Cinemadessai | Uomini Ombra, la spy story all'italiana di De Robertis
OGGI
L'orario è veramente impossibile, ma vale la pena di mettere mano al videoregistratore. Stanotte, alle 4.05, Rete 4 mette in onda Uomini Ombra (1954, b/n), uno degli ultimi lungometraggi girati da Francesco De Robertis, regista di San Marco in Lamis.
Ufficiale della Marina Militare, si è occupato della macchina propagandistica della istituzione di cui faceva parte, ma lo ha fatto in modo oltremodo originale. De Robertis ha girato soprattutto pellicole (sia documentari che fiction) che parlano di mare e di uomini di mare. Secondo la critica, l'approccio veristico di De Robertis all'immagine ed alle storie, ha di fatto anticipato alcuni tratti del neorealismo.
Il rapporto tra De Robertis e il regime fascista è ancora oggi questione discussa e sotto certi aspetti controversa. Per il ruolo che svolgeva in seno alla Marina, il regista non poteva sottrarsi alla estetica propagandistica tipica del regime. Ma aver girato dei film orientati al verismo in un'epoca in cui nelle sale trionfava il cinema dei telefoni bianchi è certamente una nota di merito, che connota il suo cinema tra i più originale del periodo fascista.
Sul finire della carriera, abbandonò i temi realistici, in favore di un tipo di cinema più vicino ai modelli ed ai ritmi del cinema americano. A questo genere si inscrive Uomini Ombra, che narra una complessa vicenda di spionaggio che ruota attorno all'acquisto, da parte della Marina militare italiana, di un cifrario inglese, che si rivelerà poi essere uno strumento con cui la Marina inglese intendeva fornire informazioni false. Anche in questo caso, De Robertis va controcorrente, disegnando gli inglesi in modo assai diverso dal cliché degli eroici liberatori senza macchia e senza paura, che era in voga nel cinema di quegli anni. Il film segnò praticamente l'esordio sul grande schermo di Giorgio Albertazzi.
"Spionaggio e controspionaggio in tempo di guerra, sono gli elementi essenziali di questo film di De Robertis, il cui soggetto è stato ispirato da fatti realmente accaduti. La storia è ben costruita e, se si eccettuano alcune situazioni un po' ingarbugliate, anche ben sceneggiata. Al film non mancano poi pregi di stile e di ritmo scrisse dell'opera di De Robertis il critico A. Albertazzi, sulla rivista Intermezzo", recensendo la pellicola alla sua uscita in sala.
DOMANI
Un film insolito, per certi aspetti “regionale” (i personaggi parlano in sardo con sottotitoli in italiano, e lo stesso titolo è dialettale: Bellas Mariposas significa Belle farfalle) , ma pieno di vivacità, di colore, di speranza. Bellas Mariposas è un bel film indipendente, girato da Salvatore Mereu e tratto dall’omonimo racconto di Sergio Atzeni pubblicato postumo nel 1996 a causa della prematura morte dell'autore.
Ambientato nel quartiere popolare e sottoproletario di Cagliari, Sant’Elia, il film racconta la giornata di due ragazze adolescenti molto amiche tra di loro: Cate (Sara Podda) e Luna (Maya Mulas).
Cate spera di fuggire dalla periferia per fare la cantante "come Valerio Scanu o Marco Carta”, ma intanto apprende che quella notte suo fratello Tonio ucciderà il ragazzo di cui è innamorata, Gigi, suo vicino di casa.
Le due ragazze vivono diverse avventure al mare e tra le vie della città aspettando l’ora fatale in cui dovrebbe compiersi il misfatto che le due vorrebbero invece scongiurare.
Tutto sembra segnato, quando nella storia fa la sua apparizione la bellissima strega, Aleni (Micaela Ramazzotti), che legge nel futuro delle persone e che cambierà improvvisamente il corso degli eventi. Bellas Mariposas è in un certo senso un film girato tutto in soggettiva: Mereu usa lo sguardo e la voce di Cate, che durante il film interloquisce con il regista, con la telecamera, dialoga con la macchina da presa.
La pellicola fece incetta di premi al Bari International Film Festival (Bif&st) aggiudicandosi il Premio Tonino Guerra (a Salvatore Mereu), il Premio Anna Magnani (a Sara Podda e Maya Mulas) e il Premio Giuseppe Rotunno (a Massimo Foletti). Da non perdere, nonostante l’orario impossibile della programmazione: alle 2.20 di domani notte, su Rai Movie.
L'orario è veramente impossibile, ma vale la pena di mettere mano al videoregistratore. Stanotte, alle 4.05, Rete 4 mette in onda Uomini Ombra (1954, b/n), uno degli ultimi lungometraggi girati da Francesco De Robertis, regista di San Marco in Lamis.
Ufficiale della Marina Militare, si è occupato della macchina propagandistica della istituzione di cui faceva parte, ma lo ha fatto in modo oltremodo originale. De Robertis ha girato soprattutto pellicole (sia documentari che fiction) che parlano di mare e di uomini di mare. Secondo la critica, l'approccio veristico di De Robertis all'immagine ed alle storie, ha di fatto anticipato alcuni tratti del neorealismo.
Il rapporto tra De Robertis e il regime fascista è ancora oggi questione discussa e sotto certi aspetti controversa. Per il ruolo che svolgeva in seno alla Marina, il regista non poteva sottrarsi alla estetica propagandistica tipica del regime. Ma aver girato dei film orientati al verismo in un'epoca in cui nelle sale trionfava il cinema dei telefoni bianchi è certamente una nota di merito, che connota il suo cinema tra i più originale del periodo fascista.
Sul finire della carriera, abbandonò i temi realistici, in favore di un tipo di cinema più vicino ai modelli ed ai ritmi del cinema americano. A questo genere si inscrive Uomini Ombra, che narra una complessa vicenda di spionaggio che ruota attorno all'acquisto, da parte della Marina militare italiana, di un cifrario inglese, che si rivelerà poi essere uno strumento con cui la Marina inglese intendeva fornire informazioni false. Anche in questo caso, De Robertis va controcorrente, disegnando gli inglesi in modo assai diverso dal cliché degli eroici liberatori senza macchia e senza paura, che era in voga nel cinema di quegli anni. Il film segnò praticamente l'esordio sul grande schermo di Giorgio Albertazzi.
"Spionaggio e controspionaggio in tempo di guerra, sono gli elementi essenziali di questo film di De Robertis, il cui soggetto è stato ispirato da fatti realmente accaduti. La storia è ben costruita e, se si eccettuano alcune situazioni un po' ingarbugliate, anche ben sceneggiata. Al film non mancano poi pregi di stile e di ritmo scrisse dell'opera di De Robertis il critico A. Albertazzi, sulla rivista Intermezzo", recensendo la pellicola alla sua uscita in sala.
DOMANI
Un film insolito, per certi aspetti “regionale” (i personaggi parlano in sardo con sottotitoli in italiano, e lo stesso titolo è dialettale: Bellas Mariposas significa Belle farfalle) , ma pieno di vivacità, di colore, di speranza. Bellas Mariposas è un bel film indipendente, girato da Salvatore Mereu e tratto dall’omonimo racconto di Sergio Atzeni pubblicato postumo nel 1996 a causa della prematura morte dell'autore.
Ambientato nel quartiere popolare e sottoproletario di Cagliari, Sant’Elia, il film racconta la giornata di due ragazze adolescenti molto amiche tra di loro: Cate (Sara Podda) e Luna (Maya Mulas).
Cate spera di fuggire dalla periferia per fare la cantante "come Valerio Scanu o Marco Carta”, ma intanto apprende che quella notte suo fratello Tonio ucciderà il ragazzo di cui è innamorata, Gigi, suo vicino di casa.
Le due ragazze vivono diverse avventure al mare e tra le vie della città aspettando l’ora fatale in cui dovrebbe compiersi il misfatto che le due vorrebbero invece scongiurare.
Tutto sembra segnato, quando nella storia fa la sua apparizione la bellissima strega, Aleni (Micaela Ramazzotti), che legge nel futuro delle persone e che cambierà improvvisamente il corso degli eventi. Bellas Mariposas è in un certo senso un film girato tutto in soggettiva: Mereu usa lo sguardo e la voce di Cate, che durante il film interloquisce con il regista, con la telecamera, dialoga con la macchina da presa.
La pellicola fece incetta di premi al Bari International Film Festival (Bif&st) aggiudicandosi il Premio Tonino Guerra (a Salvatore Mereu), il Premio Anna Magnani (a Sara Podda e Maya Mulas) e il Premio Giuseppe Rotunno (a Massimo Foletti). Da non perdere, nonostante l’orario impossibile della programmazione: alle 2.20 di domani notte, su Rai Movie.
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