Renzi vuole il ponte sullo stretto, ma sui Monti Dauni i ponti crollano

A metà ottobre verrà rinnovato il consiglio provinciale eletto soltanto due anni fa (mentre resterà in carica il Presidente, Francesco Miglio, un’altra bizzarria della riforma delle Province) ed è sintomatico che l’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti dell’evento sia prossima allo zero. Come si sa, l’elezione dei consigli provinciali non avviene più per suffragio universale. I consiglieri provinciali vengono votati ed eletti dai consiglieri comunali, e devono essere essi stessi consiglieri comunali.
Però se c’è un territorio che più di altri sta sperimentando il naufragio della riforma Delrio, questo è senz’altro la Capitanata. Mentre il premier rilancia il Ponte sullo Stretto, in Capitanata i ponti crollano con la conseguente chiusura della strada provinciale (la Candela-Sant’Agata di Puglia-Accadia) e l’isolamento dei paesi serviti. La rete viabile, che è tra le più grandi d’Italia (ed anche la più pericolosa, secondo una recente indagine del Corriere della Sera) non può più essere adeguatamente mantenuta per mancanza di risorse finanziarie. I servizi culturali sono ormai praticamente azzerati (da quando non si compra un libro per aggiornare il patrimonio librario della Biblioteca Provinciale?). La situazione debitoria dell’ente si appesantisce giorno dopo giorno per il peso dell’enorme contenzioso legale ereditato dal passato, la cui consistenza è determinata proprio dalla fatiscenza delle strade provinciali.
La cosiddetta riforma Delrio è stata in realtà una furbata, per tagliare selvaggiamente la spesa delle Province, senza preoccuparsi minimamente dell’impatto, che si è rivelato devastante,  sulla qualità dei servizi e sulla sicurezza.
Le funzioni che venivano svolte in precedenza dalle Province sono state distribuite tra Regioni e Comuni, senza però essere accompagnate dai trasferimenti finanziari necessari per il loro esercizio. Le funzioni fondamentali che sono rimaste in capo alle Province (tra cui appunto la viabilità) no vengono più assistite da coerenti trasferimenti erariali.
In queste condizioni, è quasi un miracolo che il presidente Miglio sia riuscito ad insediare e a far lavorare la cabina di regia per le infrastrutture, ottenendo una significativa rimodulazione, a favore del territorio provinciale, degli interventi previsti dal Patto per la Puglia. Con grande ragionevolezza, Miglio ha anche ammorbidito i contrasti che erano sorti attorno alla composizione del tavolo, con le lamentele della Confcommercio, che ne era stata esclusa, impegnandosi a convocare preso un’assemblea (l’assemblea del partenariato) di tutti gli attori interessati. È questa la sola strada da percorrere per cercare di salvare il salvabile. La Capitanata ha bisogno di un autorevole ente intermedio, istituzione che ormai non è più prevista dall’ordinamento istituzionale.
Bisognerà allora inventarlo sul campo, giorno dopo giorno, rilanciando la concertazione. Mettendo assieme le forze sane di questa Provincia che resta grande. Nonostante Renzi e Delrio.

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