Il fatidico e prodigioso 1731 foggiano
Una rara immagine della Iconavetere, in una incisione di M. Remondini,
custodita nel Castello Sforzesco di Milano
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Durante la settimana di Pasqua si verificarono altre apparizioni. Ci attesta P.Guglielmo Maria Tarallo dell'ordine eremitano di S.Agostino di Foggia che si tenevano in quei giorni varie processioni penitenziali che avevano come meta il sacro Tavolo della Madonna "ed esso sagro volto si compiaceva farsi vedere quasi da tutti...; coll'occasione che andavo predicando per questa città ed al popolo la penitenza un giorno della settimana di Pasqua di Resurrezione, non mi ricordo distintamente, avendo io con gli altri religiosi del nostro convento di S.Agostino di questa città formato una processione di penitenza, portando con noi la statua del glorioso S.Nicola da Tolentino con gran sequela di popolo, dopo aver girato la città predicando ed animando il popolo a ricorrere alla protezione di Nostra Signora giunti nella detta chiesa de'PP.Cappuccini e posti tutti ad orare a' piedi d'essa sagra Immagine, dopo d'averle posto dirimpetto la suddetta statua di S.Nicolò, cominciai a predicare senza che si facesse vedere il sagro volto, ma solo nel tondo suddetto si vedevano i veli negri e nel mentre rappresentava il fatto accaduto in Cordua in una consimile processione di detto Santo col Crocifisso, alzai gli occhi al suddetto tondo e “vidi chiaramente comparire il sagro volto di Maria movibile....".'Il suddetto padre attesta che egli personalmente ha visto altre volte la faccia della Madonna recandosi a venerarla nella chiesa di S.Giovanni.Il canonico D.Giuseppe Ziccardi attesta di aver vista l'apparizione la mattina del 27 marzo nella chiesa dei Cappuccini.
La domenica in Albis l'Icona venne trasferita alla chiesa di S.Giovanni Battista officiata dalla confraternita della SS.Annunziata. Detta chiesa era comoda sia per il popolo che ormai cessato il pericolo era rientrato del tutto in città sia per il Capitolo che la doveva officiare essendo chiusa al culto la Collegiata. Anche in questa occasione vi fu una solenne e lunga processione lungo il perimetro cittadino. Il S.Tavolo veniva fatto fermare ad ogni porta della città. Ad essa processione parteciparono tutti i sacerdoti del clero secolare e regolare, le autorità cittadine e della Dogana.
Sul piazzale antistante la chiesa di S.Giovanni l'arciprete rivolge al popolo un breve discorso. "Ed in atto che da me si sermoneggiava, racconta il detto arciprete, si fe' nuovamente vedere detto sagro volto specialmente da' detti Regi Ministri e Governanti.”
Il Guglielmone attesta che in detta chiesa il volto della Madonna s'è fatto ancora vedere "da tempo in tempo da ogni ceto di persone così cittadine come forestieri, portatosi a venerare essa sagra Imagine, e così tuttavia va continuando, siccome è notorio in tanto a’ cittadini, quanto a’ forestieri.”
Il canonico d.Giuseppe Tortora di anni 42 non sappiamo per quale motivo non fu presente alle diverse apparizioni, N fu informato dai confratelli e da altre persone dai quali fu esortato a recarsi a venerare la Madonna "ed osservare il gran prodigio, io li risposi che tutto credeva e non avevo necessità di vedere (bell’atto di fede!, n.d.r.)". Ma ogni giorno da quando il quadro della Madonna fu portato a S.Giovanni, egli si recava in quella chiesa per l'Ufficio Divino.
Il 25 aprile evidentemente si dovette ripetere il prodigio perché il Tortora attesta che si recò in chiesa coi canonici D.Giuseppe Ziccardi e D.Francesco Antonio Garzillo e mentre con loro recitava l'Ave Maria Stella, alle parole "Montra te esse Matrem "alzai umilmente gli occhi, egli dice, al sagro tondo di N.ra Sig.ra non vidi alla prima senonché i veli negri, e continuando lo sguardo vidi pian piano in esso tondo come una nuvoletta che s’accostava alli veli e guardando via più, cominciai a vedere la figura di una testa e questa più da me mirata vidi con distinzione il volto di Nostra Sig/ra muovere e girare per esso tondo…”
La domenica seguente 29 aprile il medesimo canonico stando a pregare davanti all'altare dove in quel momento si celebrava la S.Messa vide con chiarezza che esso sagro volto si chinò a venerare la sagra Ostia e Calice.”
Il Priore del Convento dei Domenicani di Foggia, P.Nicola Pandolfelli, si assentò subito dopo il terremoto per affari urgenti della comunità e perciò non potè assistere alle apparizioni. Di ritorno, conobbe il grande evento e il 20 aprile si recò nella chiesa di S.Giovanni per venerare il sacro Tavolo. Durante la preghiera alzati gli occhi verso l'ovale oscuro ripetutamente vide che il volto della Madonna compariva e sparita si ritirava dietro i veli, “per lo che mi confermai, egli attesta, nel credere tutto quanto mi era stato detto da persone qualificate e di ogni ceto sopra la verità di tal apparizione, che tutta via continua".
E penso che sia opportuno fermarsi a questo punto, perché è tutto quanto avvenne in quel fatidico anno 1731.
Una osservazione di chiusura. Ce la suggerisce il Ricciardi nella citata sua Memoria. Egli scriveva nel 1747.
“È benvero però che dopo qualche tempo dalle prime apparizioni non a a tutti, né tutti hanno la stessa sorta di vederla di una stessa maniera, ma chi più chi meno distinta e chiara, chi più vaga chi meno,chi di color vermiglio, chi bruna, e in un tempo medesimo, chi in modo e chi in un altro, o siccome la disposizione, la divozione e fede di chi l’adora, o come N.S. degnasi, e compiacesi; e questo è maggior portento.”È lecito pensare che la Madonna abbia concesso anche prima del 1731 ad alcuni santi e pii sacerdoti o vescovi il dono dell'apparizione dall'ovale del sacro Tavolo. Sono grazie private che gli interessati si sono guardati bene dal propagare. Appartengono alle intimità spirituali ed anche mistiche.
Le apparizioni del 1731 hanno una notorietà storica perché erano una tangibile prova della materna protezione di Maria in una pubblica calamità.
Sono apparizioni che interessano tutta la città perché con esse la Madonna ha voluto premiare la fede dei foggiani che per sette secoli l'avevano onorata senza vedere l'immagine.
Michele Pistillo
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