Cinemadessai | Per festeggiare gli 80 anni di Jack Nicholson c'è Shining
OGGI
Cos’è di preciso Shining? Non è facile dirlo. Film horror, oppure orrore allo stato puro? L’incontro tra il genio indiscusso e indiscutibile di Stanley Kubrick e il genere orrorifico produce risultati deflagranti. Spiazzanti.
Per gustare fino in fondo questo film, tratto da un romanzo di Stephen King, bisogna abbandonare lo sguardo, immergersi nei contesti, nei segnali, nelle ambiguità che Kubrick disegna ed imprime lasciando lo spettatore sempre sospeso, e molto spesso angosciato.
È entrata nella storia del cinema l’interpretazione di Jack Nicholson che nella indossa i panni di Jack Torrance, uno scrittore che per trovare gli stimoli giusti alla scrittura del nuovo romanzo, accetta l’incarico di custode d’inverno di un albergo tra le innevate montagne d’America, portando con sé sua moglie e suo figlio Danny, che possiede potere paranormali, che gli permettono di vedere nel passato e nel futuro. E niente sarà come prima.
Ha scritto FilmTv a proposito di Shining: "Film fatto di segnali ambigui, dove l'orrore è tanto più profondo quanto meno interpretabile (realtà, allucinazione?), "Shining" si muove tra favola e racconto gotico, con momenti memorabili: le chiacchierate tra Torrance e il fantasma del barista, Danny che si aggira nei corridoi sulla sua biciclettina e l'inseguimento finale nel labirinto innevato." Stasera, alle 21.00, su Iris, per festeggiare l'ottantesimo compleanno di Jack Nicholson.
DOMANI
La sequenza di Anna Magnani che corre dietro al camion così come l’inquadratura della stessa attrice, uccisa dalla raffica del mitra nazista, sono tra le più celebri e celebrate del cinema italiano, assieme alla inquadratura felliniana di Anita Edberg che fa il bagno nella Fontana di Trevi, ne La dolce vita. Roma città aperta di Roberto Rossellini è entrato nella storia del cinema italiano, e non solo. Assieme a Ladri di biciclette (dal quale però, a mio sommesso avviso differisce sostanzialmente) viene ritenuto il capolavoro della stagione neorealista. Laddove Vittorio De Sica filma la realtà quotidiana, minimale e minimalista, in cui anche il furto di una bicicletta diventa dramma, Rossellini affronta i grandi drammi collettivi della storia, mettendo il dito in quella piaga che fu il precario status della Capitale occupata dai nazifascisti, ma città aperta, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943.
Il film trae spunto dalla storia di don Giuseppe Morosini, sacerdote partigiano fucilato dai fascisti. Al centro della storia raccontata da Rossellini c’è Giorgio Manfredi (Marcello Pagliero), militante comunista, intellettuale ed esponente di rilievo della resistenza. L’uomo, che capeggia una squadra di sabotatori, sfugge a una retata della polizia e si rifugia presso Francesco (Francesco Grandjacquet), un tipografo antifascista, che all’indomani dovrebbe sposare Pina (Anna Magnani), vedova e madre d'un bambino, Marcello (Vito Annichiarico).
Ma le nozze non saranno mai celebrate perché Francesco viene arrestato e mentre viene tradotto in carcere Pina che insegue disperatamente il camion, viene freddata dalle raffiche del mitra. A dare una mano a Manfredi e ai partigiani ci prova don Pietro (Aldo Fabrizi), il parroco del quartiere popolare romano in cui la storia e ambientata, che protegge i perseguitati politici e fa da portavoce dei partigiani. Ma la loro lotta per la libertà dovrà fare i conti con denunce e delazioni.
Film di grandissimo spessore morale, alla sua uscita registrò un clamoroso flop al botteghino, e soltanto quando cominciò a vincere i primi premi venne rivalutato dal pubblico. L’interpretazione di Anna Magnani è sublime, immenso Aldo Fabrizi. Da registrare l’esordio nel doppiaggio di un giovanissimo Ferruccio Amendola, che presta la voce a Marcello.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 1946, vi ottenne il Grand Prix come miglior film; ebba la nomination al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale e vinse due Nastri d'Argento, per la miglior regia e la migliore attrice non protagonista (Anna Magnani). È stato in seguito inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare. Domani sera, alle 21.10, su Rai Storia.
Cos’è di preciso Shining? Non è facile dirlo. Film horror, oppure orrore allo stato puro? L’incontro tra il genio indiscusso e indiscutibile di Stanley Kubrick e il genere orrorifico produce risultati deflagranti. Spiazzanti.
Per gustare fino in fondo questo film, tratto da un romanzo di Stephen King, bisogna abbandonare lo sguardo, immergersi nei contesti, nei segnali, nelle ambiguità che Kubrick disegna ed imprime lasciando lo spettatore sempre sospeso, e molto spesso angosciato.
È entrata nella storia del cinema l’interpretazione di Jack Nicholson che nella indossa i panni di Jack Torrance, uno scrittore che per trovare gli stimoli giusti alla scrittura del nuovo romanzo, accetta l’incarico di custode d’inverno di un albergo tra le innevate montagne d’America, portando con sé sua moglie e suo figlio Danny, che possiede potere paranormali, che gli permettono di vedere nel passato e nel futuro. E niente sarà come prima.
Ha scritto FilmTv a proposito di Shining: "Film fatto di segnali ambigui, dove l'orrore è tanto più profondo quanto meno interpretabile (realtà, allucinazione?), "Shining" si muove tra favola e racconto gotico, con momenti memorabili: le chiacchierate tra Torrance e il fantasma del barista, Danny che si aggira nei corridoi sulla sua biciclettina e l'inseguimento finale nel labirinto innevato." Stasera, alle 21.00, su Iris, per festeggiare l'ottantesimo compleanno di Jack Nicholson.
DOMANI
La sequenza di Anna Magnani che corre dietro al camion così come l’inquadratura della stessa attrice, uccisa dalla raffica del mitra nazista, sono tra le più celebri e celebrate del cinema italiano, assieme alla inquadratura felliniana di Anita Edberg che fa il bagno nella Fontana di Trevi, ne La dolce vita. Roma città aperta di Roberto Rossellini è entrato nella storia del cinema italiano, e non solo. Assieme a Ladri di biciclette (dal quale però, a mio sommesso avviso differisce sostanzialmente) viene ritenuto il capolavoro della stagione neorealista. Laddove Vittorio De Sica filma la realtà quotidiana, minimale e minimalista, in cui anche il furto di una bicicletta diventa dramma, Rossellini affronta i grandi drammi collettivi della storia, mettendo il dito in quella piaga che fu il precario status della Capitale occupata dai nazifascisti, ma città aperta, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943.
Il film trae spunto dalla storia di don Giuseppe Morosini, sacerdote partigiano fucilato dai fascisti. Al centro della storia raccontata da Rossellini c’è Giorgio Manfredi (Marcello Pagliero), militante comunista, intellettuale ed esponente di rilievo della resistenza. L’uomo, che capeggia una squadra di sabotatori, sfugge a una retata della polizia e si rifugia presso Francesco (Francesco Grandjacquet), un tipografo antifascista, che all’indomani dovrebbe sposare Pina (Anna Magnani), vedova e madre d'un bambino, Marcello (Vito Annichiarico).
Ma le nozze non saranno mai celebrate perché Francesco viene arrestato e mentre viene tradotto in carcere Pina che insegue disperatamente il camion, viene freddata dalle raffiche del mitra. A dare una mano a Manfredi e ai partigiani ci prova don Pietro (Aldo Fabrizi), il parroco del quartiere popolare romano in cui la storia e ambientata, che protegge i perseguitati politici e fa da portavoce dei partigiani. Ma la loro lotta per la libertà dovrà fare i conti con denunce e delazioni.
Film di grandissimo spessore morale, alla sua uscita registrò un clamoroso flop al botteghino, e soltanto quando cominciò a vincere i primi premi venne rivalutato dal pubblico. L’interpretazione di Anna Magnani è sublime, immenso Aldo Fabrizi. Da registrare l’esordio nel doppiaggio di un giovanissimo Ferruccio Amendola, che presta la voce a Marcello.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 1946, vi ottenne il Grand Prix come miglior film; ebba la nomination al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale e vinse due Nastri d'Argento, per la miglior regia e la migliore attrice non protagonista (Anna Magnani). È stato in seguito inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare. Domani sera, alle 21.10, su Rai Storia.
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