Quando anche Foggia aveva il suo De Caro

Maurizio De Tullio commenta da par suo, con la sua satira dolce ed amara, ed il suo sguardo che graffia e che sorride, la querelle che sta opponendo il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ai foggiani, per quel treno no stop Bari-Roma che bypasserebbe la stazione di Foggia.
"Anche Foggia aveva un De Caro, ma l'ha perso". Il riferimento (detto a beneficio soprattutto dei più giovani) è a Paolo De Caro, fine intellettuale, segretario cittadino del Pci negli anni ruggenti, e deputato del Partito Comunista dal 1976 al 1983.
Figlio d'arte (suo padre Gerardo, noto insegnante di filosofia al Liceo Lanza, fu deputato dell'Assemblea Costituente e nella prima legislatura nelle file della Dc), viene ricordato per il suo impegno politico rigoroso a vantaggio del territorio e della città di Foggia. Docente di lettere negli istituti medio superiore, si è progressivamente distaccato dalla politica attiva, per dedicarsi agli studi letterari. È uno dei maggiori studiosi viventi di Montale. Del tutto legittima, dunque, la nostalgia che trasuda dalla vignetta di De Tullio.
Negli altri pezzi del "rotolo" quotidiano, una gustosa interpretazione dei "maggiori poteri" che il Governo si appresterebbe a dare alla protezione civile, le polemiche sull'apertura di Grillo a Trump e Putin, l'immancabile Salvini e un commento a una notizia di cronaca che ha riguardato un noto supermercato cittadino. Come sempre potete guardare tutte le vignette qui sotto.




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