Ferrovia: slitta il raddoppio della Lesina-Termoli

Chi segue Lettere Meridiane sa che abbiamo seguito con attenzione e con passione l’annuncio del premier sul piano straordinario per il Mezzogiorno che dovrebbe aprire una stagione nuova per il Sud, ed offrire una concreta opportunità per attenuare il divano che lo separa dall’opulento Centro-Nord.
Secondo quanto ha detto Renzi, entro settembre dovrebbe prendere corpo almeno la bozza di quel programma che il capo del governo ha definito masterplan, per indicarne l’urgenza e la cogenza.
Il ministro Delrio ha indicato nel rilancio degli investimenti per le infrastrutture la strada maestra da percorrere per far riprendere il Mezzogiorno. Da altre parti è stata sottolineata la necessità di interventi diretti a a sostenere ed incentivare imprese che intendano investire nel Mezzogiorno.
Tutto giusto, tutto vero. A meno che il masterplan non replichi una storia che il Mezzogiorno conosce assai bene, per averla già sperimentata e sopportata sulla propria pelle decine di volte: beneficiare di interventi pseudo-straordinari che nulla hanno di straordinario, e che anzi rientrano nella più trita ordinarietà. 
Per dirla fuori dai denti, il rischio è che il masterplan possa essere la solita e insipida minestra riscaldata, e riproporre, sotto la fascinazione del termine inglese che evoca qualcosa di innovativo, interventi già abbondantemente previsti, e colpevolmente non realizzati.
Un sinistro campanello d’allarme è suonato in questi giorni. Non si era ancora esaurito l’entusiasmo per la notizia che dal 20 settembre prossimo il Frecciarossa collegherà Bari, Foggia e Milano, che è arrivata puntuale la doccia fredda: il raddoppio della tratta Termoli-Lesina, slitta al 2021 e meno male che si tratta di un intervento già finanziato.
Il ritardo non è dovuto a un difetto di volontà politica, ma ad un eccesso di burocrazia: il Cipe ci ha messo cinque mesi soltanto per pubblicare la delibera che approva il progetto preliminare dell’opera. Adesso bisogna realizzare il progetto esecutivo, per il quale occorreranno altri due anni. Risultato: la scenda inizialmente fissata per il 2020 è già saltata, e se tutto andrà bene dovremo attendere ancora 6 anni perché si elimini la strozzatura dell'Adriatica.
Per amor di verità, va puntualizzato che il ritardo  dell’opera non avrà ripercussioni sul Frecciarossa e che il raddoppio del binario non ha effetti sui tempi di percorrenza delle Frecce Bianche o Rosse che siano. L'opera garantisce una più ampia capacità della linea, ma non un aumento della velocità.
Però, è sintomatico che mentre il Governo parla, a gran voce, della necessità che il masterplan preveda l’Alta Velocità nel  Mezzogiorno non si riesca a dare un’accelerazione ad opere già ampiamente previste, e che nulla hanno di straordinario, come il raddoppio della tratta Lesina-Termoli.


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