Figli sconosciuti: il contributo dei foggiani alla Resistenza

I fratelli Biondi, nel bel fotomontaggio di Romeo Brescia
Sinceramente, non mi aspettavo che incontrassero tanta attenzione in amici e lettori, i post di Lettere Meridiane, pubblicati ieri, sugli eccidi compiuti dai nazisti nella tarda estate del 1943 in Capitanata e sulla bella ma sconosciuta  figura di Walter Zironi, l'attaccante del Foggia che finì a lottare con i partigiani nella Resistenza emiliana, e venne trucidato  dai nazisti.
È il segno di un ritrovato desiderio d'identità e di comprensione che va sostenuto, nella speranza che siano soprattutto i più giovani ad interessarsi del passato, che non è una cosa morta e sepolta, perché da quella storia veniamo.
Proseguiamo quindi con la pubblicazione di documenti utili per sfatare un luogo comune purtroppo diffuso, e che vuole che il contributo della terra dauna alle vicende che portarono il Paese a liberarsi dalla dittatura fascista e a conquistare la democrazia e la libertà sia marginale.
Non è vero. Il contributo dei Foggiani alla Resistenza ed alla Liberazione fu importante, assai di più di quanto non si sia pensato fino ad oggi. Fu un contributo per molti versi commovente, visto che coinvolse nella grande maggioranza dei casi immigrati che si erano trasferiti nel centro nord in cerca di  fortuna, e non esitarono ad andare in montagna per difendere gli ideali di libertà e di democrazia.
Non si trattò solo dei nomi noti fino ad oggi, come Vincenzo e Luigi Biondi, i due fratelli ricordati da una strada e da un monumento nella villa comunale, caduti nelle Marche, o del tenore partigiano Nicola Ugo Stame, ucciso dai nazisti alle Fosse Ardeatine (ricordato da un vicolo periferico, sic).
Ci sono stati tanti altri "figli sconosciuti" della nostra città che hanno pagato con il sangue la loro dedizione alla causa della democrazia. Come Antonio Di Tommaso detto Paolo, partigiano della III Divisione Garibaldi caduto nel rastrellamento di Pra del Colle il 30 marzo 1945, o Pasquale La Rocca e Francesco Loco detto Moro, caduti in combattimento il 27 aprile dello stesso anno. E ancora, Savino Loco detto Piero, comandante di squadra nella IV Divisione Garibaldi, ucciso in combattimento il 26 gennaio, Vincenzo Loco detto Fritz, anche lui in forza alla IV Divisione Garibaldi, ucciso il 29 dicembre del 1944 e Gino Petrone detto Ciro, caduto il 7 aprile del 1944.
La rete, la disponibilità di archivi informatizzati facilmente accessibili, la tenacia di ricercatori come Raffaele de Seneen finalmente hanno reso possibile rendere giustizia a una storia dimenticata, che non deve essere però rimossa.
I nomi che ho citato sono soltanto alcuni di quelli ritrovati e raccontati da de Seneen nel suo quaderno della memoria, Figli Sconosciuti / Il contributo dei Foggiani alla Resistenza che Lettere Meridiane offre ad amici e lettori.
Potete scaricarlo sia in versione epub (leggibile da e-book reader o da tablet o ancora da smartphone) sia in versione pdf, per la stampa o per la lettura su pc.
Per effettuare il download cliccare sui collegamenti qui sotto:



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