Dissesto idrogeologico: la Capitanata intercetta quasi il 70% dei fondi regionali

La provincia di Foggia recita la parte del leone nello stanziamento di 112 milioni di euro deciso dalla Regione Puglia per sostenere 68 progetti, velocemente realizzabili e finalizzati a contrastare il dissesto idrogeologico.
Quasi il 70 per cento di questa ingente massa finanziaria è stato destinato alla Puglia settentrionale. Sono infatti circa 78 milioni di euro che verranno utilizzati per finanziare 53 interventi previsti nei territori di 34 Comuni della Capitanata, di cui la stragrande maggioranza, 29, nei Monti Dauni che quindi intercettano una quota molto significativa del complessivo intervento regionale.
Fra gli obiettivi dichiarati: lotta alle frane, lavori di consolidamento, messa in sicurezza idrogeologica, ma anche la salvaguardia di un prezioso bene culturale e monumentale come il Castello di Lucera che rischiava addirittura di crollare, a causa del pesante dissesto .che angustia la collina su cui sorge la Fortezza Sveva.
Il governatore regionale Michele Emiliano si era speso in prima persona per questo e per altri interventi che hanno trovato puntuale finanziamento nel pacchetto di opere finanziate dalla giunta regionale.
Soddisfazione nelle associazione ambientaliste, come il WWF di Foggia che in un comunicato ha fatto sapere di “accogliere con favore questa decisione regionale, a condizione che non si trasformi nell'ennesima colata di cemento, in quanto ci troviamo in presenza di un territorio reso ormai seriamente vulnerabile da diversi fattori e per il quale è necessaria un’azione costante ed efficace per la mitigazione del rischio.”
Per il WWF, è essenziale che i soldi stanziati siano spesi dai comuni beneficiari non solo velocemente (è previsto un bonus a favore dei comuni che riusciranno a cantierizzare ed eseguire i lavori nei tempi previsti) ma anche efficacemente.
Secondo l'Associazione del Panda “occorre potenziare le attività e gli strumenti di controllo capillare sul territorio per contrastare con decisione le azioni di amministrazioni, operatori economici e singoli cittadini che non rispettano le condizioni di pericolosità e di rischio idrogeologico. Va ridotto il ricorso alle opere, da prevedere solo per i casi dove sono veramente essenziali, favorendo l’uso di tecniche di ingegneria naturalistica e di sistemazioni idraulico-forestali, opportunamente programmate e dimensionate al bacino idrografico di riferimento.”
Infine, il WWF di Foggia invita ad “inserire il concetto della manutenzione e della cura del territorio come prassi ordinaria da adottare annualmente con programmi speciali pluriennali e con continuità finanziaria attraverso piccole e continue opere di manutenzione permanente delle opere di difesa del suolo realizzate.”
Tesi interessanti e condivisibili, su cui è da auspicare che i Comun si mettano a lavorare seriamente.

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