Il dietro front della Regione: sì al treno no stop Bari-Roma
La "bretella" di Cervaro, vista dal ponte di via Bari |
Il quotidiano regionale sponsorizza ovviamente l’iniziativa del sindaco di Bari, e non potrebbe essere diversamente, visto che il giornale ha un antico radicamento barese. L’articolo è interessante perché svela alcuni aspetti, ufficiosi ma sostanziali, della trattativa con Fsi che pare molto avanti e tra i cui soggetti - è questo il dato nuovo - ci sarebbe anche la Regione.
Si apprende, per esempio, di una telefonata tra il sindaco Decaro e l’ad di Fsi, Renato Mazzoncini, mentre questi si trovava in Grecia. Proprio nel corso della telefonata, il primo cittadino del capoluogo regionale (che è anche il presidente nazionale dell'Anci, e in quanto tale dovrebbe forse essere più attento alle istanze degli altri comuni) avrebbe formalizzato la proposta della corsa no stop.
La Gazzetta non lo dice espressamente, ma pare di capire che l’ipotesi della corsa no stop trovi d’accordo l’ente ferroviario.
I passaggi più sconcertanti riguardano però la Regione. È il caso di precisare che, a livello di documenti e di prese di posizioni ufficiali, non c’è nulla di nuovo rispetto a quanto previsto delle intese istituzionali sottoscritte (che prevedono l’utilizzazione della bretella esclusivamente per il traffico merci) e a quanto affermato a suo tempo dall’allora assessore regionale ai trasporti, il compianto Guglielmo Minervini.
Come ha ricordato qualche giorno fa a Lettere Meridiane, Augusto Marasco, l’assessore all’urbanistica della giunta Mongelli che riuscì a far varare la bretella di Cervaro (anziché quella, molto più costosa, prevista più a sud), “Minervini si spinse a impegnare la Regione a fare barricate come per le trivellazioni in Adriatico, se l’ipotesi del transito passeggeri fosse riemersa. Ci sono le registrazioni.”
Dall’articolo della Gazzetta di oggi si apprende invece che:
a) la Regione avrebbe proposto di istituire una fermata a Cervaro dotata di parcheggio di scambio (la seconda stazione di cui si è tanto parlato e che pare Rfi sia disposta a realizzare, ma anche in questo caso, non esiste nulla di ufficiale);
b) la Regione chiederà a Trenitalia che l’eventuale corsa no stop sia aggiuntiva rispetto alle quattro corse esistenti.
In un modo o nell’altro, si tratta di un evidente cambio di atteggiamento rispetto a quello di Minervini, e rispetto alle stesse intese a suo tempo sottoscritte. Cambio ovviamente legittimo, ma che andrebbe formalizzato nelle sedi competenti, e a un tavolo attorno al quale seggano gli stessi soggetti che hanno firmato l’accordo. Così almeno dovrebbe funzionare la democrazia.
Dulcis in fundo, la Gazzetta anticipa quella che sembra essere la conclusione della vicenda: “è molto probabile - si legge nell’articolo - che nei prossimi mesi, magari con l’orario estivo, Trenitalia lanci in via sperimentale il diretto tra Bari e Roma. La Regione chiederà che questo avvenga senza toccare le attuali quattro coppie giornaliere che passano da Foggia: sperando che basti a evitare una nova polemica.”
Evidentemente alla Regione non soltanto pensano di riscrivere gli accordi senza chiedere il consenso di quanti li sottoscrissero, ma devono essere convinti che i foggiani portino ancora la sveglia al collo.
Il treno no stop Bari Roma sarà collocato ad un orario strategico, e con ogni probabilità intercetterà buona parte dei passeggeri che attualmente “sono costretti” a passare per Foggia. La Gazzetta fornisce anche qualche dato: il no stop potrebbe contare su 400 passeggeri. Mentre sono 100 quelli che salgono a Foggia (comunque non pochi). Quando tempo pensate che duri il treno che passa per Foggia, prima che Trenitalia lo dichiari non più vantaggioso?Ancora una volta, il destino di Foggia sembra segnato.
Geppe Inserra
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