Cinemadessai | Lo chiamavano Trinità, e fu "fagioli western"
OGGI
Rete 4 rende omaggio, stasera in prima serata (ore 21.15) a Bud Spencer riproponendo il film che lo lanciò assieme a Terence Hill: Lo chiamavano Trinità. A dirla tutta, la pellicola che consacrò la scatenata coppia fu piuttosto il sequel (Continuavano a chiamarlo Trinità), ma già nel primo si trovano gli elementi e le intuizioni (geniali) che avrebbero conquistato il pubblico.
Il segreto dell’inarrestabile successo sta nella riproposizione dei temi classici del western all’italiana che non viene tuttavia né imitato né semplicemente parodiato, ma completamente rivoltato. Pare senza che il regista E.B. Blucher (Enzo Barboni) ne fosse neppure consapevole. Si narra, infatti, che alla prima non comprendesse com’è che il pubblico si sbellicava dalle risate. Era convinto di aver fatto un western normale. Ma non fu così: aveva inventato un genere nel genere (da qualcuno definito “fagioli western”). Qui siamo alla comicità pura, trascinante e travolgente.
Bud Spencer e Terence Hill (che indossa i panni di Trinità) sono due fratelli piuttosto malviventi, ma con il cuore d’oro. Così, da una tentata truffa ai danni di un ricco allevatore incappano in un affare che potrebbe rivelarsi assai più grande di loro: aiutare una comunità mormone (che per il suo credo religioso non porta armi) a non essere cacciata dalla zona in cui si è insediata.
Campione d’incassi al botteghino e di ascolti in occasione dei frequenti passaggi televisivi, la pellicola venne distribuita con successo anche in Germania, in Australia e in alcune sale di New York e Los Angeles.
DOMANI
Le bellezza delle storie, e del raccontarle. Storie di quattro donne e di due generazioni, che si incontrano e s’intrecciano, sul filo del tempo. Il presente che incontra il passato, in Pomodori Verdi Fritti alla fermata del treno, che Rai Movie manda in onda domani sera, alle 21.20.
Diretta da Jon Avnet e basata sul libro di Fannie Flagg Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop, la pellicola racconta due storie distinte: l’incontro casuale tra la giovane Evelyn e Ninny, nel salotto di una casa di riposo di cui Ninny è ospite, e la storia di amore e di amicizia tra due donne anticonformiste, Idgie e Ruth, che si ribellano al cupo conformismo degli anni Trenta in America, alla prepotenza maschile e alla cultura razzista aprendo un locale presso la stazione ferroviaria di Whistle Stop, la cui specialità è rappresentata dai pomodori verdi fritti. La narrazione svolge una funzione quasi terapeutica in Evelyn, che ritrova la voglia di lottare e di correggere le cose che non vanno nella sua vita.
Notevole l’interpretazione di Jessica Tandy (Oscar per A spasso con Daisy), Kathy Bates (Oscar per Misery non deve morire), Mary Stuart Masterson e Mary-Louise Parker.
Rete 4 rende omaggio, stasera in prima serata (ore 21.15) a Bud Spencer riproponendo il film che lo lanciò assieme a Terence Hill: Lo chiamavano Trinità. A dirla tutta, la pellicola che consacrò la scatenata coppia fu piuttosto il sequel (Continuavano a chiamarlo Trinità), ma già nel primo si trovano gli elementi e le intuizioni (geniali) che avrebbero conquistato il pubblico.
Il segreto dell’inarrestabile successo sta nella riproposizione dei temi classici del western all’italiana che non viene tuttavia né imitato né semplicemente parodiato, ma completamente rivoltato. Pare senza che il regista E.B. Blucher (Enzo Barboni) ne fosse neppure consapevole. Si narra, infatti, che alla prima non comprendesse com’è che il pubblico si sbellicava dalle risate. Era convinto di aver fatto un western normale. Ma non fu così: aveva inventato un genere nel genere (da qualcuno definito “fagioli western”). Qui siamo alla comicità pura, trascinante e travolgente.
Bud Spencer e Terence Hill (che indossa i panni di Trinità) sono due fratelli piuttosto malviventi, ma con il cuore d’oro. Così, da una tentata truffa ai danni di un ricco allevatore incappano in un affare che potrebbe rivelarsi assai più grande di loro: aiutare una comunità mormone (che per il suo credo religioso non porta armi) a non essere cacciata dalla zona in cui si è insediata.
Campione d’incassi al botteghino e di ascolti in occasione dei frequenti passaggi televisivi, la pellicola venne distribuita con successo anche in Germania, in Australia e in alcune sale di New York e Los Angeles.
DOMANI
Le bellezza delle storie, e del raccontarle. Storie di quattro donne e di due generazioni, che si incontrano e s’intrecciano, sul filo del tempo. Il presente che incontra il passato, in Pomodori Verdi Fritti alla fermata del treno, che Rai Movie manda in onda domani sera, alle 21.20.
Diretta da Jon Avnet e basata sul libro di Fannie Flagg Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop, la pellicola racconta due storie distinte: l’incontro casuale tra la giovane Evelyn e Ninny, nel salotto di una casa di riposo di cui Ninny è ospite, e la storia di amore e di amicizia tra due donne anticonformiste, Idgie e Ruth, che si ribellano al cupo conformismo degli anni Trenta in America, alla prepotenza maschile e alla cultura razzista aprendo un locale presso la stazione ferroviaria di Whistle Stop, la cui specialità è rappresentata dai pomodori verdi fritti. La narrazione svolge una funzione quasi terapeutica in Evelyn, che ritrova la voglia di lottare e di correggere le cose che non vanno nella sua vita.
Notevole l’interpretazione di Jessica Tandy (Oscar per A spasso con Daisy), Kathy Bates (Oscar per Misery non deve morire), Mary Stuart Masterson e Mary-Louise Parker.
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