Referendum, il malessere dei Monti Dauni
Come leggere lo scarso appeal che il referendum di domenica scorsa sulle trivelle ha esercitato sull'elettorato dauno? I dati parlano chiaro: con il 36,08 per cento, la Capitanata è stata la provincia pugliese con l'astensionismo più elevato, rimanendo oltre cinque punti al di sotto della media regionale (41,66) e oltre dieci punti sotto la provincia di Lecce (47,55) che è quella che si è recata alle urne più massicciamente, sfiorando il raggiungimento del quorum.
C'è una motivazione politica dietro il dato elettorale della Capitanata? Gli elettori dauni sono più affezionati a Renzi, che non ad Emiliano? Sotto sotto, può essere che a spingere i foggiani a disertare le urne ci sia stata una certa disaffezione verso l'istituzione regionale, promotrice del quesito referendario.
Ma non credo che il record dell'astensionismo fatto marcare dalla Capitanata possa essere determinato soltanto da questo. Sul risultato possono avere in qualche modo influito umori politici locali. A San Marco in Lamis, dove si erano particolarmente spesi per il sì i centristi, si è registrata una partecipazione alle urne tutt'altro che soddisfacente (37,4%), mentre nella vicina San Giovanni Rotondo ha votato il 42,3%.
Una tendenza che emerge piuttosto nitidamente dall'analisi del voto di domenica scorsa, è che gli elettori dei comuni garganici hanno votato di più rispetto a quelli della piana e delle aree interne. In controtendenza c'è il dato di Foggia: un bel contributo a impedire che vi fosse una percentuale ancora più elevata di astensionismo è giunto proprio dal capoluogo, con un 41,2% di votanti che è più o meno quello medio regionale.
Estraendo dai 61 comuni un campione rappresentativo, si collocano al di sopra della media provinciale le Isole Tremiti (56,5), Rodi Garganico (45,9) Vieste (42,9) San Giovanni Rotondo (42,3), Troia (41,7), Foggia (41,2), Manfredonia (40,2), Peschici (39,3), Zapponeta (39), Monteleone di Puglia (38), San Marco in Lamis (37,4).
Sono rimaste invece al di sotto della media provinciale le altre città della pentapoli (San Severo, 36,1, Lucera 33,6 e appena 25,5 Cerignola), altri comuni garganici come Vico Garganico (36) Sannicandro Garganico (32,6), Monte Sant'Angelo (32,3), Cagnano Varano (31) e quasi tutti i comuni dei Monti Dauni: Candela (36,2), Orsara (36), Panni (35), Accadia (27,3), Alberona (29,5), Biccari (31,6) Bovino (32), Celle San Vito (26,5), Sant'Agata di Puglia (29,1) Anzano (27,1), Faeto (26,2), Roseto Valfortore (16,6).
Al di là delle eccezioni rappresentate da Troia e Monteleone di Puglia, dalle urne sembra affiorare un certo malessere dei Monti Dauni.
Qualche giorno fa un amico che abita in un comune dei Monti Dauni, acuto osservatore della politica e sincero democratico, mi aveva confidato che avrebbe accompagnato moglie e figli a votare, ma che lui si sarebbe astenuto, in segno di protesta verso lo scempio del paesaggio collinare e dei dissesto idrogeologico provocato dalla invasione delle pale eoliche in quei comuni.
Forse dietro l'afasia elettorale dei Monti, causa non ultima delle percentuali di partecipazione al voto poco brillanti della Capitanata non vi sarà la consapevole protesta esternata dal mio amico, ma una pesante dose di sfiducia mi pare più che probabile,
C'è una motivazione politica dietro il dato elettorale della Capitanata? Gli elettori dauni sono più affezionati a Renzi, che non ad Emiliano? Sotto sotto, può essere che a spingere i foggiani a disertare le urne ci sia stata una certa disaffezione verso l'istituzione regionale, promotrice del quesito referendario.
Ma non credo che il record dell'astensionismo fatto marcare dalla Capitanata possa essere determinato soltanto da questo. Sul risultato possono avere in qualche modo influito umori politici locali. A San Marco in Lamis, dove si erano particolarmente spesi per il sì i centristi, si è registrata una partecipazione alle urne tutt'altro che soddisfacente (37,4%), mentre nella vicina San Giovanni Rotondo ha votato il 42,3%.
Una tendenza che emerge piuttosto nitidamente dall'analisi del voto di domenica scorsa, è che gli elettori dei comuni garganici hanno votato di più rispetto a quelli della piana e delle aree interne. In controtendenza c'è il dato di Foggia: un bel contributo a impedire che vi fosse una percentuale ancora più elevata di astensionismo è giunto proprio dal capoluogo, con un 41,2% di votanti che è più o meno quello medio regionale.
Estraendo dai 61 comuni un campione rappresentativo, si collocano al di sopra della media provinciale le Isole Tremiti (56,5), Rodi Garganico (45,9) Vieste (42,9) San Giovanni Rotondo (42,3), Troia (41,7), Foggia (41,2), Manfredonia (40,2), Peschici (39,3), Zapponeta (39), Monteleone di Puglia (38), San Marco in Lamis (37,4).
Sono rimaste invece al di sotto della media provinciale le altre città della pentapoli (San Severo, 36,1, Lucera 33,6 e appena 25,5 Cerignola), altri comuni garganici come Vico Garganico (36) Sannicandro Garganico (32,6), Monte Sant'Angelo (32,3), Cagnano Varano (31) e quasi tutti i comuni dei Monti Dauni: Candela (36,2), Orsara (36), Panni (35), Accadia (27,3), Alberona (29,5), Biccari (31,6) Bovino (32), Celle San Vito (26,5), Sant'Agata di Puglia (29,1) Anzano (27,1), Faeto (26,2), Roseto Valfortore (16,6).
Al di là delle eccezioni rappresentate da Troia e Monteleone di Puglia, dalle urne sembra affiorare un certo malessere dei Monti Dauni.
Qualche giorno fa un amico che abita in un comune dei Monti Dauni, acuto osservatore della politica e sincero democratico, mi aveva confidato che avrebbe accompagnato moglie e figli a votare, ma che lui si sarebbe astenuto, in segno di protesta verso lo scempio del paesaggio collinare e dei dissesto idrogeologico provocato dalla invasione delle pale eoliche in quei comuni.
Forse dietro l'afasia elettorale dei Monti, causa non ultima delle percentuali di partecipazione al voto poco brillanti della Capitanata non vi sarà la consapevole protesta esternata dal mio amico, ma una pesante dose di sfiducia mi pare più che probabile,
Commenti
chi le scrive è Una del Paese Dauno e mi creda leggere questo articolo questa mattina lontano dalla mia Terra mi ha fatto star male.
Dietro al Nostro voto Mancato Non c’è nessuna strategia politica, nessun malessere legato a UOMINI POLITICI e nessuna affezione o meno all’attuale Premier. NOI non siamo andati a Votare perché non possiamo più VIVERE quotidianamente i Nostri comuni. Siamo costretti a lasciare i Nostri paesi per crearci un minimo di SPERANZA formativa, lavorativa e per di più non riusciamo frequentemente a tornare nelle nostre terre. Lei lo sa che l’aeroporto più vicino è Brindisi, che arrivare in treno a Foggia vuol dire caricarsi di costi spaventosi e tempi di percorrenza “infiniti”, che gli autobus hanno dei tempi biblici e sono sempre stracolmi… e che dai nodi di interscambi ai Nostri paesi ci sono strade completamente distrutte.
Io conosco MOLTO bene la sensazione che si prova quando si è chiamati a VOTARE e per tutti questi motivi non si può scendere al proprio paese e poi mi ritrovo a leggere DEMAGOGIE su NOI dei paesi DAUNI. Che forse se ci aveste messo nella possibilità di tornare a casa in modo più “semplice” saremmo stati capaci di URLARE il nostro voto più degli altri. Perché Caro Sig. Inserra Noi quando finiscono gli esami a Luglio, quando ci danno le ferie al lavoro, non cerchiamo voli per mete sconosciute…NOI TORNIAMO A CASA! Sulle Nostre spiagge con La Nostra gente. A NOI vengono le lacrime al primo raggio di sole che tocca le scrivanie di uffici collocati nei palazzi di città grigie, ci si stringe il cuore quando andiamo a pranzo e siamo “costretti” a mangiare un tramezzino mentre grazie ai social vediamo i Nostri amici che sono in riva ai Nostri mari con un pezzo di focaccia.
Io conosco bene i Sindaci dei Nostri paesi l’Ing. Andreano e l’Avv. De Luca e anche loro sono stati “COSTRETTI” a lasciare la loro terra per un periodo. Meritano un Grande Rispetto per essere tornati e per l’impegno che ci stanno mettendo. Perché Noi dei Monti Dauni siamo Persone SEMPLICE con il Cuore PURO capaci di fare GRANDI cose e Loro ci riusciranno!
Ma senza demagogia, senza strumentalizzazioni.
LORO e NOI abbiamo bisogno di cose concrete date LORO I MEZZI per aiutarci a TORNARE OGNI VOLTA CHE IL PAESE CHIAMA!
Mi perdoni lo sfogo. Usate Le Vostre penne per “Muovere” cose concrete perché chi ci guarda negli occhi ha quasi sempre paura di ciò che vede. Nei nostri occhi c’è la VOGLIA di FARCELA in modo Onesto.
Noi siamo cresciuti in un BOLLA DI SAPONE al cui interno c’è il rispetto per le PERSONE e per la Nostra TERRA però oggi abbiamo bisogno di NUOVI MEZZI perché lei ci sta chiamando e abbiamo tanto da darle incluso il VOTO.
La Saluto Cordialmente
Tania Conte