Quel campanile nascosto dalla torre eolica

Il campanile coperto dalla torre eolica
Da qualche giorno, gli abitanti delle campagne che circondano Segezia non riescono più a vedere il campanile della Chiesa della borgata, che per anni è stato il loro punto di riferimento, la presenza amica e rassicurante che li ha fatti sentire facenti parte della stessa comunità.
La visione del campanile è adesso impallata da una torre eolica in corso di costruzione.Uno schiaffo non solo al paesaggio, ma anche all’arte e alla storia. Il campanile della chiesa dell’Immacolata di Fatima è tra i più pregevoli della città. Venne progettato, come il resto del borgo e della chiesa, dall’arch. Concezio Petrucci, valente professionista originario di San Paolo Civitate, già autore della Chiesa di San Michele Arcangelo. Come si legge nel sito dell'archidiocesi, "il campanile a pianta quadrata sorge sul grande sagrato della Chiesa, come corpo a se stante, è costituito da nove piani a loggiato e termina con una cuspide conica coperta di maioliche."
Il lamento di Angelo Valentino Romano che per primo ha lanciato sul social network l’allarme per l'oscuramento del Campanile, va pubblicato, se fosse possibile a lettere cubitali, custodito e tramandato ai posteri come esempio di cosa accade quando non si considera più il paesaggio una risorsa comune, ma un bene da utilizzare (e sfruttare) a finalità economiche e produttive.
Il campanile in tutto il suo splendore
“E il campanile di Segezia non c'è più... Una nuova torre eolica a rompere un paesaggio – scrive Romano -  a cui tutti siamo abituati, una visuale familiare che ora non ci sarà più. Un punto di riferimento inconfondibile per tutti, quasi come un faro in un mare di grano in questa parte così bella della campagna foggiana. Per me (e penso di interpretare il pensiero di tanti) è come se avessero buttato giù il campanile di Segezia.”
Condivido l’amarezza di Angelo. E ricordo quando, qualche anno fa, scendendo un mattino da casa e imboccando via Rovelli per andare in ufficio, guardando come ogni mattina verso i Monti Dauni mi accorsi che tutt'a un tratto non si vedeva più quello “spicchio” della Cattedrale di Troia, che per secoli con la sua austera bellezza, ha  ricordato agli abitanti della piana del Tavoliere la potenza del Creatore.
I cambiamenti al paesaggio funzionano così. Sono rapidi, improvvisi. Appaiono da un momento all'altro, inattesi come un baleno, ma poi durano per sempre. Mandando in frantumi, equilibri antichi e profondi.

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