Cinemadessai | L'eterna arrogante stupidità della guerra, secondo Stanley Kubrick
OGGI
Per capire fino in fondo la guerra, la sua stupidità, la sua inutilità, bisogna guardare Full Metal Jacket di Stanley Kubrick. Lo sguardo del grande regista sul Vietnam e la sua narrazione diventano un film universale. La guerra del Vietnam rappresenta tutte le guerre del mondo, passate, presenti, future.
La condanna non è morale. Kubrick, come sempre accade nelle sue opere, non parte da una tesi morale, per declinarla e confermarla attraverso le immagini. E ciò che colpisce di Full Metal Jacket, è proprio l’assoluta amoralità. Alla fine, non ci sono vincitori né vinti. E nemmeno eroi. Si vive, si spara, si muore, senza una ragione. C'è solo la guerra.
Ispirato al romanzo Nato per uccidere (The Short-Timers) di Gustav Hasford, un ex Marine e corrispondente di guerra che ha collaborato alla sceneggiatura, il film racconta episodi diversi della guerra in Vietnam, che vanno dall’addestramento di un gruppo di marine, fino alla partenza per il Vietnam e al loro battesimo del fuoco sul campo di battaglia.
Ha scritto FilmTv di Full Metal Jacket: “È un film senza eroi, senza nessuno in cui identificarsi, senza speranze e soprattutto senza retorica, in un Vietnam minuziosamente ricostruito eppure quasi astratto. E, come sempre per Kubrick, un capolavoro.”
Il film è interpretato da Matthew Modine, Vincent D'Onofrio, Adam Baldwin, R. Lee Ermey, Dorian Harewood, ed andrà in onda stasera su Iris, alle 21.00.
L'AFI lo ha inserito al novantacinquesimo posto nella classifica AFI's 100 Years... 100 Thrills.
DOMANI
Un film prezioso e delicato, una storia di tradimenti e di menzogne, tra malinconia e tenerezza. Tratto da alcune novelle di Anton Cechov, Oci Ciornie racconta la storia della infuocata ma breve relazione tra Romano (uno straordinario Marcello Mastroianni, che per questa interpretazione vinse il premio come miglior attore al Festival di Cannes ed ottenne la nomination all'Oscar) e una giovane e bella signora russa dai superbi occhi neri (oci ciornie) di cui si innamora dopo averla incontrata a Montecatini, e che segue fino in Russia, promettendole eterno amore.
A raccontare la sua storia è lo stesso Romano, a bordo di una nave da crociera in cui fa il cameriere. Alla fine, l’uomo sceglierà di restare con sua moglie, Elisa, donna benestante che gli consente di vivere agiatamente.
La pellicola è ottimamente diretta dal regista russo Nikita Mikhalkov, che riesce a creare una sapiente e riuscita alchimia tra il racconto cechoviano e le sue atmosfere tipicamente russe, e la brillante italianità di Mastroianni.
Ebbe a scrivere, recensendo il film uscito nella sale nel 1987, Stefano Reggiani: “L'interprete Mastroianni è in forma smagliante e il regista è degno dei suoi già grandi trascorsi, Cechov non è stato evocato invano, ma la grana ironica coinvolge un'affettuosa parodia del fellinismo e un doppiofondo satirico sulla Russia immutabile. Un film di bandiera italiana con l'anima russa, un regista naturalmente individualista che adesso snobba il gorbaciovismo, l'incontro di una tradizione d'attori italiana (c'è anche la Mangano) con la scuola russa (Vsevolod Larënov, Elena Sofonova).”
Un film come oggi se ne vedono pochi, che Rai 5 ripropone domani sera, alle 21.15.
Per capire fino in fondo la guerra, la sua stupidità, la sua inutilità, bisogna guardare Full Metal Jacket di Stanley Kubrick. Lo sguardo del grande regista sul Vietnam e la sua narrazione diventano un film universale. La guerra del Vietnam rappresenta tutte le guerre del mondo, passate, presenti, future.
La condanna non è morale. Kubrick, come sempre accade nelle sue opere, non parte da una tesi morale, per declinarla e confermarla attraverso le immagini. E ciò che colpisce di Full Metal Jacket, è proprio l’assoluta amoralità. Alla fine, non ci sono vincitori né vinti. E nemmeno eroi. Si vive, si spara, si muore, senza una ragione. C'è solo la guerra.
Ispirato al romanzo Nato per uccidere (The Short-Timers) di Gustav Hasford, un ex Marine e corrispondente di guerra che ha collaborato alla sceneggiatura, il film racconta episodi diversi della guerra in Vietnam, che vanno dall’addestramento di un gruppo di marine, fino alla partenza per il Vietnam e al loro battesimo del fuoco sul campo di battaglia.
Ha scritto FilmTv di Full Metal Jacket: “È un film senza eroi, senza nessuno in cui identificarsi, senza speranze e soprattutto senza retorica, in un Vietnam minuziosamente ricostruito eppure quasi astratto. E, come sempre per Kubrick, un capolavoro.”
Il film è interpretato da Matthew Modine, Vincent D'Onofrio, Adam Baldwin, R. Lee Ermey, Dorian Harewood, ed andrà in onda stasera su Iris, alle 21.00.
L'AFI lo ha inserito al novantacinquesimo posto nella classifica AFI's 100 Years... 100 Thrills.
DOMANI
Un film prezioso e delicato, una storia di tradimenti e di menzogne, tra malinconia e tenerezza. Tratto da alcune novelle di Anton Cechov, Oci Ciornie racconta la storia della infuocata ma breve relazione tra Romano (uno straordinario Marcello Mastroianni, che per questa interpretazione vinse il premio come miglior attore al Festival di Cannes ed ottenne la nomination all'Oscar) e una giovane e bella signora russa dai superbi occhi neri (oci ciornie) di cui si innamora dopo averla incontrata a Montecatini, e che segue fino in Russia, promettendole eterno amore.
A raccontare la sua storia è lo stesso Romano, a bordo di una nave da crociera in cui fa il cameriere. Alla fine, l’uomo sceglierà di restare con sua moglie, Elisa, donna benestante che gli consente di vivere agiatamente.
La pellicola è ottimamente diretta dal regista russo Nikita Mikhalkov, che riesce a creare una sapiente e riuscita alchimia tra il racconto cechoviano e le sue atmosfere tipicamente russe, e la brillante italianità di Mastroianni.
Ebbe a scrivere, recensendo il film uscito nella sale nel 1987, Stefano Reggiani: “L'interprete Mastroianni è in forma smagliante e il regista è degno dei suoi già grandi trascorsi, Cechov non è stato evocato invano, ma la grana ironica coinvolge un'affettuosa parodia del fellinismo e un doppiofondo satirico sulla Russia immutabile. Un film di bandiera italiana con l'anima russa, un regista naturalmente individualista che adesso snobba il gorbaciovismo, l'incontro di una tradizione d'attori italiana (c'è anche la Mangano) con la scuola russa (Vsevolod Larënov, Elena Sofonova).”
Un film come oggi se ne vedono pochi, che Rai 5 ripropone domani sera, alle 21.15.
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