine è stato preso in giro anche il sindaco di Bari, Decaro, in quanto il cosiddetto veloce per Roma non è poi così tanto veloce, in quanto ferma anche a Benevento e Caserta…).
Tra i pochi ad incazzarsi il segretario provinciale della Cisl, Emilio Di Conza: “Malgrado la mobilitazione del territorio, culminata nella manifestazione di Cgil, Cisl e Uil del 31 maggio davanti alla Stazione FS di Foggia, il pronunciamento di tutte le principali rappresentanze istituzionali e politiche della Capitanata e della Puglia, la richiesta formale di chiarimenti inviata dal partenariato sociale ed istituzionale di Foggia al Ministero dei Trasporti - ha scritto in una nota il dirigente sindacale -, Trenitalia non ha battuto ciglio, confermando la sua scelta unilaterale ed ingiustificata di penalizzare il territorio di Foggia all’interno del servizio pubblico dei trasporti su rotaia, servizio che dovrebbe invece garantire parità di condizioni a tutti gli utenti italiani”.
Purtroppo, sottolinea ancora la Cisl territoriale, “questo non accade per i cittadini della provincia di Foggia, il cui territorio viene utilizzato come area di sosta, poco più di un parcheggio, per i treni veloci che vanno a servire le zone di Benevento e Caserta, dove evidentemente riescono a farsi sentire, in maniera più efficace ed incisiva, nei confronti non solo di Trenitalia ma anche del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e dello stesso Governo nazionale”.
Come la si volti e come la si giri, questa vicenda fornisce l’esatto peso della classe politica e dirigente foggiana. Leggera come una piuma. Prossima allo zero.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ma i nostri pseudo politici sono tutti venduti e valletti dei baresi? Non c'è un politicante con i coglioni? A quel Rino Graziani, lui si che amava foggia. Era capace di mprendere il primo treno in partenza per Roma e andare a battere i pugni a chi di dovere. Ed altri, ormai un ricordo, come Lui.povera FOGGIA e poveri Foggiani veraci(non sono errori ortografici).

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