Povera Foggia. La mazzata di GrandApulia è il colpo di grazia.
Il condizionale è diventato d'obbligo dopo il sequestro operato in mattinata dalle forze dell'ordine che hanno eseguito un provvedimento di "sequestro finalizzato alla confisca", emesso dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia. Questo significa che se prevarrà la tesi dei magistrati inquirenti, l'iter giudiziario potrebbe concludersi, così come prevede il codice di procedura penale, con la confisca dei terreni e degli immobili e/o la riduzione in ripristino dello stato dei luoghi.
Insomma, GrandApulia potrebbe anche non aprire mai più.
È naturalmente impossibile commentare la notizia. Le indagini sono state laboriose e dettagliate. I reati contestati sono pesanti: irregolarità in materia ambientale (l'omessa bonifica dell'ex sito industriale, la realizzazione di una discarica abusiva di rifiuti speciali ), irregolarità in materia edilizia-urbanistica (la realizzazione di un piano di lottizzazione abusiva a fini edificatori commerciali).Occorrerà che la giustizia faccia il suo corso e che si pronunci almeno il Tribunale del Riesame cui molto probabilmente si rivolgeranno gli avvocati che difendono la Finsud, la società del gruppo Sarni proprietaria della struttura.
Quel che è certo è che, nonostante che il count down sul sito del megacentro non è stato interrotto, salvo miracoli, della inaugurazione fissata per il 30 novembre prossimo non se ne farà più niente, e che andranno deluse le aspettative di imprese e lavoratori che avevano creduto che l'apertura di GrandApulia potesse inaugurare un nuovo corso per l'economia foggiana.
Mille posti di lavoro in meno in una realtà occupazionale agonizzante com'è quella foggiana sono il colpo di grazia.
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