La Santa Priora conosciuta più in Polonia che non nella sua Foggia
Il bello del social network è quando la rete produce conoscenza condivisa, andando ben oltre quelle interminabili discussioni vuote e improduttive, che punteggiano sovente profili personali e bacheche dei gruppi. E quando la conoscenza diventa effettivamente valore aggiunto, ti accorgi che bastano pochi clic, per scoprire aspetti delle cose, storie che prima non conoscevi, nuovi elementi di conoscenza, appunto, e di riflessione.
È accaduto sul post che qualche giorno fa ho pubblicato sulla beatificazione di suor Maria Celeste Crostarosa, la venerabile che fondò a Foggia l’Ordine delle Suore del SS. Redentore.
Grazie agli amici e colleghi Lucia Teresa Lopriore e Antonio Del Vecchio, che hanno contribuito a portare alla luce nuove storie connesse alla fulgida figura della Santa Priora.
Attingendo dagli atti del processo di beatificazione della venerabile, Lucia Teresa Lopriore racconta la storia di Suor Teresa Spinelli, originaria di Orta Nova, che fu essa stessa madre superiora del Convento delle suore di clausura.
"Suor Teresa - racconta Lopriore - spese tutte le sue energie affinché la causa di canonizzazione della fondatrice potesse andare avanti ed avere buon esito. Testimoniò nei processi e portò altre testimonianze di educande e di suore. Nel primo volume degli atti del processo di canonizzazione parlando della Madre ella affermò: «Non la conosco; né potevo conoscerla personalmente a cagione della mia età, ma ho parlato con persona che la conosceva personalmente, cioè con una religiosa di questo mio monastero chiamata Maria Geltrude La Cecilia, morta nel mese di gennaio del 1833. Ed ho anche notizie di lei dai manoscritti, e vita stessa che per ordine del suo confessore fu scritta da lei stessa». Probabilmente, suor Teresa da sempre aveva compreso la santità della Madre, e in lei era evidente la spiritualità dettata dalle Regole della fondatrice."
"Fu completamente rapita dalla sua figura - si legge ancora nel documentato articolo di Lopriore (che potete leggere integralmente qui - tanto da sembrare la personificazione della venerabile Madre. Così veniva vista anche da chi la circondava nella vita quotidiana. In una lettera del 27 marzo 1858, scritta dal sacerdote don Antonio Rubino suo compare, che si interessò alla causa della Fondatrice, egli le scrisse: «Colgo la presente occasione, per esternarvi il mio voto pasquale, che è di vedervi benedetta dal cielo, come la vostra Fondatrice, di cui, se avete ad un dì preso le forme del corpo, spero che ne avrete pur anco quelle dell’anima»."
Altra figura importante che scaturisce dalla temperie religiosa e spirituale prodotta dal monastero foggiani è suor Gerarda Ricci, madre generale delle Figlie di Carità, originaria di Rignano Garganico, che si spese tanto per il prossimo a Foggia, e la cui vicenda è così raccontata da Antonio del Vecchio: “Teresa Ricci (Rignano Garganico 1883- Roma 1951), su consiglio dello “zio prete” , il canonico Pietro Ricci, maestro spirituale di Padre Pio, abbracciò la vita religiosa, facendosi suora delle Figlie di Carità di San Vincenzo de’Paoli, con il nome di Suor Gerarda. Dimorò per molti anni, come Superiora del Conventino in Foggia. Qui la troviamo negli anni 20 ad assistere i malati di “spagnola”, che fece molte vittime nel Capoluogo e nella provincia. Poi fu trasferita con il medesimo incarico prima a Caserta e altrove, poi a Roma, dapprima come segretaria generale e subito dopo come Madre Generale dell’Ordine. Qui morì nel 1951 (dal volume Padre Pio e Rignano di Angelo e Antonio Del Vecchio, La Voce di Padre Pio, 2010, pag. 22)”.
E mi piace condividere con gli amici e i lettori di Lettere Meridiane anche la bella testimonianza di Rossana Russo, che ha scritto in un commento al post: "una mia cara amica mi ha fatto conoscere il meraviglioso luogo su via Napoli che con la preghiera costante assicura protezione e benefici alla nostra tiepida -come hai definito bene tu -e aggiungerei io ... distratta città. Grazie."
Condivido e sottoscrivo.
A proposito di città distratta: mi ha fatto molto meditare la preghiera per ottenere la glorificazione che ho trovato, tradotta, in un sito polacco (la vedete nella immagine qui sopra).
La Santa Priora è conosciuta e viene venerata perfino in Polonia, ma non nella città che tanto amò definendola Città di Dio.
È accaduto sul post che qualche giorno fa ho pubblicato sulla beatificazione di suor Maria Celeste Crostarosa, la venerabile che fondò a Foggia l’Ordine delle Suore del SS. Redentore.
Grazie agli amici e colleghi Lucia Teresa Lopriore e Antonio Del Vecchio, che hanno contribuito a portare alla luce nuove storie connesse alla fulgida figura della Santa Priora.
Attingendo dagli atti del processo di beatificazione della venerabile, Lucia Teresa Lopriore racconta la storia di Suor Teresa Spinelli, originaria di Orta Nova, che fu essa stessa madre superiora del Convento delle suore di clausura.
"Suor Teresa - racconta Lopriore - spese tutte le sue energie affinché la causa di canonizzazione della fondatrice potesse andare avanti ed avere buon esito. Testimoniò nei processi e portò altre testimonianze di educande e di suore. Nel primo volume degli atti del processo di canonizzazione parlando della Madre ella affermò: «Non la conosco; né potevo conoscerla personalmente a cagione della mia età, ma ho parlato con persona che la conosceva personalmente, cioè con una religiosa di questo mio monastero chiamata Maria Geltrude La Cecilia, morta nel mese di gennaio del 1833. Ed ho anche notizie di lei dai manoscritti, e vita stessa che per ordine del suo confessore fu scritta da lei stessa». Probabilmente, suor Teresa da sempre aveva compreso la santità della Madre, e in lei era evidente la spiritualità dettata dalle Regole della fondatrice."
"Fu completamente rapita dalla sua figura - si legge ancora nel documentato articolo di Lopriore (che potete leggere integralmente qui - tanto da sembrare la personificazione della venerabile Madre. Così veniva vista anche da chi la circondava nella vita quotidiana. In una lettera del 27 marzo 1858, scritta dal sacerdote don Antonio Rubino suo compare, che si interessò alla causa della Fondatrice, egli le scrisse: «Colgo la presente occasione, per esternarvi il mio voto pasquale, che è di vedervi benedetta dal cielo, come la vostra Fondatrice, di cui, se avete ad un dì preso le forme del corpo, spero che ne avrete pur anco quelle dell’anima»."
Altra figura importante che scaturisce dalla temperie religiosa e spirituale prodotta dal monastero foggiani è suor Gerarda Ricci, madre generale delle Figlie di Carità, originaria di Rignano Garganico, che si spese tanto per il prossimo a Foggia, e la cui vicenda è così raccontata da Antonio del Vecchio: “Teresa Ricci (Rignano Garganico 1883- Roma 1951), su consiglio dello “zio prete” , il canonico Pietro Ricci, maestro spirituale di Padre Pio, abbracciò la vita religiosa, facendosi suora delle Figlie di Carità di San Vincenzo de’Paoli, con il nome di Suor Gerarda. Dimorò per molti anni, come Superiora del Conventino in Foggia. Qui la troviamo negli anni 20 ad assistere i malati di “spagnola”, che fece molte vittime nel Capoluogo e nella provincia. Poi fu trasferita con il medesimo incarico prima a Caserta e altrove, poi a Roma, dapprima come segretaria generale e subito dopo come Madre Generale dell’Ordine. Qui morì nel 1951 (dal volume Padre Pio e Rignano di Angelo e Antonio Del Vecchio, La Voce di Padre Pio, 2010, pag. 22)”.
E mi piace condividere con gli amici e i lettori di Lettere Meridiane anche la bella testimonianza di Rossana Russo, che ha scritto in un commento al post: "una mia cara amica mi ha fatto conoscere il meraviglioso luogo su via Napoli che con la preghiera costante assicura protezione e benefici alla nostra tiepida -come hai definito bene tu -e aggiungerei io ... distratta città. Grazie."
Condivido e sottoscrivo.
A proposito di città distratta: mi ha fatto molto meditare la preghiera per ottenere la glorificazione che ho trovato, tradotta, in un sito polacco (la vedete nella immagine qui sopra).
La Santa Priora è conosciuta e viene venerata perfino in Polonia, ma non nella città che tanto amò definendola Città di Dio.
Commenti