Quando Foggia era sconvolta dalle alluvioni
Non sempre è stato il Celone il responsabile delle alluvioni che hanno in passato funestato Foggia. Sicuramente non quella che si verificò il 12 dicembre del 1967.
Possiamo scagionare il torrente (che comunque è stato altre volte protagonista di esondazioni e straripamenti) grazie ad un prezioso documento trovato da Tommaso Palermo, cui mi ero rivolto nel tentativo di ricostruire questa pagina non molto nota della storia cittadina e a cui Lettere Meridiane ha dedicato un paio di post, raccogliendo i ricordi e le testimonianze degli amici e dei lettori. È possibile che i ricordi si riferiscano proprio all'evento del dicembre del 1967, che si leggono nella lettera meridiana intitolata Quando il Celone allagava la città, i ricordi dei foggiani.
Possiamo scagionare il torrente (che comunque è stato altre volte protagonista di esondazioni e straripamenti) grazie ad un prezioso documento trovato da Tommaso Palermo, cui mi ero rivolto nel tentativo di ricostruire questa pagina non molto nota della storia cittadina e a cui Lettere Meridiane ha dedicato un paio di post, raccogliendo i ricordi e le testimonianze degli amici e dei lettori. È possibile che i ricordi si riferiscano proprio all'evento del dicembre del 1967, che si leggono nella lettera meridiana intitolata Quando il Celone allagava la città, i ricordi dei foggiani.
Il documento, contenuto in un annuario del Comune di Foggia, riferisce i risultati di un'indagine svolta dall’ingegnere Capo del Genio Civile di allora, G.De Bellis, cui il sindaco dell’epoca, Vittorio Salvatori, si era rivolto per conoscere l'origine e le ragioni della calamità che si era abbattuta sulla città.
Il 12 dicembre, dopo un violento nubifragio, si erano allagati i rioni periferici cittadini con notevole danni alle cose.
“Si ritiene opportuno chiarire - scrive l’ing. De Bellis - che non vi è stato uno straripamento del Torrente Celone, né del Canale S.Giusta il cui spaltone destro, in località "Scoppaturo Barone", ricostruito dopo il nubifragio del 31 agosto 1967, ha retto alla furia delle acque provenienti dalle colline di Troia.”
Il 12 dicembre, dopo un violento nubifragio, si erano allagati i rioni periferici cittadini con notevole danni alle cose.
“Si ritiene opportuno chiarire - scrive l’ing. De Bellis - che non vi è stato uno straripamento del Torrente Celone, né del Canale S.Giusta il cui spaltone destro, in località "Scoppaturo Barone", ricostruito dopo il nubifragio del 31 agosto 1967, ha retto alla furia delle acque provenienti dalle colline di Troia.”
Dalle parole del tecnico, apprendiamo dunque che quel tipo di evento era tutt’altro che infrequente per Foggia e che le acque provenivano dalle colline di Troia.
"Le acque riversatesi sulla periferia di Foggia, ed in massima parte lungo la S.S. 17 per Lucera - scrive ancora il responsabile del Genio Civile-, sono state quelle meteoriche convogliate da una naturale linea di compluvio formata da una depressione del terreno che, dalla destra del Canale S.Giusta località "Scoppaturo Barone", parallelamente al torrente Celone, raggiunge la periferia di Foggia nei pressi dell'incrocio della nuova circumvallazione con la Statale per Lucera.”
La relazione dell’ing. De Bellis parla anche del “canalone” che circondava la città, e di cui si è parlato nelle Lettere Meridiane dedicate all’argomento. Era stato realizzato proprio per evitare allagamenti, ma la disordinata attività edilizia che già in quegli anni caratterizzava la vita cittadina aveva vanificato l’utilità di questa preziosa opera pubblica, come afferma senza mezzi termini il dirigente del Genio Civile: “Al succitato inconveniente, che per configurazione plano-altimetrica del circondario, il centro di Foggia è soggetto, è stato ovviato, in passato,con la costruzione di canali collettori circondariali,che, col rapido espandersi del centro abitato, sono stati occupati da strade e fabbricati”. In buona sostanza, il documento dice che a Foggia si costruiva dappertutto, finanche sui canali!
Ed è proprio l’espansione edilizia a preoccupare l’ingegnere, che conclude la sua relazione scrivendo: “Questo Ufficio d'intesa con l'A.N.A.S. concorderà con il Consorzio di Bonifica un progetto di canalizzazioni a difesa del centro abitato di Foggia prevedendo il convogliamento delle acque provenienti da monte che, alla stato, non essendo regimentata trovano un primo ostacolo nel terrapieno della nuova circumvallazione superato il quale raggiungono le case di Via Lucera e Via San Severo.”
Le frequenti alluvioni che si abbattevano sulla città provocarono seri problemi anche alla fogna, che era all’epoca piuttosto fatiscente.
“La recentissima alluvione - scrive l’annuario del Comune di Foggia reperito da Tommaso Palermo - ha riproposto in tutto quanta la sua crudezza il problema della fogna cittadina, la cui organica soluzione si trascina ormai da tempo, anche se i lavori di un primo lotto, per un miliardo di lire dovrebbero avere inizio con i primi del prossimo anno.”
Per sollecitare l'inizio dei lavori, il Sindaco Salvatori inviò il giorno dopo l’alluvione un telegramma alla direzione della Cassa per il Mezzogiorno: “"Violento nubifragio abbattutosi ieri su Foggia habet provocato gravi allagamenti interi rioni cittadini stop Sinistro conferma urgente immediato inizio lavori secondo collettore fognatura per cui est stanziato un miliardo. stop Gradirei assicurazione.”
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