Lo scempio di Foggia in miniatura
Tra i tanti scempi che si consumano quotidianamente sotto il nostro sguardo ce n’è uno particolarmente doloroso, ed amaramente esemplare. La Foggia in miniatura, realizzata decenni fa dall’artigiano Luigi Scopece versa in pessime condizioni, come documentano le foto scattate da Umberto Sergio La Gatta, che le ha gentilmente messe a disposizione degli amici e dei lettori di Lettere Meridiane.
Umberto non conosceva l’esistenza di questa bella opera, che l’autore, un muratore che amava la sua città, realizzò negli anni Ottanta, sull’esempio della più celebre Italia in miniatura di Rimini. Ha visto per la prima volta le artistiche riproduzioni dei palazzi, degli edifici e dei monumenti più rappresentativi del capoluogo dauno realizzate da Scopece, accompagnando i suoi bambini al Parco Giochi del Cep dove sono “custodite”.
“Non sapevo dell'esistenza di una sorta di Foggia in miniatura. Molto mal ridotta, che pena al cuore - commenta amareggiato -. Nessuna targa, nessuna cura, nessuna storia, nulla. Lungi da me ogni retorica, ma è uno schifo.”
Difficile dargli torto. Lo sfacelo della Foggia in miniatura che Scopece donò al Comune dopo averla amorevolmente realizzata, pezzo dopo pezzo, è un amaro esempio di come viene trattata a Foggia la memoria del passato.
Scherzando si potrebbe dire che la Foggia in miniatura, opera che qualsiasi altra città ci invidierebbe, se la passa perfino peggio della Foggia vera e propria. E pensare che le sculture furono restaurate una decina d’anni fa, quando era assessore ai lavori pubblici Italo Pontone, e l’amministrazione comunale era guidata dal sindaco Orazio Ciliberti.
L’incuria, gli atti di vandalismo e probabilmente anche la collocazione non proprio felice delle opere (andrebbero sistemate in un posto meno esposto alle intemperie e più controllabile) le hanno fatte precipitare in una situazione di degrado, che potrebbe diventare irreversibile, se non si interverrà tempestivamente. Pare che gli eredi dell'autore, preoccupati dalla sorte che potrebbe toccare alle opere, abbiano chiesto la restituzione all'amministrazione comunale.
Tempo fa, a seguito di alcune segnalazioni comparse su social, l’assessore comunale all’ambiente Francesco Morese, promise un interessamento per cercare di salvare questo piccolo patrimonio cittadino, senza tuttavia nascondere che la situazione finanziaria in cui versano le casse comunali è tale da rendere l'intervento difficile, se non impossibile. Giriamo l'appello a fondazioni, associazioni, gruppi di volontariato ecc.ecc.: possibile che i foggiani non riescano ad impedire questo scempio? È urgente prima di tutto salvare il salvabile, rimuovendo quel che resta delle opere, e portandone in un luogo più acconcio, dove possano essere sistemate.
La sorte di Foggia in miniatura è del resto speculare a quella della città la cui bellezza Scopece voleva valorizzare ed esaltare: degrado, abbandono, la bellezza distrutta, il brutto che incombe, ogni giorno di più.
Umberto non conosceva l’esistenza di questa bella opera, che l’autore, un muratore che amava la sua città, realizzò negli anni Ottanta, sull’esempio della più celebre Italia in miniatura di Rimini. Ha visto per la prima volta le artistiche riproduzioni dei palazzi, degli edifici e dei monumenti più rappresentativi del capoluogo dauno realizzate da Scopece, accompagnando i suoi bambini al Parco Giochi del Cep dove sono “custodite”.
“Non sapevo dell'esistenza di una sorta di Foggia in miniatura. Molto mal ridotta, che pena al cuore - commenta amareggiato -. Nessuna targa, nessuna cura, nessuna storia, nulla. Lungi da me ogni retorica, ma è uno schifo.”
Difficile dargli torto. Lo sfacelo della Foggia in miniatura che Scopece donò al Comune dopo averla amorevolmente realizzata, pezzo dopo pezzo, è un amaro esempio di come viene trattata a Foggia la memoria del passato.
Scherzando si potrebbe dire che la Foggia in miniatura, opera che qualsiasi altra città ci invidierebbe, se la passa perfino peggio della Foggia vera e propria. E pensare che le sculture furono restaurate una decina d’anni fa, quando era assessore ai lavori pubblici Italo Pontone, e l’amministrazione comunale era guidata dal sindaco Orazio Ciliberti.
L’incuria, gli atti di vandalismo e probabilmente anche la collocazione non proprio felice delle opere (andrebbero sistemate in un posto meno esposto alle intemperie e più controllabile) le hanno fatte precipitare in una situazione di degrado, che potrebbe diventare irreversibile, se non si interverrà tempestivamente. Pare che gli eredi dell'autore, preoccupati dalla sorte che potrebbe toccare alle opere, abbiano chiesto la restituzione all'amministrazione comunale.
Tempo fa, a seguito di alcune segnalazioni comparse su social, l’assessore comunale all’ambiente Francesco Morese, promise un interessamento per cercare di salvare questo piccolo patrimonio cittadino, senza tuttavia nascondere che la situazione finanziaria in cui versano le casse comunali è tale da rendere l'intervento difficile, se non impossibile. Giriamo l'appello a fondazioni, associazioni, gruppi di volontariato ecc.ecc.: possibile che i foggiani non riescano ad impedire questo scempio? È urgente prima di tutto salvare il salvabile, rimuovendo quel che resta delle opere, e portandone in un luogo più acconcio, dove possano essere sistemate.
La sorte di Foggia in miniatura è del resto speculare a quella della città la cui bellezza Scopece voleva valorizzare ed esaltare: degrado, abbandono, la bellezza distrutta, il brutto che incombe, ogni giorno di più.
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