Cinemadessai | "La isla minima", bel thriller che viene dalla Spagna

OGGI
Vincitore di ben dieci premi Goya (tra cui quello di miglior film spagnolo dell’anno, miglior regia e miglior sceneggiatura) La isla minima è un thriller firmato da Alberto Rodriguez, che si segnala per il ritmo incalzante, le location di struggente bellezza ed un uso strepitoso della macchina cinematografica.
Interpretata da Raúl Arévalo, Antonio de la Torre, Nerea Barros, Javier Gutiérrez, Manolo Solo, la pellicola è ambientata nel profondo sud della Spagna, nel 1980. 
In un piccolo villaggio in cui il tempo sembra essersi fermato – nei pressi di un labirinto di paludi e risaie – si è installato un serial killer responsabile della scomparsa di molte adolescenti delle quali nessuno sembra interessarsi. Ma quando due giovani sorelle spariscono durante le festività annuali, la madre spinge per un’indagine e due detective della omicidi arrivano da Madrid per cercare di risolvere il mistero.
Sia Juan che Pedro hanno una vasta esperienza nei casi di omicidio, ma differiscono nei metodi e nello stile. Le indagini porteranno alla luce un’altra inaspettata fonte di ricchezza per il villaggio: il traffico di droga. 
Niente è ciò che sembra in questa isolata e opaca regione e l’indagine incontra difficoltà inaspettate, che convinceranno i due uomini a mettere da parte le divergenze professionali per identificare e fermare la persona responsabile della scomparsa delle sorelle prima che altre ragazze facciano la stessa fine.
La isla mínima è un bel film che rivela un tocco classico, per quanto riguarda le indagini e lo sviluppo dei personaggi, ma con uno sfondo che è torbido, fangoso, denso e impenetrabile... come le vere paludi nelle quali è ambientato.
La isla mínima - ha scritto Rodriguez nelle note di regia - è la pellicola con cui mi sono avvicinato di più al fare cinema di genere, ma allo stesso tempo possiede una sua identità che lo rende differente, speciale.”
Insomma un film da non perdere. Stasera, su Rai4, alle 21.15.
DOMANI
Shira Geffen e Etgar Keret sono due scrittori israeliani prestati al cinema. Ma il loro esordio dietro la macchina da presa, nel 2007, con Meduse, è stato più che convincente.

Presentata nella Settimana Internazionale della Critica del 60º Festival di Cannes, la pellicola si aggiudicò la Caméra d'or per la miglior opera prima del Festival.
Il film narra tre piccole storie che hanno apparentemente poco in comune e i cui protagonisti si sfiorano solamente nella Tel Aviv dei giorni nostri.
Al suo matrimonio, mentre il marito e gli invitati sono occupati a divertirsi e si dimenticano temporaneamente di lei, Keren (Noa Knoller) si rompe una gamba e il gesso che ne consegue fa saltare la luna di miele ai Caraibi. Batya (Sarah Adler), invece, fa la cameriera al ricevimento di nozze e, la mattina successiva, incontra sulla spiaggia una strana bambina (Nikol Leidman) che sembra essere uscita dalle onde: tra le due nasce uno strano legame, che cambia la vita della ragazza in modo decisamente drastico. Anche Joy (Ma-nenita De Latorre) è, a suo modo, una cameriera: arriva in Israele dalle Filippine e tenta di non perdere i legami con la famiglia: il lavoro per una vecchia signora severa le scalda finalmente il cuore...
Ha scritto di Meduse Claudia Resta su Mymovies.it: “Poetico, tristemente dolce, malinconico eppure colorato: il primo film della coppia esordiente Keret-Geffen non può che commuovere e affascinare sin dalle prime inquadrature. L'attenzione per i particolari, i tagli di ripresa, la tavolozza pittorica e le sottili geometrie sono al contempo meticolosi e impressionanti: è impossibile non sorridere di gioia”.
Domani sera, alle 22.55, su Rai5.

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