Mitico Channel, quando lo sport diventa memoria e cultura

Lo sport è cultura, così come è cultura ogni concreta modalità con cui una comunità vive il suo territorio, che non va visto soltanto come paesaggio o come depositario di beni materiali, ma anche e soprattutto come comunità reale e pulsante di persone, con le loro passioni, i loro affetti.
Mitico Channel si sforza, - come ho già avuto modo di scrivere - di declinare questa particolare dimensione culturale dello sport, mettendo assieme informazione di qualità, ma anche memoria, opinione. Passione, appunto.
L’esperimento è accattivante, anche perché Mitico Channel collega - con raffinatezza e intelligenza - diversi strumenti di comunicazione: la televisione, il web, l’immagine, la scrittura.
Il risultato è una comunicazione sportiva di buon livello, che non trascende mai in quel provincialismo becero che sovente caratterizza questo genere di informazione.
L’offerta di Mitico Channel ai suoi affezionati utenti si consolida con due rubriche nuove di zecca. Che s’dice du Fogge è firmata da Giovanni Cataleta, e non potrebbe essere diversamente, visto che la quasi proverbiale locuzione (che basta da sola a capire perché lo sport è cultura, come si diceva prima…)  dà il titolo a un fortunato libro dello stesso Cataleta.
La rubrica offre appunti e disappunti del Cataleta-pensiero: una riflessione sul momento della squadra rossoneri, al di là della cronaca.
Tonino Basta (che mi piace per quel suo modo di scrivere col cuore, e non solo con la testa) firma invece Gente di gradinata ed è un’altra conferma alla premessa: lo sport che si fa racconto (a volte epico), è memoria e la memoria è cultura. Lampi di memoria illuminano ricordi ormai relegati in angoli oscurati da tempi poco felici, scrive Antonio, dando il suo bentornato alla gradinata che ha riaperto i battenti domenica scorsa, dopo essere rimasta chiusa per tanto tempo.
Per leggere le due rubriche cliccate sui collegamenti qui sotto. Fatelo, perché ne vale veramente la pena:

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