De Tullio spiega: "Capiamoci su Bari, Moldaunia e ultras"

Maurizio De Tullio e Gennaro Amodeo
Come ho spesso modo di dire, il blog Lettere Meridiane ha tra i suoi scopi quello di promuovere e sostenere la discussione sui temi che riguardano il futuro e lo sviluppo del territorio. Svolgere questa funzione nell'era della globalizzazione dell'informazione non è sempre facile, anche per la ragione evocata da Umberto Eco che accusava i social network di aver dato diritto di parola a legioni di imbecilli, che sarebbero poi i webeti stigmatizzati da Enrico Mentana. Però il punto, a mio sommesso giudizio, è: in una democrazia votano anche gli imbecilli, che hanno quindi diritto di parola, eccome. Anche se sono webeti.
Se le cose stanno così, non è sempre facile ricondurre nei giusti termini e toni dibattiti e confronti su temi cari all'opinione pubblica come il critico rapporto di Foggia con Bari e l'ipotesi della Moldaunia, ovvero del passaggio della Capitanata in Molise.
Da parte mia, mi limito a sottolineare che sono temi che non mi pare abbiano lo spazio che dovrebbero nell'informazione locale, e sono del tutto soddisfatto del ruolo che Lettere Meridiane sta svolgendo per supplire a questa carenza. È naturale che accanto a opinioni accorate, rispettabili, articolate di tanto in tanto si leggano considerazioni da ultras.
Ciò premesso, eccovi le puntualizzazioni e le precisazioni di Maurizio De Tullio nei confronti di Achille Corso, lettore del blog, e Gennaro Amodeo, coordinatore del movimento per la Moldaunia. Sono riflessioni che vi invito a leggere con serenità, perché sincere e perché offrono uno spaccato interessante delle ragioni che hanno prodotto la crisi pesante in cui versano Foggia e la sua provincia.
(g.i.)
* * *
Gentile Sig. Corso,
io avrò usato qualche aggettivo di troppo e qualche gioco di parole che, da sempre, fanno parte del mio modo di colloquiare con le persone, ma lei ha frainteso buona parte delle osservazioni critiche che ho riportato nel mio intervento.

Primo: ho sempre contestato la maggior parte dei sostenitori della Moldaunia quando si comportano da Ultras (i “poveri mentecatti” erano loro!) e quindi non ce l’avevo con lei in particolare che, ribadisco, si è sempre comportato in maniera civile con me. Se ritiene, però, di essersi sentito offeso dalle mie parole, me ne scuso (ma temo che il caffè, con me, non lo vorrà mai più prendere…).
Secondo: forse lei non ha mai letto le centinaia di commenti, espressioni, epiteti, volgarità lasciati in questi anni sui siti d’informazione locale, blog e pagine Facebook dai numerosi sostenitori della Moldaunia: definirli Ultras sarebbe, addirittura, anche un complimento! E’ gente che non usa la parte migliore che possiede (in teoria il cervello) ma i piedi; esemplificavo con ciò un comportamento da mentecatti cioè di soggetti “vittime di una penosa stupidità”. Mi riprometto di raccoglierli e di pubblicarli su ‘Lettere Meridiane’ così se ne renderà conto.
E’ a questa gente, a questo popolo…civile di foggiani che mi riferivo, ma va bene, forse una codina di paglia deve essere rimasta impigliata da qualche parte.
Terzo: se torniamo alle origini del nostro dialogo, troverà questa mia frase, che riporto: “la mia non voleva essere una provocazione – nell’improbabile derby Bari-Foggia – ma solo una constatazione storica” (Ero già io a evitare di parlare di derby!) e a quelle mie considerazioni faceva seguito una sua condivisione, tant’è che lei, Sig. Corso, scriveva: “Tutto quanto è stato riportato [da me – ndr] è condivisibile”.
Come vede, avevamo la stessa visione sul processo di crescita registrato da Bari (e mi riferisco sempre a Bari città, mai alla provincia: poi riprenderò questo particolare nel punto che riguarda le classifiche del “Sole 24Ore”), creatosi non dal nulla ma forte di decenni di maturata convinzione delle proprie capacità e dei propri mezzi. Non dimentichi che fino agli ultimi decenni del 1800 Bari era ben al di sotto della considerazione che Foggia aveva nello scacchiere meridionale! Quel che è avvenuto dopo occorre studiarselo bene per comprendere la realtà barese del 1900 e del nuovo millennio, ma senza preconcetti e forzature, individuando pregi e difetti.
Nemmeno io, Sig. Corso, sono così stupido da ritenere Bari (intesa come capoluogo di regione e centro vitale del potere politico-amministrativo pugliese) esente da colpe, errori, responsabilità: l’ho scritto più volte e lo ribadisco anche ora, perché anch’io amo la terra in cui vivo e lavoro e vorrei vederla migliore, diversa, affrancata non tanto da Bari ma dagli stupidi e dagli ignoranti, da quelli che vivono solo di pregiudizi, preconcetti e pendono dalla bocca del primo Salvini-Di Battista-moldauno che fa la voce grossa armandosi di revanscismo da quattro soldi. Ma, a differenza sua, mi sforzo di giudicare criticamente e senza pregiudizi il mio territorio e, soprattutto, la città di Foggia, coi suoi cittadini, politici, amministratori, imprenditori e quanti altri vogliamo annoverare.
Li conosco talmente bene da averci dedicato un libro di 320 pagine, intitolato “Dizionario Biografico di Capitanata – 1900/2008”, pubblicato non nel 1958 quando sono nato ma nel 2008, nel quale ho raccolto 595 (cinquecentonovantacinque) schede biografiche di persone e personalità meritevoli di evidenza, per le cose buone (e, in pochi casi, meno buone) fatte a livello nazionale e internazionale. Nemmeno i Baresi hanno mai pubblicato una cosa del genere!
Ma dal momento che vivo a Foggia dal 1966, posso assicurarle – da cittadino, da giornalista e da bibliotecario – di aver ormai compreso le vere qualità della MAGGIORANZA dei foggiani (l’ho anche quantificata una volta, sempre su LM, nel 95% del totale) e, spiace dirlo, non sono positive. Dei baresi non posso dire nulla perché non ho mai vissuto in quella città, e mi sono sempre limitato a giudicare da quel po’ che ho verificato di persona e dai numeri, dalle opere, dal risultato di un agire comune. E’ lì che si vede l’abissale differenza con la città di Foggia e con i rispettivi cittadini.
Io sorrido col cuore, mi compiaccio quando vedo a Foggia esempi illuminanti di intelligenze votate al bene comune, al miglioramento del proprio metro-quadro sociale o culturale ma – lo ripeto – si tratta di una esigua minoranza che, forse, non supera il 5% del totale dei cittadini.
Gli esempi virtuosi sono sempre meno, mi creda Sig. Corso. E spiace molto che lei sia incorso in questo grande fraintendimento che mi vede protagonista negativo più per l’abito che indosso e non per le cose che ho scritto, anche se erano praticamente solo precisazioni alle sue inesattezze.
Quarto: avevo ironizzato con lei sul cognome Mongiello (oltre che col suo: ma non credevo se la prendesse così tanto!!) per il semplice motivo che in quegli anni si ventilava l’ipotesi per la guida della Città di Foggia della senatrice (Colomba) Mongiello. La scelta, poi, ricadde sull’ing. Gianni Mongelli, ma il fatto che sia stato il Governatore della Regione Puglia a imporlo mi pare davvero una cosa inverosimile. Certo, a quel tempo il centrosinistra governava alla Regione e che il parere di Vendola (nel senso del partito di cui era il massimo rappresentante in Puglia, cioè S.E.L.) fosse importante (ma non determinante) mi fare fuor di dubbio, ma da qui a sostenere che sia stato lui a imporlo ai foggiani mi pare davvero eccessivo: Gianni Mongelli fu scelto dalla coalizione di centro-sinistra e non da Vendola!
Ricordo, invece, di fantomatici comitati che, pur non firmandosi, si ispiravano alle tesi “secessionistiche” vicine alla Lega Nord e alla Pro Moldaunia.
Cosa scrivevano questi geni della politologia?  In buona sostanza invitavano il Presidente della Regione Puglia, Vendola, a “togliersi dai piedi”. Secondo la loro tesi, l’allora Governatore era responsabile di avvantaggiare le amministrazioni baresi a danno di quelle foggiane. E questa è la convinzione di tanti, allora come oggi, compresa la sua. Si legga, invece, quanto ha scritto di recente il curatore di questo Blog, Geppe Inserra, a proposito dell’attenzione rivolta al territorio foggiano dalle due amministrazioni Vendola rispetto a quelle del predecessore di centro-destra Fitto. Si tratta di numeri, atti, soldi e non di chiacchiere.
Quinto: a un certo punto, gentile Sig. Corso, lei prende un’altra strada e dopo avermi dato (in precedenza) ragione sul buon operato fatto dai baresi, fa marcia indietro: “Caro Maurizio mi dispiace ma l’elenco che hai fatto sulle qualità dei baresi non mi risulta, vorrei invitarti a leggere con te gli studi sulla qualità della vita delle Provincie italiane, fonte Sole 24ore, degli ultimi vent’anni. Il mito barese, da quei dati, ne esce malconcio, nonostante le vagonate di soldi immesse nel sistema barese!”.
Se lei ritiene che essere in 83ma, o 98ma o 100ma posizione – parlo di Bari – non sia gratificante per i tanto ammirati (da me, naturalmente, stando alle sue convinzioni!) baresi, le do perfettamente ragione! Ma cosa c’entrano le “vagonate di soldi immesse nel sistema barese!”? Evidentemente lei non ha mai letto i parametri delle schede che compongono gli annuali dossier sulla Qualità della vita del “Sole 24Ore”. Gli omicidi, il numero di libri acquistati, di quotidiani letti, le associazioni culturali attive sul territorio, gli asili nido pubblici, i metri-quadri pro capite di verde, il trattamento dei rifiuti non dipendono certo dalle “vagonate di miliardi” ma dalla cultura dell’agire pubblico e dalle sensibilità personali dei cittadini.
Sesto: Lei scrive nella piccata risposta che cordialmente mi dedica: “La provincia di Bari con tutto quel bla bla bla… televisioni, cultura, imprenditori e tutte quelle centinaia di milioni di Lire ed Euro investiti nel sistema, che noi non abbiamo mai avuto e mai avremo, noi viviamo con l’elemosina…” volendo con ciò intendere che, nonostante tutto, loro sono solo poco più su di noi che, poveretti, abbiamo invece poco o nulla in confronto a lor signori!
Se era questo il succo del suo ragionamento devo dire che è fuorviante, perché le voci vanno esaminate una per volta e riferite all’insieme dei Comuni delle due Province.
Io, come ricorderà, nel primo intervento avevo sottolineato soprattutto l’aspetto culturale della rinascita barese nel corso della prima parte del secolo scorso. Lei ironizza su “Telenorba” ma le sfugge un dato importante: sia l’emittente barese che la foggiana “Teleradioerre” sono entrambe nate nel 1976. Sulla completezza dell’informazione, sulla qualità e varietà dei programmi, sull’audience vogliamo fare qualche raffronto? Sono nate entrambe piccole ma una delle due (come le altre tre consorelle foggiane del resto) ha smesso di crescere ben presto…
Io vi ho lavorato tre anni nella prima “Teleradioerre” e conservo dei bellissimi ricordi di programmi e persone di quei tre anni (1976-79) ma ho visto il prosieguo e giudico il panorama attuale per quello che è. Imprenditore era (ed è rimasto) Montrone a Bari mentre… decine di imprenditori, finanziatori, politici hanno messo le mani sulla foggiana “Teleradioerre” (e sulle altre tre) coi risultati che vediamo.
Un altro comparto? Quello tipografico. Lo cito perché anche in questo campo vi ho lavorato e conosco l’ambiente. Per decenni Bari era quasi anonima sul piano delle tipografie. Foggia la surclassava di una spanna e la foggiana GERCAP era tra le più importanti d’Italia. Finita l’era dei “patriarchi” foggiani (i Cappetta, i Leone, i Ciampoli ecc.), chi è venuto dopo ha letteralmente bruciato un patrimonio di fatturato, impianti e immagine ed oggi Bari e provincia sono, in campo tipografico, mete ambite da tanti clienti del Tavoliere.
Dirò di più. All’inizio degli anni ’90 aprì a Foggia una sontuosa tipo-litografia. Nacque col finanziamento di una legge che sosteneva le azioni dell’imprenditoria meridionale. I soci ebbero un finanziamento miliardario ma l’azienda fallì dopo qualche anno. Eppure aveva le migliori tecnologie e attrezzature ma non, evidentemente, i migliori cervelli…
Da giornalista potrei parlarle dei quotidiani. Se dico Bari mi fermo alla “Gazzetta del Mezzogiorno”, perché potrei aggiungere i dorsi quotidiani del “Corriere della Sera” e di “Repubblica”, e poi  E Polis”, “Leggo”, “Paese Nuovo” ecc. Ma se dico Foggia, sa qual è il panorama? Che abbiamo due quotidiani (tre col dorso interno della “Gazzetta” e quattro se includiamo quello digitale, per soli abbonati, che è “il Mattino di Foggia”). Tutti insieme credo non vendano più di 1.500 copie in una città di 160.000 abitanti, sede universitaria, con un grande Policlinico e con ben… quattro TV locali!
Lei Signor Corso non è un produttore di bufale, ma accodandosi alla schiera sempre maggiore di coloro i quali, come i tifosi di calcio, fischiano l’avversario “a prescindere” da come giochi in campo, finisce per sostenere inesattezze e paragoni che poco alla volta tendono a crollare.
Sostenga pure il Progetto Moldaunia dell’amico Gennaro Amodeo (che ormai non mi stima più!), ma abbia la cortesia di rispondere alla mia (questa sì “semplicissima”) domanda, alla quale nessuno di Voialtri ha, stranamente, voglia di rispondere:
Siete così sicuri che dall’altra parte, cioè in Molise, ci amino così tanto da farci posto a tavola perché siamo un ‘amico’ in più?

Cordialmente e senza acredine alcuna. 
Maurizio De Tullio


 

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