Cinemadessai | Il bidone: ecco il Fellini meno noto e più scomodo
Il bidone (1955) è tra i film meno noti e più discussi di Federico Fellini. Rai Storia lo ripropone stasera alle 21.05. Uscì un anno dopo La Strada che aveva conquistato il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia (dividendo critica e pubblico), e il produttore sperava di bissare il successo. Ma andò male: la proiezione venne accolta con freddezza e non mancarono le contestazioni. Le cose non andarono meglio nelle sale: il film incassò pochissimo.
Invece è un’opera che va assolutamente rivalutata. È probabilmente la meno visionaria del Maestro di Rimini, e la più problematica dal punto di vista morale. Il bidone racconta la storia di tre truffatori di professione, e dei rapporti con le rispettive famiglie. Della possibilità di redenzione (negata). Con un finale cupo ma cinematograficamente magistrale, che conclude la storia in modo tragico.
Il messaggio di Fellini è particolarmente pessimista: ogni uomo è protagonista del proprio destino, ma la fragilità dell’individuo soccombe al cospetto di qualsiasi senso morale. Grandissimo il cast, con Franco Fabrizi, Giulietta Masina, Richard Basehart, Broderick Crawford, Giacomo Gabrielli. L’interpretazione di Crawford è indimenticabile. Al suo posto avrebbe dovuto esserci Humphrey Bogart, che era però ammalato di cancro, e dovette rinunciare all’offerta. Da rivedere, da non perdere.
DOMANI
Raccontare la genesi, la crescita e infine la definitiva affermazione di un fenomeno epocale come Facebook attraverso la biografia del suo inventore, Mark Zuckerberg, non è impresa facile, ma David Fincher ci riesce benissimo in The social network, che è possibile guardare su Cielo domani sera, alle 21.15.
La nascita del social network più famoso del mondo ha tanti padri (ci sono voluto complesse vicende giudiziarie, di cui il film dà compiutamente conto per dipanarne la matassa) e Fincher riesce a ricreare benissimo la particolare atmosfera di quegli anni alla Harvard University, aiutato anche dalla magistrale sceneggiatura di Aaron Sorkin, che ha adattato per il grande schermo il libro di Ben Mezrich Miliardari per caso - L'invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento (Sperling & Kupfer).
La pellicola ha vinto 4 Golden Globe, tra cui il più importante, miglior film drammatico, e ha ottenuto 8 candidature agli Oscar 2011, vincendone 3, per la miglior sceneggiatura non originale, la miglior colonna sonora e il miglior montaggio.
L’arco temporale narrato dalla pellicola va dalla invenzione di Facebook fino alla conclusioni dei diversi procedimenti giudiziari attorno alla “paternità”. Molto suggestivo e delicato il finale. Da guardare.
[Cinemadessai è una nuova rubrica di Lettere Meridiane: consigli quotidiani per godere al meglio della programmazione cinematografica in tv. Le Lettere Meridiane dedicate a Cinema per sempre non vengono distribuite sul consueto circuito di gruppi Facebook ma soltanto sul blog, sulla pagina Facebook di Lettere Meridiane, sulla Pagina del Festival del Cinema Indipendente di Foggia, sul diario facebook dell’autore, Geppe Inserra, e sul gruppo Amici e Lettori di Lettere Meridiane. Per non perderne neanche una, diventate fans delle pagine e iscrivetevi ai gruppo, cliccando sui relativi collegamenti.]
Invece è un’opera che va assolutamente rivalutata. È probabilmente la meno visionaria del Maestro di Rimini, e la più problematica dal punto di vista morale. Il bidone racconta la storia di tre truffatori di professione, e dei rapporti con le rispettive famiglie. Della possibilità di redenzione (negata). Con un finale cupo ma cinematograficamente magistrale, che conclude la storia in modo tragico.
Il messaggio di Fellini è particolarmente pessimista: ogni uomo è protagonista del proprio destino, ma la fragilità dell’individuo soccombe al cospetto di qualsiasi senso morale. Grandissimo il cast, con Franco Fabrizi, Giulietta Masina, Richard Basehart, Broderick Crawford, Giacomo Gabrielli. L’interpretazione di Crawford è indimenticabile. Al suo posto avrebbe dovuto esserci Humphrey Bogart, che era però ammalato di cancro, e dovette rinunciare all’offerta. Da rivedere, da non perdere.
DOMANI
Raccontare la genesi, la crescita e infine la definitiva affermazione di un fenomeno epocale come Facebook attraverso la biografia del suo inventore, Mark Zuckerberg, non è impresa facile, ma David Fincher ci riesce benissimo in The social network, che è possibile guardare su Cielo domani sera, alle 21.15.
La nascita del social network più famoso del mondo ha tanti padri (ci sono voluto complesse vicende giudiziarie, di cui il film dà compiutamente conto per dipanarne la matassa) e Fincher riesce a ricreare benissimo la particolare atmosfera di quegli anni alla Harvard University, aiutato anche dalla magistrale sceneggiatura di Aaron Sorkin, che ha adattato per il grande schermo il libro di Ben Mezrich Miliardari per caso - L'invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento (Sperling & Kupfer).
La pellicola ha vinto 4 Golden Globe, tra cui il più importante, miglior film drammatico, e ha ottenuto 8 candidature agli Oscar 2011, vincendone 3, per la miglior sceneggiatura non originale, la miglior colonna sonora e il miglior montaggio.
L’arco temporale narrato dalla pellicola va dalla invenzione di Facebook fino alla conclusioni dei diversi procedimenti giudiziari attorno alla “paternità”. Molto suggestivo e delicato il finale. Da guardare.
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