26 aprile, il giorno (dimenticato) delle Apparizioni
Il Santuario dell'Incoronata in un disegno del 1651 |
La coincidenza va presa col beneficio d’inventario, riferendosi ad eventi che, seppure in qualche modo documentati,hanno una data incerta e remota. Ma vale la pena di segnalarla.
Le due apparizioni si registrarono a 742 anni di distanza l'una dall'altra.
La prima, celeberrima, fu quella della Madonna dell’Incoronata, che viene così ricostruita in un articolo sull’Osservatore Romano di qualche anno fa, da don Flavio Peloso, superiore generale dell’ordine sacerdotale fondato da don Orione, che si occupa della Basilica dell’Incoronata. (Potete leggere l’articolo integrale cliccando qui)
La Madonna, l’ultimo sabato di aprile del 1001, apparve nel bosco del Cervaro ad un signore, quasi certamente il Conte di Ariano Irpino, cui mostrò una statua chiedendo che venisse posta in venerazione in apposita chiesa, assicurando che sarebbe stata larga di grazie a chi l’avesse pregata dinanzi a quel simulacro. Sul luogo sopraggiunse anche un contadino che, in segno di devozione, appese al ramo della quercia dell’apparizione una caldarella, trasformata, con un po’ d’olio, in rustica lampada. Si costruì una prima edicola e ben presto l’affluenza del popolo e la fama delle grazie portarono alla edificazione di una chiesa, con annesso convento ed opere di carità.La data in cui si verificò l’evento prodigioso è stata a lungo incerta e discussa dagli studiosi. Quella più diffusa e accettata anche nella tradizione popolare fa risalire l’apparizione, come scrive don Flavio Peloso, all’ultimo sabato del mese di aprile dell’anno 1001, che era appunto il 26 aprile. La ricorrenza viene in ogni caso festeggiata l’ultimo sabato d’aprile, ed è quindi una data mobile.
Settecentoquarantadue anni dopo, il 26 (o il 27, sulla base dell’interpretazione del relativo passaggio del documento) secondo la testimonianza scritta di 24 frati Cappuccini, la Madonna dei Sette Veli si rivelò ai frati ed ai cittadini raccolti in preghiera, nel convento che sorgeva fuori dell'abitato, sulla via per San Severo, di cui Lettere Meridiane ha spesso parlato, questa volta “in forma di nuvola bianca, che si moveva da un'altra parte del buco, ed intonatosi il Te Deum per giubilo e rendimento di grazie, non fu possibile terminarlo per l’alte voci di tenerezza ed allegrezza del popolo.”
Lettere Meridiane ha pubblicato qualche giorno fa il documento. Per quanto riguarda la data precisa, i frati collocano l'evento alla sera delli 26 dello stesso Aprile, poco dopo sonata l'Ave Maria, verso le ore ventiquattro e mezza. Se le cose stanno così, la prodigiosa apparizione si sarebbe verificata alle prime ore del 27 aprile 1743, e non il 26.
Resta comunque l'eccezionalità degli eventi e, purtroppo, la scarsa memoria di quello legato alla Madonna dei Sette Veli.
L’apparizione coincise con un’abbondante nevicata che scongiurò la siccità e la carestia (potete leggere articolo, pubblicato ieri, cliccando qui).
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