Pelagosa, l'offensiva del M5S
Qualcosa finalmente si muove per porre fine ai soprusi che i nostri pescatori subiscono a Pelagosa, e far sì che la Croazia rispetti gli impegni assunti con il trattato di pace che alla fine della seconda guerra mondiale decretò l’annessione all’allora Iugoslavia dell’isola, che faceva una volta parte della provincia di Foggia e della Puglia. Una storia rocambolesca, quella di Pelagosa, o più precisamente delle Isole Pelagose, un piccolo arcipelago in mezzo all'Adriatico (a soli 53 chilometri da Peschici) che è un’autentica gemma dal punto di vista naturalistico e paesaggistico e che fu l’unico pezzo d’Italia che i Savoia dimenticarono di annettersi.
Una vicenda bizzarra e travagliata, che è proseguita anche quando l’isola è definitivamente passata sotto un’altra bandiera: prima quella della ex Iugoslavia, poi quella croata. Sulla base dei trattati sottoscritti dopo la guerra, i pescatori pugliesi dovrebbero poter pescare senza problemi nelle acque di Pelagosa, essendo stato loro riconosciuto una sorta di diritto civico internazionale, ma le autorità croate fingono di ignorare l’accordo, infliggendo pesanti multe ai pescatori italiani, che hanno portato in diversi casi al sequestro dei motopescherecci.
Dopo un lungo silenzio italiano, grazie anche all’articolo di Lettere Meridiane esponenti pugliesi del M5S si sono mossi per verificare l’attendibilità delle segnalazioni.
La consigliera regionale pugliese e foggiana, Rosa Barone, ha inviato una richiesta alla Capitaneria di porto di Molfetta per ricevere dati riguardanti lo sconfinamento in acque straniere di pescherecci appartenenti a quella marineria.
Nella risposta della Capitaneria di Porto di Molfetta, del 27 luglio scorso, si trova l’elenco dei pescherecci iscritti nelle matricole della Capitaneria di porto di Molfetta catturati nelle acque croate. In particolare, si legge che tra il 2000 e la metà del 2011 ci sono stati almeno tre casi di cattura da parte delle forze armate croate. “Rimaniamo, inoltre – sostiene Rosa Barone – in attesa di una risposta dalla Capitaneria di Manfredonia e da quella di Bari”.
I casi che riguardano la marineria di Manfredonia sono almeno tre, e si sono verificati tra il 2009 e il 2010: hanno interessato i motopescherecci, “Andrea Cesarano”, “Nuova Giovanna” e “destriero” come ha documentato la testata on line Statoquotidiano, che ha seguito sempre con attenzione la vicenda.
Dai dati della Capitaneria di Porto - rileva la consigliera Barone - si evince che sia nel 2010 che nel 2011 ci sono stati casi di motopescherecci pugliesi che sono stati avvicinati, anche con metodi inaccettabili, da militari croati. Questi, senza aver verificato con esattezza il rispetto della legge e della geolocalizzazione dei pescherecci, hanno contestato l’abusivo esercizio di attività di pesca in acque territoriali croate, procedendo al sequestro del pescato, dell’imbarcazione ed alla condanna del comandante al pagamento di una somma di denaro. Addirittura, i membri dell'equipaggio dei pescherecci sono stati posti in stato di arresto e detenuti sino a quando è avvenuto il pagamento della multa irrogata.
Per questo, il deputato pugliese del M5S, Emanuele Scagliosi, ha presentato una interrogazione nella quale ha invitato il Governo a chiedere conto alla Croazia per il mancato rispetto del Trattato di Pace di Parigi del 1947. Il Trattato, all’art. 11, comma 2 dice che “l'Italia cede alla Jugoslavia in piena sovranità l'Isola di Pelagosa e le isolette adiacenti. L'Isola di Pelagosa rimarrà smilitarizzata. I pescatori italiani godranno a Pelagosa e nelle acque circostanti degli stessi diritti di cui godevano i pescatori jugoslavi prima del 6 aprile 1941”. Un trattato, tuttavia, non rispettato ad oggi dalla Croazia, come denunciano i pescatori.
“Tutto questo - afferma l’on. Scagliosi - è incredibile e mi auguro che presto i ministri Graziano Delrio e Paolo Gentiloni possano dare delle risposte. Se la Croazia intende fare cassa imponendo ai nostri pescatori delle sanzioni pecuniarie privandoli della loro libertà, si sbaglia di grosso. Spero che presto il Governo spieghi a tutti i pescatori pugliesi se sapeva e non ha fatto, ma soprattutto, cosa intende fare ora per evitare che questi episodi incresciosi ed irrispettosi della libertà dei nostri cittadini, si verifichino nuovamente. A tal proposito credo sia opportuno fare chiarezza tra tutte le parti interessate affinché si permetta alle imbarcazioni italiane di agire in sicurezza e nel pieno rispetto degli accordi."
È importante che qualcosa si sia finalmente mosso, e va dato atto al M5S di aver finalmente rotto la cappa di disinteresse che circondava questa incredibile storia. Continueremo a seguire la vicenda con attenzione, informando amici e lettori di Lettere Meridiane sulla risposta del governo all'interrogazione.
Una vicenda bizzarra e travagliata, che è proseguita anche quando l’isola è definitivamente passata sotto un’altra bandiera: prima quella della ex Iugoslavia, poi quella croata. Sulla base dei trattati sottoscritti dopo la guerra, i pescatori pugliesi dovrebbero poter pescare senza problemi nelle acque di Pelagosa, essendo stato loro riconosciuto una sorta di diritto civico internazionale, ma le autorità croate fingono di ignorare l’accordo, infliggendo pesanti multe ai pescatori italiani, che hanno portato in diversi casi al sequestro dei motopescherecci.
Dopo un lungo silenzio italiano, grazie anche all’articolo di Lettere Meridiane esponenti pugliesi del M5S si sono mossi per verificare l’attendibilità delle segnalazioni.
La consigliera regionale pugliese e foggiana, Rosa Barone, ha inviato una richiesta alla Capitaneria di porto di Molfetta per ricevere dati riguardanti lo sconfinamento in acque straniere di pescherecci appartenenti a quella marineria.
Nella risposta della Capitaneria di Porto di Molfetta, del 27 luglio scorso, si trova l’elenco dei pescherecci iscritti nelle matricole della Capitaneria di porto di Molfetta catturati nelle acque croate. In particolare, si legge che tra il 2000 e la metà del 2011 ci sono stati almeno tre casi di cattura da parte delle forze armate croate. “Rimaniamo, inoltre – sostiene Rosa Barone – in attesa di una risposta dalla Capitaneria di Manfredonia e da quella di Bari”.
I casi che riguardano la marineria di Manfredonia sono almeno tre, e si sono verificati tra il 2009 e il 2010: hanno interessato i motopescherecci, “Andrea Cesarano”, “Nuova Giovanna” e “destriero” come ha documentato la testata on line Statoquotidiano, che ha seguito sempre con attenzione la vicenda.
Dai dati della Capitaneria di Porto - rileva la consigliera Barone - si evince che sia nel 2010 che nel 2011 ci sono stati casi di motopescherecci pugliesi che sono stati avvicinati, anche con metodi inaccettabili, da militari croati. Questi, senza aver verificato con esattezza il rispetto della legge e della geolocalizzazione dei pescherecci, hanno contestato l’abusivo esercizio di attività di pesca in acque territoriali croate, procedendo al sequestro del pescato, dell’imbarcazione ed alla condanna del comandante al pagamento di una somma di denaro. Addirittura, i membri dell'equipaggio dei pescherecci sono stati posti in stato di arresto e detenuti sino a quando è avvenuto il pagamento della multa irrogata.
Per questo, il deputato pugliese del M5S, Emanuele Scagliosi, ha presentato una interrogazione nella quale ha invitato il Governo a chiedere conto alla Croazia per il mancato rispetto del Trattato di Pace di Parigi del 1947. Il Trattato, all’art. 11, comma 2 dice che “l'Italia cede alla Jugoslavia in piena sovranità l'Isola di Pelagosa e le isolette adiacenti. L'Isola di Pelagosa rimarrà smilitarizzata. I pescatori italiani godranno a Pelagosa e nelle acque circostanti degli stessi diritti di cui godevano i pescatori jugoslavi prima del 6 aprile 1941”. Un trattato, tuttavia, non rispettato ad oggi dalla Croazia, come denunciano i pescatori.
“Tutto questo - afferma l’on. Scagliosi - è incredibile e mi auguro che presto i ministri Graziano Delrio e Paolo Gentiloni possano dare delle risposte. Se la Croazia intende fare cassa imponendo ai nostri pescatori delle sanzioni pecuniarie privandoli della loro libertà, si sbaglia di grosso. Spero che presto il Governo spieghi a tutti i pescatori pugliesi se sapeva e non ha fatto, ma soprattutto, cosa intende fare ora per evitare che questi episodi incresciosi ed irrispettosi della libertà dei nostri cittadini, si verifichino nuovamente. A tal proposito credo sia opportuno fare chiarezza tra tutte le parti interessate affinché si permetta alle imbarcazioni italiane di agire in sicurezza e nel pieno rispetto degli accordi."
È importante che qualcosa si sia finalmente mosso, e va dato atto al M5S di aver finalmente rotto la cappa di disinteresse che circondava questa incredibile storia. Continueremo a seguire la vicenda con attenzione, informando amici e lettori di Lettere Meridiane sulla risposta del governo all'interrogazione.
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