Un'altra mazzata per Foggia: verso la chiusura l'Ovile Nazionale
Un altro pezzo di Foggia se ne va, ed è un pezzo importante. L'ennesima chiusura, che priva il capoluogo dauno della sua più antica istituzione di ricerca: l’Ovile Nazionale, istituito nel 1921 e soppresso per l’ennesimo piano di ristrutturazione che in nome della spending review ha prevista una drastica cura dimagrante delle strutture di ricerca del Crea, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura).
A lanciare l’allarme è stato Franco Cuttano, pugnace animatore del Comitato Pro Iriip che si batte per tutelare e valorizzare quel che resta dell’Istituto Regionale di Incremento Ippico. Foggia.
Cuttano ha annunciato che tra qualche giorno, le circa 400 pecore di pregiata razza ospitate nell'Ovile Nazionale di Segezia, a Foggia, verranno trasferite al piccolo Istituto zootecnico di Bella (provincia di Potenza).
“Come è facile immaginare - incalza Cuttano - , il lombardo Ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina chiuderà il nostro Ovile per svendere il tutto al privato miglior offerente”.
Cuttano punta l’indice accusatorio verso la classe politica e dirigente, ricordando che “nell'estate del 2014, tutti i parlamentari, i consiglieri regionali e comunali della Daunia s'indignarono rilasciando dichiarazioni di dissenso contro la nefasta Delibera del CRA (Consiglio Ricerca Agricoltura) con la quale veniva condannato l'Ovile Nazionale foggiano alla chiusura. Non credo che qualcuno di questi possa dimostrare di aver condotto una lotta feroce, una copiosa produzione di atti e ricorsi per difendere, salvare e rilanciare il nostro Ovile Nazionale di Segezia”.
A leggere l’elenco di enti ed istituti perduti o ridotti in miseria c'è davvero di che restare sconsolati:
aeroporto, officina grandi riparazioni FS, cartiera, Iriip, Regi Tratturi, Istituto Foraggere, Istituto Zooprofilattico, Zuccherifici, Mulini, Consorzi, e adesso tocca all'Ovile Nazionale.
A battersi senza riserve per difenderlo, è stata sempre la Fai Cisl.
Il segretario provinciale, Franco Bambacigno, ricorda l’allarme lanciato dalla sua organizzazione sindacale sin da luglio del 2014, rilevando che quel tentativo di sensibilizzazione “non ha trovato riscontro né ha prodotto risultati concreti, in quanto l'accorpamento a Bella non è stato mai scongiurato. Anzi ritorna in auge in questi giorni e bene ha fatto il comitato presieduto da Cuttano a rilanciare la questione. Va ricordato che numerose furono le prese di posizioni da parte di Enti e Associazioni di Categoria e anche il mondo Universitario si prodigò, tramite la Facoltà di Agraria e il Rettore Ricci che inviò una lettera al Ministro delle Politiche Agricole nella quale con argomentazioni basate su fatti storici invitava a soprassedere alla decisione dell'accorpamento mettendo in evidenza che la Città di Foggia rappresenta la Regia Dogana della mena delle pecore dal 1447 e che non si poteva permettere di perdere il patrimonio storico non solo nostalgico ma di conoscenze e anche di ricerche attuali. per la fai-Cisl non è una questione di campanilismo ma di giusto riconoscimento ad un territorio che per secoli è stato punto di riferimento nella fase di transumanza e pertanto non può essere scippato di questo ulteriore Ente di Ricerca. Intervengano i nostri politici di ogni livello e di ogni colorazione politica che rappresentano la nostra Capitanata perché solo facendo squadra si possono ottenere risultati nell'interesse del territorio e del suo sviluppo economico-sociale."
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